di Redazione
Pur essendo degna di lode l’azione di protesta da parte delle Associazioni firmatarie della lettera al “vescovo” di Treviso, dobbiamo considerare la visione diametralmente opposta alla nostra, nel modo in cui ci si rivolge alle cosiddette gerarchie ecclesiali.
Riteniamo utile smetterla di rivolgersi ad un “prelato conciliare” come se ci si rivolgesse ad un legittimo Vescovo di Santa Madre Chiesa. E’ necessario adire le vie legali, perché in questo caso, ci sono tutti i presupposti. Solitamente i conciliari tendono a non fare nulla a fronte di lettere di questo tenore, per quanto corrette nei contenuti, ma esperienza insegna che l’azione di pubblica protesta, anche costante, “vis à vis” (con chiari e duri volantinaggi o altre azioni eclatanti e mediatiche) può portare, nel breve, medio o lungo termine a raggiungere obiettivi insperabili. La liberazione della chiesa di San Pietro Martire dai luterani ivi insediati con contratto stipulato con la diocesi scaligera, dopo 5 anni di battaglie furibonde da parte dei cattolici tradizionalisti ne è una dimostrazione, che è già stata oggetto, persino, di tesi di laurea.
Segnalazione di Luciano Gallina
Avvisiamo che ci sono alcune immagini forti ed esplicite, volgari e pesantemente lesive del senso del pudore