Segnalazione Quelsi
Fino all’anno scorso, quando i cronisti di Palazzo Madama lo intervistavano, Vincenzo D’Anna, senatore campano eletto nelle liste Pdl, poi passato a Forza Italia, transitato a Gal e infine approdato ad Ala, il gruppo costituito di Denis Verdini per sostenere Matteo Renzi, criticava aspramente Silvio Berlusconi per la sua adesione incondizionata al patto del Nazareno. A tal punto che i giornalisti arrivarono a definirlo frondista per le sue posizioni critiche sulle riforme che avevano dato inizio alla collaborazione tra l’ex presidente del Consiglio e l’attuale premier. «Questa è una riforma liberticida – tuonava D’Anna nel luglio dello scorso anno, intervistato da Corriere della Sera e Il Mattino – rischia di consegnare alla sinistra il Parlamento, il Quirinale, due terzi della Consulta, un terzo del Csm. E poi è l’eutanasia di Forza Italia», affermava convinto.
D’Anna alludeva a patti segreti tra Renzi e Berlusconi su questioni giudiziarie relative al leader di Forza Italia. «Avere paura della galera è normale. Ma non per questo si può condannare un partito all’eutanasia. Prima fanno il Patto del Nazareno, poi arriva Pier Silvio che loda Renzi, dopo ancora ci vogliono costringere a votare ‘sto schifo di riforma del Senato’. Le voci girano, si mormorano tante cose». E ancora:«Fini è andato via perché qualcuno gli aveva fatto credere che poteva ambire a fare il premier. Io non voglio andare da nessuna parte: difendo il diritto del popolo italiano e la storia di un partito che vuole fare ancora opposizione». Qualche giorno dopo, sul Fatto Quotidiano, D’Anna rincarava la dose. «Io non mi farò macchiare dall’onta di votare questa fetenzia di riforma. Io voglio bene a Berlusconi ma la democrazia non è un principio negoziabile. Non faccio l’accattone per una poltrona». Insomma, una presa di posizione dura e pura che gli costò, sempre a suo dire, anche un vaffa in faccia da parte di Berlusconi.
Oggi, a quattordici mesi di distanza le cose per D’Anna sembrano essere cambiate, se non addirittura capovolte. Da una fase fittiana (Berlusconi, dopo aver rotto il patto del Nazareno, gli disse:”Avevi ragione tu su Renzi”, stingendogli la mano), si era allineato alla linea berlusconiana del turarsi il naso per il “bene del paese”. Poi la conversione sulla via del 2018 e il passaggio con Denis Verdini, staccatosi da Forza Italia con l’obiettivo di creare gruppi autonomi che sostenessero Renzi, consentendogli di navigare tranquillo fino alla scadenza naturale delle legislatura. Stamattina sul Corriere, D’Anna ha definitivamente suggellato la sua conversione renziana. «Forza Italia – ha detto – è finita. Renzi questa partita l’ha vinta grazie a noi. Adesso bisogna creare un rassemblement in cui mettiamo dentro tutti i moderati per Renzi. Se l’Italcum cambia e torna il premio di coalzione, facciamo la seconda gamba. Ce lo mettiamo scritto anche nel simbolo, chiaro e tondo, “Moderati per Renzi”. […] Noi siamo pronti a scrivercelo in fronte che stiamo “con Renzi” e “per Renzi”». Il concorso per il più coerente del Parlamento è appena iniziato.
Eugenio Cipolla | ottobre 2, 2015 alle 12:46 am | Etichette: d’anna, renzi | Categorie: Italia,Politica ed Economia | URL: http://wp.me/p3RTK9-9Wn