Stasera alle 19.00 circa su RADIO FORZA NUOVA www.radiofn.eu Matteo Castagna illustrerà questo articolo:
L’EDITORIALE DEL VENERDI
di Arai Daniele
Centenario delle prime apparizioni dell’Angelo ad Aljustrel (Fatima, 1915)
Lucia non aveva ancora nove anni, ma già aveva l’incarico di pascolare il gregge della famiglia. L’accompagnavano di solito tre amichette. È nei documenti che nel 1915 a Lucia e alle altre apparve una figura avvolta in una nuvola bianca brillante come la neve, che non si avvicinò né rivolse loro la parola. Le tre amiche lo raccontarono in giro; no Lucia che non ne parlò nemmeno in casa e soffrì perché in paese la gente rideva del racconto. Lucia ne trasse motivo per un futuro riserbo, fino al momento in cui dovete descrivere tutto delle manifestazioni angeliche di Fatima.
Raccontò allora: “Da quanto posso più o meno calcolare, mi pare che fu nel 1915 che avvenne la prima apparizione di quello che penso essere l’Angelo, il quale non osò allora, manifestarsi completamente. Per quanto concerne il tempo, credo che avvennero nei mesi da aprile a ottobre del 1915.
“Sulla costa del Cabeço, ch’è voltata verso Sud, mentre dicevo la corona in compagnia di tre compagne, di nome Teresa Matias e Maria Rosa Matias sua sorella e Maria Justino, della frazione di Casa Velha, vide che sopra l’albereto della valle che si stendeva ai nostri piedi, alleggiava come una nuvola, più bianca della neve, qualcosa trasparente, con forma umana. Le mie compagne chiesero cos’era. Risposi che non lo sapevo. In giorni diversi si ripetè altre due volte.
“Quest’apparizione mi lasciò nello spirito una certa impressione che non so spiegare. Poco a poco, quell’impressione andava svanendo e credo che, se non fossero stati i fatti posteriori, col tempo, l’avrei dimenticata completamente.
Le tre apparizioni dell’Angelo l’anno dopo (1916)
“Non posso precisare le date, perché a quel tempo io non sapevo ancora contare gli anni né i mesi e, neppure i giorni della settimana. Tuttavia mi pare che fu nella primavera del 1916 che l’Angelo ci apparve, la prima volta, nella grotta del Cabeço.
“Ho già detto nello scritto su Giacinta, come salimmo la costa in cerca d’un rifugio; e come, dopo aver merendato e pregato, cominciammo a vedere, a una certa distanza, sopra gli alberi che si stendevano verso Oriente, una luce, più bianca della neve in forma d’un giovane trasparente, più brillante d’un cristallo attraversato dai raggi del sole. Conforme si avvicinava, distinguevamo sempre meglio le fattezze. Eravamo sorpresi e mezzo assorti. Non dicevamo una parola.
L’atmosfera soprannaturale che ci avvolse era così intensa che quasi non avevamo coscienza di esistere durante lungo tempo, continuando nella posizione in cui ci aveva lasciati, ripetendo sempre la stessa orazione. Si sentiva così intensa e intima la presenza di Dio, che non avevamo il coraggio di parlare neppure fra di noi. Il giorno dopo sentivamo lo spirito ancora immerso in quell’atmosfera, che soltanto molto lentamente andò sparendo.
“Di quest’apparizione, nessuno pensò di parlarne né di raccomandarne segreto. S’impose da sé. Era una cosa così intima che non era facile dirne una pur minima parola. Forse ci fece maggiore impressione, perché era la prima, così chiara.
La seconda dovette essere in piena estate, in quei giorni di maggiore calore in cui rientravamo con le nostre greggi a metà mattina, per uscire di nuovo sul tardi-
Andavamo dunque a passare la siesta all’ombra degli alberi che circondavano il pozzo già più volte ricordato (dell’Arneiro). La terza, di nuovo al Cabeço, im autunno.
La Prima apparizione sulla collina del Cabeço
Nel 1916 Lucia va sempre a pascolare il gregge, ma questa volta con i cuginetti Francesco, di otto anni e Giacinta di sei anni. Nella primavera del 1916 i tre erano al pascolo sulla collina del Cabeço, quando appare la figura simile a un giovine molto bello vestito di un bianco come la neve che al sole sembrava di cristallo trasparente. Poteva essere solo un Angelo, che questa volta si avvicinò dicendo: «Non temete. Io sono l’Angelo della Pace. Pregate con me». Si inginocchiò e curvando la fronte fino al suolo e recitò tre volte la preghiera, imitato da loro:
«Dio mio, io credo, adoro, spero e Vi amo. Vi domando perdono per coloro che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano.»
L’Angelo si rialzò dicendo loro: «Pregate così. I cuori di Gesù e di Maria ascoltano la voce delle vostre suppliche.» E scomparve.
