IL«PAPA BUONO»: «MISSING LINK» DELL’INVOLUZIONE FINALE

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Roncalli . missing linkL’EDITORIALE DEL VENERDI

di Arai Daniele

Spiego la scelta di questi termini a partire da «involuzione», il contrario di evoluzione per l’essere umano; declino di quel che gli è speciale perché creato a immagine e somiglianza di Dio: l’intelligenza e la volontà, alla base della fede integra e pura.

Come da articoli precedenti, questa visione trova base evangelica nella meditazione della frase di Gesù: “Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la fede sulla terra?” (Lc 18, 8). Essa rimanda al tempo della fine del mondo, quando le difficoltà di credere saranno crescenti, forse fatali, per la sopravvivenza della fede per cui l’uomo è stato creato – difficoltà perfino (se non specialmente) nei chierici a essa votati.

Basta per capirlo in questi tempi, considerare il passaggio dai Papi quali Pio IX e Pio XII agli antipapi Giovanni 23 e successori, o allora da Mgr Lefebvre a Fellay, o da Monsignore Castro Mayer a Rifan. E si può continuare all’infinito, anche per gli uomini della politica, del pensiero, ecc. Se vi è una reale evoluzione tecnologica, essa causa un crescente rilassamento vitale nell’uomo moderno. Questo s’indebolisce, contando sul graduale trasferimento all’esterno di quel personale esercizio della propria intelligenza e volontà. Di queste dipende da fede, che rischia allora lo stesso indebolimento.

Passiamo al termine «missing link», dall’inglese – anello mancante, nel caso, tra gli umani e gli animali inferiori; prova cercata nel diciannovesimo secolo per la teoria dell’evoluzione, ma superata, perché introvabile nella stessa «catena evolutiva» della vita. Invece qui, penso che si applichi bene a Roncalli, Giovanni 23, mai per il passaggio impossibile dal vero Papa, Pio XII, a questo antipapa di terza scelta, ma per l’evoluzione della rivoluzione illuminista, arrivata nel Vaticano conciliare (v. da Montini a Ratzinger e compagni). Infatti, molti dotti autori hanno dimostrato, e il personaggio Roncalli stesso ne sarebbe fiero, d’aver aperto la Chiesa a idee rivoluzionarie illuminate, in materia di teologia e liturgia, ma pure a quelle protestanti e comuniste. Il suo inveterato modernismo lo rendeva ammiratore di Steiner come di Teilhard de Chardin, del movimento liturgico di don Beauduin, come d’interesse per gli extraterrestri. Ecco la mentalità di tale chierico modernista infiltrato, la cui carriera lo ha portato niente meno che alla sua «elezione papale»… per aprire le finestre del Vaticano al suo utopico mondo nuovo!

Ecco allora Roncalli, «missing link» della santificazione rivoluzionaria della modernità! Impossibile anello mancante nella continuazione del Papato, ma primo enigmatico «papa» eletto canonicamente per molti, arrivato oggi a «santo», per altri: comunque un tabù insuperabile agli occhi di alcuni cattolici tradizionali.

Uno dei migliore lavori che conosco sulla carriera di Angelo Roncalli, esempio di studio perspicace di stampo accademico, è quello di don Francesco Ricossa, il sacerdote intelligente e ben formato, dedicatosi a decifrare tale sfinge clericale per la gravità fatale delle sue aperture. Ma tale analisi s’è fermata senza una conclusione consona a quanto documentato.

Anch’io ho un libro sull’enigma Giovanni 23, presentato da Franco Bellegrandi, che è passato por varie mani per poi … non essere pubblicato. Ma qui il problema va in senso contrario a quello di don Francesco, fermatosi, pare, perché la conclusione che Roncalli fosse un deviato non eleggibile sarebbe contraria alla tesi che sposa.

La «libertà di coscienza» che svincola, germe della nuova chiesa

Nella ricerca del termine più irriducibile delle questioni umane di tutti i tempi e luoghi, dall’inizio dei grandi enigmi storici al crollo della Chiesa Cattolica ieri, dalle confusioni dei nostri giorni dovute alle misere tirate di Bergoglio, a quelle dei «Panama Papers», quale termine si può trovare per tale questione vitale se non quello di «coscienza»? Quale altro potrebbe mettere a fuoco l’origine e il centro d’ogni questione umana?

E poi, su quale proprietà della coscienza va concentrata tutta l’attenzione se non sulla sua libertà di conoscere la verità? Perciò il Signore ha dato all’uomo la chiave vitale nella lezione: «Conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»(Gv 8, 31). Chiave della lezione basilare affidata alla Chiesa, in primis alla persona del Papa, Vicario di Cristo.

La libertà ha per oggetto il bene conforme la ragione. La libertà di errare «dimostra che siamo liberi, come la malattia, che siamo vivi, ma dell’umana libertà non è che difetto»; «Il poter peccare non è libertà, ma schiavitù», insegna san Tommaso. Eppure, lo spirito del male per incutere proprio la libertà di peccare sussurra inversamente: Conoscerete la libertà e la libertà vi farà veri uomini, nella vostra piena dignità!

L’enigma storico risale alla Genesi e al peccato originale, al quale si deve sempre riferire per arrivare a delle vere risposte in un mondo moderno infettato dalla libertà di errare e di mentire, ai più alti livelli civili e clericali. Come mai il mondo contemporaneo è arrivato a tale infezione, a punto di consacrare religiosamente la formula sopra?

