La propaganda di regime intensifica gli sforzi per imporre il ddl Cirinnà

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TRIO

Segnalazione Corrispondenza Romana

Non vi è dubbio alcuno che l’eventuale approvazione dell’iniquo ddl Cirinnà sulle unioni (in) civili, rappresenterebbe una tappa molto importante nel processo rivoluzionario di distruzione della famiglia e dell’ordine naturale, che passa necessariamente attraverso la legittimazione giuridica dell’immoralità.

La legge che disciplinerebbe le convivenze e le unioni omosessuali costituirebbe infatti il coronamento di un lento ma inesorabile cambiamento culturale che ha portato la società a ritenere normali o quantomeno accettabili i comportamenti contro natura. Pertanto, non desta sorpresa il fatto che in vista del raggiungimento dell’obiettivo le forze anticristiane profondano il massimo sforzo per condizionare l’opinione pubblica e costringere la politica a legiferare nel senso da esse auspicato. E’ in quest’ottica che vanno inquadrati gli “spot” pro gay curati dalla propaganda di regime, che mira a stabilire il controllo totale dell’informazione e della cultura, come in ogni dittatura che si rispetti.

Tale finalità è stata resa particolarmente evidente all’interno di due trasmissioni televisive,Presa Diretta e Che tempo che fa, entrambe andate in onda il 24 gennaio scorso su Rai Tre, l’emittente televisiva nazionale che più di tutte funge da cassa di risonanza dell’establishment politico e culturale: le telecamere di Presa Diretta sono andate fino in California, a Palm Springs, una delle 10 città degli Stati Uniti con la più alta concentrazione di coppie omosessuali, dove è stata raccontata la storia e raccolta la testimonianza di Kirin Manson, già mamma di tre bambini, la quale si è prestata a fare la madre surrogata di due bambini da destinare ad altrettante coppie di omosessuali italiani.

Nella stessa trasmissione sono state anche raccolte le testimonianze di coppie omosessuali che si sono sentite discriminate, di imprenditori che hanno deciso di estendere ai propri dipendenti omosessuali le stesse tutele degli altri lavoratori, dell’ex presidente del tribunale dei Minori Melita Cavallo e quelle dei politici coinvolti nel dibattito di questi giorni. Il tutto confezionato in modo da veicolare il consueto messaggio demagogico secondo cui i gay sarebbero oggetto di ingiuste discriminazioni e che concedere loro alcuni diritti non toglierebbe nulla agli altri e alla società nel suo complesso.

Nella puntata preserale del 24 gennaio di Che tempo che fa, la comica di sinistra Luciana Littizzetto, spalleggiata dal noto conduttore televisivo Fabio Fazio, ha invece inscenato una sorta di presa in giro della religione e del Family Day del 30 gennaio, definito “un ritrovo di preti e di politici divorziati che vanno a prostitute”, chiedendosi in maniera ironica di cosa si abbia paura, se per esempio si teme che le coppie omosessuali possano contagiare il resto della popolazione.

Oggi più che mai è necessario resistere agli attacchi pianificati delle forze anticristiane che possono contare sull’appoggio pressoché totale degli organi di informazione. Tuttavia, si avverte un certo nervosismo legato alla manifestazione del 30 gennaio, che sembra evocare il fantasma del 2007, anno in cui il Family Day riuscì a bloccare i Dico, una bozza di legge simile a quella attuale. Il timore degli estensori del ddl Cirinnà, e soprattutto di chi li manovra, è che anche stavolta l’obiettivo di giungere ad una qualche legittimazione giuridica delle unioni omosessuali sfumi proprio all’ultimo; cosa che, naturalmente, ci auguriamo possa puntualmente accadere. (A. D. M.)

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