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Charlie Hedbo se la prende col Dio cristiano perché è più facile da sfottere

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Segnalazione Quelsi

by Pietro Torri

Copertina anniversario Charlie HebdoLa vignetta che campeggia sulla copertina del numero di Charlie Hebdo nell’anniversario della strage ha scatenato le solite polemiche perché raffigura Dio con la didascalia “un anno dopo è ancora in fuga”. Secondo Panorama si tratta di “un dio generico, di tutte le religioni”, ma siamo proprio sicuri che si tratti di un Dio indistinto, universale? Perché a vedere come è rappresentato così proprio non sembra. Capelli lunghi, barba, sandali ai piedi, un abito che sembra un saio e soprattutto il triangolo e l’occhio che nell’iconografia cristiana rappresentano la trinità e l’onnipresenza e l’onniscienza di Dio.

Anche il Fatto Quotidiano sposa questa tesi ed in un articolo descrive così il monoteismo “Da quanto (pur per sommi capi) argomentato emerge in tutta chiarezza l’istanza violenta, cioè essenzialmente militare, legata al monoteismo in quanto momento apicale del modello guerriero indoeuropeo fondato sull’obbedienza a divinità maschili celesti e sull’amministrazione teologica del potere da parte dell’autorità politica, sia essa immediatamente religiosa o secolarizzata, cioè anche presidenziale o parlamentare”.
Affermazione che ha un vago retrogusto stantio di “religione oppio dei popoli “.

D’altro canto vale la pena notare che la posizione di supremazia dei guerrieri, della casta sacerdotale e dell’uomo sulla donna è ben presente anche nelle società greca e romana che erano politeiste. E lo stesso schema è presente anche nell’antico Egitto, anche questo dominato da una religione politeista, se si esclude il breve periodo in cui il faraone Amenofi IV cercò  di imporre il culto dell’unico Dio Aton. Quanto alla condizione femminile e al grado di violenza di una società, senza andare ai tempi passati, si può considerare la situazione dell’odierna India, dove le donne vengono abortite selettivamente e la comunità indù si macchia spesso di crimini violenti nei confronti delle minoranze cristiana e musulmana.

Il Dio rappresentato dai vignettisti francesi è dunque facilmente riconoscibile ed è il Dio cristiano, che è  sicuramente il Dio meno pericoloso da sfottere, oltre a garantire l’approvazione della laicissima Gauche Caviar francese. È assolutamente improbabile che da Piazza San Pietro, Lourdes o Loreto parta un commando che vada a compiere una strage nella sede di Charlie Hebdo per vendicare l’onorabilità del Dio dei cristiani.

A questo punto si può sospettare che il Dio rappresentato nella vignetta sia un Dio così “cristiano” per un motivo molto semplice e molto umano, e cioè la sacrosanta paura dei vignettisti . Paura non solo di essere nuovamente attaccati da fanatici islamici ma anche di essere abbandonati da quella parte di sinistra che non tollera si parli male di Islam e di immigrati. Giusto per fare un esempio basta prendere in considerazione la reazione di tanta parte della sinistra dopo quanto è accaduto la notte di Capodanno a Colonia.

Ben poche voci “progressiste” si sono levate per condannare l’aggressione subita dalle donne tedesche da parte di un migliaio di immigrati nordafricani. In Italia, per fare un esempio, il PD non è pervenuto, la Boldrini è dispersa non si sa bene dove e tutte le femministe del “se non ora quando” erano evidentemente impegnate a riempire la calza di doni per figli e nipotini. In pratica gli autori di Charlie Hebdo rischierebbero di mettere in pericolo la propria vita passando pure per biechi razzisti. Dopo l’attacco subito lo scorso anno non si può certo pretendere che dei vignettisti debbano essere eroi votati al martirio, però avrebbero forse fatto meglio a soprassedere, piuttosto che a prendersela solo con chi sanno non reagirà.

Pietro Torri | gennaio 8, 2016 alle 12:21 pm | Categorie: Attualità | URL: http://wp.me/p3RTK9-aLV

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