Francesco vede l’apparizione ma non ode le parole, che gli saranno riferite da Lucia e da Giacinta. Così sarà per tutte le apparizioni che seguiranno.
La seconda apparizione presso il pozzo della casa di Lucia
Nell’estate 1916, mentre Lucia, Francesco e Giacinta giocavano attorno al pozzo della casa di Lucia, apparve di nuovo lo stesso Angelo, che domanda loro: «Cosa fate? Pregate molto! I Santi Cuori di Gesù e di Maria hanno su di voi progetti di misericordia. Offrite sempre preghiere e sacrifici all’Altissimo.»
Lucia domanda allora come devono sacrificarsi e l’Angelo risponde:
«In tutto ciò in cui vi è possibile offrite a Dio un sacrificio in atto di riparazione per i peccati da cui è offeso, e in atto di supplica per la conversione dei peccatori. In questo modo voi attirerete la pace sulla vostra patria. Io sono il suo Angelo Custode, l’Angelo del Portogallo. Soprattutto accettate e sopportate con sottomissione le sofferenze che il Signore vi invierà».
“Queste parole s’impressero nel nostro spirito, come una luce che ci faceva capire chi era Dio: come ci amava e voleva essere amato; il valore del sacrificio, e quanto Gli era gradito; come, in attenzione ad esso, convertiva i peccatori. Perciò, da quel momento cominciammo a offrire al Signore tutto ciò che ci mortificava, ma senza mettersi a cercare altre mortificazioni o penitenze, se non quella di passare ore continue prostrati per terra, ripetendo la preghiera che l’Angelo ci aveva insegnato.
La Terza aparizione dell’Angelo nell’autunno 1916
“La Terza aparizione dell’Angelo mi pare che dev’essere stata in ottobre, o fine di settembre, poiché non andavamo più a passare la siesta a casa.
Mentre il gregge pascola, sempre sulla medesima collina, Lucia, Francesco e Giacinta stanno ripetendo molte volte la preghiera insegnata loro dall’Angelo, egli compare.
“Come ho già detto nello scritto su Giacinta, passammo dalla Pregueira (un piccolo oliveto appartenete ai miei genitori) alla grotta, facendo il giro della costa dalla parte di Aljustrel e Casa Velha. Là dicemmo la nostra Corona e la preghiera che nella prima apparizione ci aveva insegnato. Mentre eravamo lì, ci apparve per la terza volta, tenendo in mano un calice e su di esso un’Ostia, dalla quale cadevano dentro al calice alcune gocce di sangue. Lasciando il calice e l’Ostia sospesi in aria, si prostrò per terra e ripetè per tre volte l’orazione: Ecco la nuova preghiera insegnata dall’Angelo che, lasciando il Calice e l’Ostia sospesi nell’aria, si prostra fino a terra a fianco e imitato dai pastorelli, ripetendo per tre volte:
“Santissima Trinità Padre Figlio e Spirito Santo, Vi adoro profonmente e Vi offro il preziosissimo Corpo, Sangue, Anima e Divinità di Gesù Cristo prresente in tutti i tabernacoli della terra, in riparazione degli oltraggi, sacrilegi e indifferenze com cui Egli stesso è offeso. E per i meriti infiniti del Suo Santissimo Cuore e del Cuore Immacolato di Maria, Vi chiedo la conversione dei poveri peccatori”.
Dopo, alzatosi, prese di nuovo in mano il calice e diede l’Ostia a me, quel che c’era nel calice lo fece bere a Giacinta e Francesco, dicendo allo stesso tempo:
«Prendete e bevete l Corpo e il Sangue di Gesù Cristo, orribilmente oltraggiato dagli uomini ingrati. Fate riparazione per i loro delitti e consolate il voltro Dio”.
Di nuovo si prostrò per terra e ripetè con noi, ancora tre volte, la stessa orazione.
In seguito sparì. Spinti dalla forza del soprannaturale che ci avvolgeva, imitavamo l’Angelo in tutto, cioè prostrandoci come lui e ripetendo le orazioni che egli diceva. La forza della presenza di Dio era così intensa, che ci assorbiva e annichilava quasi completamente. Sembrava privarci perfino dell’uso dei sensi del corpo durante un lungo tempo. In quei giorni facevamo le azioni materiali, come portati da quello stesso senso soprannaturale che a ciò ci spingeva. La pace e felicità che sentivamo era grande, ma soltanto intima, con l’anima ompletamente concentrata in Dio. La fiacchezza fisica che ci prostrava era pure molto grande.
