Trionfa la destra alle elezioni in Svizzera dopo una campagna elettorale tutta incentrata sull’emergenza profughi e l’antieuropeismo. E viene eletta anche Magdalena Martullo-Blocher, figlia del leader storico dell’Udc/Svp Christoph Blocher, già definita la “Le Pen svizzera”.
Elezioni in Svizzera, c’è l’ondata anti-Ue e anti-profughi
Il Partito di destra dell’Unione democratica di centro è dunque il grande vincitore delle elezioni per il rinnovo del Parlamento con circa il 28% dei voti espressi dell’elettorato elvetico (+1,4 punti rispetto al 2011), ma soprattutto undici seggi supplementari per un totale di 65 mandati al Consiglio Nazionale (camera bassa, 200 seggi). «Nessun partito ha mai potuto contare su una squadra così ampia», ha analizzato l’agenzia di stampa svizzera Ats. In una sterzata a destra prevista dai sondaggi, anche il Partito Liberale Radicale (Plr) registra un bel successo, benché piu’ contenuto, e sale al 16,4% (+1,3 e 33 seggi). Secondo partito a livello nazionale, i socialisti (Ps) risultano in calo mentre il partito democristiano si attesta al 12,6% (+0,3), i verdi scendono al 7,8%, i verdi liberali al 4,7% e il partito borghese democratico al 4,6% (-0,8). Le cose devono cambiare, ha affermato il presidente dell’Udc/Svp Toni Brunner confermando che il partito mira a riconquistare il secondo seggio in Consiglio federale (governo) perso nel 2007. Brunner ha quindi spiegato la vittoria del suo partito evocando «l’ondata migratoria che preoccupa la gente. In Svizzera la problematica dell’asilo non è risolta. La questione dei veri rifugiati e dei rifugiati economici non è stata regolata», ha affermato.
Da il secolo d’Italia