Segnalazione del Centro Studi Federici
San Giovanni Bosco consacrò buona parte del suo ministero a favore dell’editoria, con la pubblicazione di numerosi libri e riviste che rappresentarono la “buona stampa” da opporre all’azione devastatrice della “cattiva stampa” anticlericale e laicista. Nacquero così alcune collane di scrittori cristiani, pubblicate in particolare sulle colonne delle Letture Cattoliche, fondate nel 1853. Nel fascicolo n. 6 del 1934 apparì La vendetta del mercedario, “racconto medievale” del padre Anton Huonder. Gesuita del Canton dei Grigioni (1858-1926), “missionologo, ricercato predicatore di esercizi spirituali e forbito scrittore” (Enciclopedia Cattolica) compose numerose opere missionarie rivolte alla gioventù. Il romanzo, ristampato a cura di Amicizia Cristiana, è ambientato nel Medioevo, epoca da un lato demonizzata da un’ampia letteratura di stampo illuminista e, dall’altro, travisata da ambigui autori che si rifanno all’età di mezzo in chiave esoterica. Don Bosco voleva dare ai suoi ragazzi dei testi capaci di far amare e difendere la storia della Chiesa: anche nel caso della traduzione dell’operetta di Huonder questo scopo fu raggiunto. Il testo infatti permette alla fantasia del lettore, attraverso le vicende dei protagonisti, di rivivere lo spirito di fede che contraddistingueva la civiltà cristiana.
Il titolo può sembrare paradossale, poiché associa un concetto come la vendetta col glorioso ordine (“Celeste, Reale e Militare”) di Santa Maria della Mercede, fondato nel 1218 da san Pietro Nolasco allo scopo di redimere i cristiani schiavi dei maomettani e approvato nel 1235 dal Papa Gregorio IX. Il personaggio centrale del racconto è Raimondo di Elvaz, un nobile cavaliere che ritorna dalla Terra Santa dove aveva combattuto con le armi i nemici della Croce. Dopo un tragico
evento entra nell’Ordine della Mercede, dove nuove lotte lo attenderanno, da affrontare, però, con la pratica dei consigli evangelici. Il susseguirsi degli avvenimenti mostreranno a lui e al lettore come il combattimento più arduo sia quello da praticare contro se stessi, come insegna il principio ignaziano, familiare all’Autore, “vincere se stessi senza essere determinati da alcun affetto disordinato”… La “vendetta” allora sarà il coronamento del combattimento spirituale del monaco mercedario, capace di praticare l’amore di Dio e del prossimo come solo un cuore generoso, rigenerato dalla grazia, può fare. È un libretto che segnalo volentieri, capace di assicurare una piacevole ed edificante lettura alle persone di ogni età.
don Ugo Carandino
LA VENDETTA DEL MERCEDARIO, Racconto Medioevale, Amicizia Cristiana, Chieti 2015 Pag. 96 – €9,00
http://www.edizioniamiciziacristiana.it/lavendettadelmercedario.htm
Recensione pubblicata sulla rivista “Sodalitium”, n. 67, dicembre 2015:
http://www.sodalitium.biz/index.php?ind=downloads&op=entry_view&iden=74