Osservazioni
In ciascuna delle tre apparizioni l’Angelo fa già menzione del Sacro Cuore di Gesù e del Cuore Immacolato di Maria come a cuori legati indissolubilmente fra loro. L’Angelo ricorda l’estrema gravità del peccato e la necessità di ripararlo nell’amore con l’orazione, il sacrificio, l’offerta eucaristica e la comunione riparatrice, pure per i peccati altrui.
A proposito del nome di “Angelo della Pace” (primavera 1916) si noti che, poco prima delle tre apparizioni dell’Angelo del 1916, nel mese di febbraio, il governo portoghese aveva accolto la richiesta inglese di sequestrare navi tedesche, causando la dichiarazione di guerra da parte della Germania il 9 marzo e determinando in seguito la necessità di preparare truppe portoghesi da inviare al fronte francese.
È importante notare che a proposito della pace l’Angelo (in primavera, estate e autunno 1916) non chiede di pregare per la pace ma, invece, chiede riparazione dei peccati e preghiere per la conversione dei peccatori. La guerra è pure castigo divino, il cui rimedio è sopratutto soprannaturale; solo riparando ai delitti degli uomini e attraverso le conversioni può tornare la tranquilità dell’Ordine di Dio, che determina la pace.
Quanto al nome di “Angelo custode del Portogallo” (estate 1916) si osservi che le antiche Patrie Cristiane etano protette nel corso dei secoli dalla Provvidenza, perché volute da Dio, attraverso il ministero degli Angeli.
Alcuni studiosi identificano questo Angelo con San Michele Arcangelo a cui più volte nei secoli passati i Re del Portogallo affidarono il Paese.
Si può credere che l’Angelo della terza parte del Messaggio profetico di Fatima sia lo stesso delle apparizioni predecenti, quando egli si presentò in altra veste. Dopo, non più il giovane visto dai pastorelli, ma dell’annunziatore dei castighi divini, che seguono innevitabilmente il disprezzo degli avvisi divini, come segue:
- Abbiamo visto al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva grandi fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo intero; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: Penitenza, Penitenza, Penitenza!
Chi era li se non San Michele Arcangelo, cui Papa Leone XIII aveva invocato nel suo esorcismo sul più grande pericolo che avrebbe potuto colpire Santa Madre Chiesa:
- “Orde astuziosissime hanno riempito di amarezza la Chiesa, Sposa Immacolata dell’Agnello, inebriandola con assenzio; si sono messi in opera per realizzare tutti i loro empi disegni. Laddove è stata costituita la sede del beatissimo Pietro, Cattedra della Verità per illuminare i popoli, li hanno messo il trono dell’abominazione della loro empietà, affinché, ferito il pastore le pecore fossero disperse.”
Ecco il più grande pericolo che sarebbe più chiaro poco prima del 1960: l’elezione di un modernista filomassone al Trono di Pietro, che avrebbe aperto la Chiesa al mondo dei nemici della Sposa Immacolata dell’Agnello, inaugurando l’empio Vaticano 2 che, con i suoi esecutori conciliari ha inaugurato la stirpe dei bottegai dell’assenzio ereticale che ha riempito di amarezza la Chiesa e diffuso l’empietà ecumenista nel mondo!
Gloriosissimo Principe delle Milizie celesti, Arcangelo S. Michele, difendici nella battaglia contro le potenze delle tenebre e la loro conciliare malizia.
In questo giorno in cui si festeggiano i nostri cari Angeli Custodi, mi piace ricordare la figura di Santa Gemma Galgani, vissuta a Lucca a cavallo tra 800 e 90; una vita molto breve la sua, ma tutta impregnata di vera santità, quella con la S maiuscola (non come quella dei santi modernisti, a partire da Roncalli e Montini…).
Di lei si dice che era in grande confidenza con il suo angelo custode, oltre che con Nostro Signore; si guadagnò l’aureola faticando tra i fornelli: era infatti a servizio da un’agiata famiglia lucchese, che la teneva per carità cristiana, poiché era molto malata, per cui di lei si dice che era tutta “angeli e fornelli”.
Esistono diverse belle biografie di questa santa lucchese, un pilastro della Chiesa lucchese, assieme a San Paolino, Santa Zita e S. Frediano.
Anche santa Francesca Romana è famosa per la sua familiarità con l’Angelo custode.
http://pierre2.net/it/message-de-marie-a-fatima/
Interessante anche questo, 1948 stato Israele, 1958 Conclave, le due bestie? Di certo è l’ora di Satana che governa per poco tempo e lo sa bene.
Prima del 1960 c’è stato il conclave e poi l’annuncio del concilio ma questo dopo.
Lo spartiacque è lì. Poi nel 1948 Suor Lucia passa al Carmelo e forse subentra la sosia, dalle foto è evidente che le ossa del mento sono diverse.
Domanda: chi è l’angelo custode di questa Italia monti/letta/renziana che si appresta a varare i diritti gender?
Risposta: Bergoglio.