Vladimir Putin si racconta in prima persona, ma questa volta in italiano. Su Rete 4 lunedì 7 dicembre infatti andrà in onda in seconda serata un film documentario sul presidente russo, realizzato da Rossiya 1. Il documentario “Il presidente” è stato proiettato in anteprima a Roma alla presenza dell’Ambasciatore russo Sergei Razov e del presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. Nei 90 minuti di film si susseguono le tappe della presidenza Putin dal 1999 fino alla crisi siriana. Non manca il racconto sui momenti più difficili e controversi della politica del presidente, come la guerra cecena, la tragedia dell’equipaggio del sottomarino Kursk e l’attentato terroristico al teatro Dubrovka, che lo stesso Putin definisce “il momento più brutto della mia storia politica”.
Nonostante una stampa molto critica nei confronti del leader del Cremlino, in Italia tra i semplici cittadini Putin è sempre più popolare. Questo film rappresenta senz’altro un grande interesse per le persone che si chiedono “chi è Putin”, per il pubblico che ammira il presidente russo, ma vorrebbe capire meglio l’uomo e non solo il politico.
Il centro del documentario è l’intervista a Putin filmata in una sala del Cremlino, che viene completata con interviste a personalità vicine al presidente. Non mancano certamente immagini che ritraggono il Putin sportivo, giocatore di judo, il Putin alle prese con l’hockey, il pianoforte e le lingue straniere. Un ritratto biografico completo e interessante.
Comunque la si pensi, Putin è una figura centrale oggi più che mai nello scenario mondiale ed ha “un ruolo storico datogli dal destino” come racconta in un’intervista a Sputnik Italia Alessandro Banfi, giornalista che assieme a Carlo Gorla ha curato la versione italiana del documentario.
— Alessandro Banfi, com’è nata l’idea di proporre al pubblico italiano questo film biografico su Vladimir Putin?
— Ci sembrava un bilancio della presidenza Putin fatto dal suo punto di vista, però molto vicino, interessante. C’è grande curiosità e attenzione in questo momento, la sua personalità è centrale nello scenario internazionale, invece di chiedersi ogni giorno chi è Putin, si tratta di vedere concretamente un riepilogo di questi 16 anni e credo questo rivesta un grande interesse
— A differenza di una stampa italiana molto critica nei confronti di Putin, tra i lettori e i semplici cittadini la popolarità del presidente russo è sempre più forte. Perché secondo lei?
— L’ha spiegato secondo me bene oggi il presidente Confalonieri. Più politici di diverso orientamento in Italia ritengono Putin un punto di riferimento, una garanzia per la stessa democrazia occidentale.
L’Europa è divisa, c’è una leadership occidentale che sembra delle volte mancare, si ammirano quindi le proposte, la fermezza, la franchezza, l’essere molto diretto di Putin.
— Secondo lei qual è il ruolo di Putin oggi?
— È un ruolo storico che gli da il destino. Quando si passa da un sistema unipolare ad uno multipolare, ci vuole un leader forte che interpreti questo passaggio. Putin fa sperare tutto il mondo, certo chi ha meno potere nel mondo, che lui possa essere uno dei grandi della Terra ad aiutare un riequilibrio multipolare. È un’opportunità per tutti per la libertà e la democrazia.
Sarei rimasto a guardare l’intervista se non fosse per l’osannato Del Debbio che conduce un programma che finge di essere di destra ma raccoglie individui svariati non lasciando parlare bene nessuno. Se penso che questo presentatore astuto viene candidato dalla destre, comprendo come il coacervo politico di destra sia alla frutta.
Il fatto poi che l’intervista ad un uomo politico della qualità di Putin possa essere interrotta dalle grottesche e stupide pubblicità di Mediaset che interrompono in ogni momento mi da una tal noia che rinuncio a sentire quel che già ho sentito in internet.
Il fatto aggiuntivo che Mediaset sfrutti il personaggio Putin per accrescere l’indice di ascolto soltanto (Berlusconi avrebbe potuto cambiare la storia e la cultura italiana se solo avesse dedicato programmi culturali invece di ballerine e spettacolini, infischiandosene degli ascolti) mi da’ sui nervi e mi costringe ad acculturarmi qui e cercare di glorificare il Signore contribuendo all’informazione senza fare pubblicità nè di me stesso nè di altri…
Io sono rimasto a guardarlo saltando del debbio, hanno praticamente sottaciutola sua religiosità , della ricostruzione della cattedrale di San Pietro non se ne è parlato .