A dare la notizia è il Corriere della Sera, che riporta i racconti di alcuni testimoni.
Ecco cosa dice il Corriere:
“«Erano bianchi, erano giovani sui 25 anni». E ancora: «Sembravano soldati delle forze speciali». A poco meno di dodici ore si hanno ancora informazioni scarne sull’identità degli attentatori di Parigi. Dalle informazioni confermate, per il momento dalla polizia, è noto che 8 di loro sono morti, 6 si sono fatti esplodere dopo aver innescato le cinture esplosive, 2 sono stati uccisi dagli agenti speciali intervenuti. Non è escluso che anche altri siano fuggiti e che la polizia li stia cercando. In alcune testimonianze raccolte da Le Monde si parla di due auto nere, con alla guida 18-20enni, di cui una immatricolata in Belgio che sarebbe stata ritrovata. Ma si tratta di notizie che non hanno ancora trovato conferma. Così come non è confermata la notizia che sarebbe stato trovato un passaporto siriano sul corpo di uno dei kamikaze morti allo Stade de France. Europe 1 riferisce anche dell’identificazione di un secondo attentatore: si tratterebbe di un cittadino francese.”
Altre fonti parlano di un’auto con quattro uomini armati a bordo che pare si stia dirigendo verso Parigi, dopo aver forzato un posto di blocco. Suggeriamo di prenderla con le molle: è illogico che i terroristi si dirigano proprio verso il luogo da cui i loro compagni sono fuggiti e dove ormai l’allerta è massima.
Per il momento, infatti, si sa poco. Noi, da sempre alieni al complottismo, ci limitiamo a segnalare tali testimonianze, suggerendo una spiegazione accettabile per tutti: gli attentatori potrebbero rientrare nel novero dei terroristi addestrati da occidentali (alcuni li hanno addestrati i sauditi, invece) e quindi essere er questo efficienti a tal punto da sembrare membri dei corpi speciali. Potrebbero avere dei complici fra gli agenti o i militari francesi, oppure semplicemente si è trattata della più grande falla di sempre dei servizi segreti francesi.
In ogni caso, cambia poco: il terrorismo, esportato in Siria, Libia e Iraq, si è rivoltato contro chi l’ha foraggiato e sostenuto, come predetto da Assad: il terrorismo non è un’arma che si possa usare per poi mettere da parte come se niente fosse.