del Prof. Antonio Diano
L’articolo pubblicato infra da fra’ Leone è un’eccellente spiegazione della situazione ecclesiale odierna: per chi conosce l’autore, una vera summa del suo pensiero, tanto che l’apparato critico potrebbe ridursi a contributi suoi. Vorrei nondimeno, vista l’occasione preziosa, approfondire qui un altro punto chiave per ulteriore chiarezza, a mo’ di integrazione all’illuminante articolo dell’amico fra’ Leone. La “chiesa conciliare” NON è la Chiesa cattolica, che è santa e non può insegnare l’errore (come il Papa, che della Fede è la regola prossima), e non è neppure la Chiesa cattolica semi-distrutta, cosa impossibile che infatti non è avvenuta nella storia, malgrado talora sembri di cogliere una simile posizione nel dibattito. La chiesa conciliare è una società satanica, che si è abilmente travestita da chiesa cattolica sotto la direzione del demonio: moltissimi, la schiacciante maggioranza dei cattolici ad ogni latitudine, son purtroppo caduti nella trappola, e credono che la chiesa conciliare sia la Chiesa cattolica, o magari la inglobi, o vi sia un pazzesco mélange, o che la “chiesa tradizionale” possa trovare un posto nella “chiesa” conciliare onde “correggerla”, invece di combatterla in quanto totalmente contro-chiesa (posizione FSSPX, secondo chi scrive eretica), tenendo la pseudo-autorità come legittima ma “disubbidendole” quasi sempre quando la spara… un po’ grossa, e secondo il proprio arbitrio. Gli altri, la “massa” (in senso quantitativo e sociologico), seguono il “nuovo corso”, che in realtà è la rivoluzione originata dal non serviam e trasformatasi nei secoli fino al disastro dell’oggi. Invece – attenzione, altro punto chiave – la Chiesa cattolica sussiste eccome, ce l’ha promesso Nostro Signore (non praevalebunt), questo è fuori discussione, nonostante le balzane idee di chi pensa che la Chiesa “conciliare” sia la Chiesa cattolica e che questa quindi stia andando verso la distruzione, magari con qualche notazione pneumatica o iper-apocalittica. Sussiste nei numerosi vescovi e fedeli cattolici presenti al mondo. La chiesa conciliare COME TALE non c’entra alcunché con la Chiesa cattolica, se non nella misura in cui costituisce la contro-chiesa diretta dal demonio. La spaccatura, tra Chiesa cattolica che ovviamente prosegue (non praevalebunt, come s’è visto), e una enorme (ahinoi) ex parte della Chiesa cattolica entrata nell’eresia e nello scisma è avvenuta attraverso l’istituzionalizzazione della pseudo-Chiesa conciliare, con grave danno sul pioano umano – cosa terribile ma non inconcepibile, questa sì – per gli uomini e le donne restati cattolici integrali (l’unico modo di essere fedeli ai propositi battesimali).
Mi premeva qui solo insistere sulla distinzione assoluta, gli approfondimenti essendo la sostanza dei dibattiti che in questo sito ospitiamo.
Quanto alla sede vacante, inutile ripetere quanto scriviamo ogni giorno qui e altrove.
Ringrazio fra’ Leone e sarò lieto se vorrà condividere con me la riflessione su punti così importanti, essenziali per la salvezza delle anime (suprema lex, com’egli sa bene e di continuo c’insegna).
Grazie professore per l’invito che la “chiesa conciliare” non abbia a che fare con la Chiesa Cattolica è ormai palese a tutti pure il vescovo de Mallerais l’ha detto e scritto in un suo articolo apparso sul periodico Le Sel de la Terre – Intelligence de la foi nel 2013 senza tirare le giuste conclusioni. Lavoriamo per il bene della Chiesa.
Peccato solo, caro fra’ Leone, che non vengano tirate – appunto – le opportune e necessarie conseguenze.
Mons. Tissier, se davvero riconosce la contro-chiesa come estranea alla Chiesa cattolica e QUINDI come sua nemica, lasci la FSSPX che tenta di entrare in uno spazio all’interno di quella stessa contro-chiesa, come da volontà accordista di Mons. Fellay and Co.
In realtà in quell’articolo, che conosco, Mons. Tissier rilancia l’assurda nozione di “concilio pastorale” che, per essere tale, non sarebbe vincolante ergo potrebbe essere tranquillamente non osservato. Però proverrebbe dalla Chiesa cattolica semi-diruta. Che cavolo di Concilio sarebbe? e perché non dovrebbe essere vincolante se proveniente dalla Chiesa cattolica, e ANCHE SE “solo pastorale”???
Qui casca l’asino: a parte il fatto che un concilio “adogmatico” non è concepibile, coime si può riconoscere la legittimità formale di un atto della Chiesa legittima cui però è bene disubbidure in quanto non si è voluto proclamare dogmi? Però si è potuto abbatterne una quantità enorme (ma… pastoralmente soltanto). Via, non scherziamo. La logica non c’è più?
a PRESTO, IN cHRISTO ET mARIA, felice di sentirla d’accordo.
Mi consenta ancora: io cerco, in coscienza e nella consapevolezza d’essere un peccatore tremendo, per il bene, non per il male della Chiesa.
E, vede, sono convinto, pur nella mia pochezza, che non riconoscere la non autorità CATTOLICA dei vertici della contro-chiesa (mi lasci la litote, che rende forse più chiara l’affermazione) sia un momento in cui si lavora MALISSIMO per la Chiesa. Perfidamente, se c’è anche la mala fede.
Ciò detto, continuiamo a lavorare per la Chiesa.
In Domino.
Non tutti i Concili sono stati dogmatici il primo Concilio di Lione non fu dogmatico ma si limitò a regole disciplinari e scomunicare Federico II di Svevia. In ogni caso se approvato dal papa va seguito.
Appunto. Va seguito anche se pastorale (quei concili antichi non lo erano certo nel senso che si dà oggi alla definizione: infatti fra’ Leone giustamente ricorda che… “se approvato dal papa va seguito”). Comunque, anche se non dogmatico, un concilio non poté mai essere anti-dogmatico, come il conciliabolo Vat. II.
Infine, mettendoci dal punto di vista dei conciliari o dei giustificazionisti – quod Deus avertat, ma è solo ipotesi di studio- anche il Vat. II in certi punti importantissimi volle essere (anche) dichiaratamente dogmatico (costituzione dogmatica…).