Report: Finché c’è guerra c’è speranza…

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Finché c'è guerra c'è speranza

Argomenti: Società
Autori: Sigfrido Ranucci
Stagioni: 2016

Sembra incredibile, ma in Italia c’è chi di giorno indossa i panni del fruttivendolo e la notte gioca a fare la guerra. Un filo rosso che parte da un paesino in provincia d’Imperia e arriva fino a dentro i palazzi di Agusta Westland – Finmeccanica. Nell’inchiesta realizzata da Sigfrido Ranucci, un trafficante d’armi svela alcuni dei meccanismi con i quali le armi arrivano nei paesi africani e in Medio Oriente. Il trafficante racconta anche dell’addestramento fatto sotto copertura nello Yemen dai militari italiani, finalizzato a preparare guerriglieri arabi da utilizzare in funzione anti Isis. Finito l’addestramento, però, nel giro di poche ore i combattenti sarebbero passati nelle fila dei terroristi.

Dall’inchiesta emerge soprattutto la storia di una struttura clandestina dedita all’arruolamento di contractor e all’addestramento di milizie. Una struttura formata da un ex camionista e rappresentante di aspirapolveri, coinvolto in passato in un traffico d’armi; un fruttivendolo sospettato di essere il punto di riferimento di Michele Zagaria, il più feroce dei capi del clan dei Casalesi; un colonnello dell’aeronautica in congedo; ex membri della legione straniera ed ex carabinieri. Tutti insieme, coordinati da un ex promoter della Mediolanum, avrebbero partecipato, con vari ruoli, a un progetto di addestramento di milizie su richiesta di un somalo che ha vissuto a lungo in Italia. Ufficialmente la finalità dell’addestramento sembra essere quella di formare milizie anti pirateria da utilizzare nei mari adiacenti il corno d’Africa. Ma è così? E perché il somalo utilizza una struttura clandestina invece di quelle ufficiali per realizzare il suo progetto? Sullo sfondo emerge il sospetto e il rischio che queste milizie possano confluire nelle fila delle organizzazioni terroristiche. Dall’inchiesta emerge anche che l’ex promoter della Mediolanum cercherebbe di piazzare in paesi sotto embargo elicotteri prodotti da Finmeccanica – Agusta, su incarico di Andrea Pardi, cioè del manager della società Italiana Elicotteri che si è reso protagonista circa un mese fa dell’incredibile aggressione al nostro inviato Giorgio Mottola. Pardi, per vendere a paesi in conflitto o sotto embargo, si sarebbe fatto aiutare da politici insospettabili.

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Fonte: http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-2bc4fc97-885f-4db5-af72-bd7a3fe88f03.html

 

Una Risposta

  • Da non meravigliarsi di nulla in questa repubblica delle banane governata da politici con difetti di pronuncia e con stigme facciali indicative di menomazioni forse più interne.
    Poche sere fa a “porta a porta” una Pinotti cui fu conferito incarico di mnistressa della difesessa italialessa, con orgoglio raccontava di soldati italiani che addestrano miliziani in Iraq per agire contro l’Isis.
    Sarebbero, ovviamente quei miliziani che vengono considerati terroristi “moderati” sia dagli Usa sia dagli alleati europei.
    Di questi “moderati” uno fu quel famoso che strappò il cuore di un soldato regolare siriano per mangiarlo crudo, così com’era…
    Fu l’episodio così ributtante e così denso di significato che Putin accusò per questo le potenze occidentali colluse. Cameron, presente, all’accusa, glissò astutamente dato che l’Inghilterra è collusa più che mai nella sovvenzione a queste atrocità e nefandezze.
    Questa è la situazione politica ai giorni nostri, signori !

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