Qatar e Turchia. Alleati dell’Occidente, ma alleati dalle amicizie pericolose, troppo vicini alle milizie islamiste perché la cosa non desti sospetti sulle reali intenzioni dei due Paesi. Non è una novità che ad Ankara e Doha le posizioni di determinate formazioni in Siria e Libia siano piuttosto ben accette, ma un’inchiesta del Sole 24 Ore ricostruisce con precisione una serie di passaggi di armi e munizioni ben più che sospetti.
Sono soprattutto una serie di voli militari, denunciati nel 2013 dal New York Times, a far dire che gli Stati Uniti non potevano non sapere dei traffici di turchi e qatarioti. Si parla di un certo numero di C-17, aerei da trasporto militare di Doha, volati dalla Libia alla capitale dello staterello del Golfo e da qui ad Ankara.
Sono in tutto 28 i voli che da gennaio ad aprile di quell’anno hanno volato tra Doha e Ankara e tra Doha e Gaziantep, nell’area meridionale della Turchia, non troppo lontano dal confine siriano. Per volare su quella rotta gli aerei hanno dovuto ottenere uno speciale nullaosta diplomatico, ma nessuno sembra disposto a spiegare per quale motivo.
Per il passaggio sullo spazio aereo greco Atene ha detto semplicemente di non sapere nulla, un po’ come i sauditi, che non hanno proprio risposto alle domande poste dalle Nazioni Unite. E l’Egitto, che qualcosa ha detto, si è limitato a parlare di un avvicendamento – poco credibile – degli uomini di guardia all’ambasciata del Qatar in Libia.
Secondo il quotidiano economico che i voli passassero inosservati agli Stati Uniti è praticamente impossibile. Peraltro la tappa intermedia per i trasporti era la base di Al Udeid, “quartier generale avanzato” delle forze americane in Medioriente. Inoltre, aggiunge Il Sole, la società che gestiva i voli era la Jeppesen, controllata della Boeing, che al Pentagono deve il 30% del fatturato.
Nessun prodotto nel carrello.
Il tuo account verrà chiuso e tutti i dati verranno eliminati in modo permanente e non potranno essere recuperati. Sei sicuro?