La questione non è limitata soltanto a persone irretite nell’enorme tela d’insidie e inganni odierni, ma è legata a sofismi senza fine con inaudite cadute per l’intera sorte della vita umana in terra. E tutto accelerato a partire da quel periodo rivoluzionario che seguì la morte di Pio XII, l’ultimo Papa cattolico.

Sì, perché spuntò allora un enigmatico «papa buono», deciso a lasciare il suo segno nei tempi nuovi. Pareva segno isolato come un piccolo vertice, di «semplicità geniale», ma presto si dimostrò nella sua realtà come punta di iceberg che svela una colossale piramide di poteri terreni legati alla Massoneria. Tutto, in quel mare sinistro di piani segreti e atroci delitti per «liberare la coscienza umana» per l’erezione di un «nuovo ordine mondiale»: processo finale per svincolare le anime dall’Ordine cristiano.

Quale il ruolo del giocondo Roncalli in questo tenebroso processo rivoluzionario che negli ultimi secoli ha scatenato ogni sofisma e falsità, ogni guerra e violenza per abbattere il Cristianesimo? Ebbene, per difendere l’Ordine cristiano – della Verità incarnata nel mondo – Dio ha istituito la Chiesa e il Papato; Cittadella per la difesa del diritto dato a ogni coscienza d’essere formata nella Verità che libera. Ecco che proprio entro quelle mura in quell’ora è apparso Angelo Roncalli che, eletto «papa buono», avrebbe lavorato per espugnarla con suo – fino allora – celato spirito modernista. Aveva di certo in mente come prioritaria quella questione della «libertà di coscienza» di senso illuminista contrario al Magistero. Tutti i Papi si sono pronunciati per vincolare le coscienze alla Verità di Gesù Cristo, che libera, ora dalla stessa cattedra Giovanni 23 voleva svincolarle alla «libertà che danna»! Proprio quella a cui Papa Gregorio XVI (Mirari vos) attribuì la desolazione dell’«apertura del pozzo dell’abisso». Siamo quindi, con Roncalli, a un enigmatico «Cavallo di Troia» a Roma; un enigma apocalittico.

Per decifrare l’enigma, che pare di portata terminale, occorre seguire le tappe secolari della ribellione umana divenuta poi rivoluzione a partire dalla trasgressione originale riguardo alla scienza assoluta del bene e del male. Da allora infatti un mare d’idee avanzò per alterare la nozione stessa della libertà e della colpa, che aveva prodotto la caduta primordiale. Per restaurare la natura umana indebolita da tale caduta, il Redentore soffrì la Passione da cui nacque la Sua Chiesa. Essa esiste essenzialmente per questo restauro della coscienza di fronte al tentato oscuramento operato col falso concetto della piena libertà come massimo attributo della dignità umana, questione cruciale per la vita personale e sociale, su cui si è sempre pronunciata la Chiesa, invocando la riparazione a simile male, denunciando e condannando i liberi pensieri erratici ed eretici: dallo gnosticismo al modernismo.

L’enigma storico riguarda il processo secolare d’adulterazioni dei termini della «libertà delle coscienze» riguardo alla Verità divina, in «libertà di coscienza» autonoma, che non esclude né il deismo, né l’ateismo, né il misticismo esoterico e ecumenista, aperto a ogni idea religiosa, come vuole l’illuminismo modernista.

Quindi, la prima questione per decifrare l’enigma Roncalli riguarda il come e il quando tale abominio morale e mentale cominciò a infettare uomini di Chiesa confrontati con la confusione sul rapporto vitale per l’uomo tra verità e libertà che, nei tempi moderni, raggiunse dimensioni sociali e religiose da richiamare, come si è visto, un passo fatale del libro dell’Apocalisse, che diveniva un passaggio storico.

Il germe della cupa rivoluzione vaticana nel «roncalpensiero»

Poiché tale mutazione per la liberazione religiosa delle coscienze iniziò a venir insinuata come dottrina proprio dal «papa buono», dimostratosi pastore deviato, in ciò risiede l’aspetto allucinante dell’enigma: il volto del neotentatore viene a coincidere con quello apparentemente bonario di Roncalli. Poteva costui ignorare il rapporto della «libertà di coscienza» con l’apertura degli abissi sigillati dal Sangue del Salvatore?

Il percorso di tale mutazione pareva mascherata, in materia religiosa, dai due termini evocati – pistis o gnosis. La prima – la fede – comporta l’ossequio della ragione – rationabile obsequium – alle verità rivelate da Dio all’uomo, con tutte le loro logiche conseguenze. Qui l’uomo è rivolto verso Dio, ha in Dio il suo riferimento, ne esegue i comandi e ne segue le indicazioni. Questa è la conversione a Dio ed il distacco dalle creature, conversio ad Deum et aversio a creaturis. Con la seconda, l’uomo volge le spalle al Creatore, si rivolge ai suoi simili, fa riferimento a se stesso, e il suo pensiero decide autonomamente circa il bene ed il male. Seguire la seconda vuol dire compiere invece quella aversio a Deo et conversio ad creaturas che è la definizione stessa di peccato. Tutto ciò, che comprende anche eventuali intuizioni o presunte ispirazioni dichiarate divine (da Giovanni 23), da identificare in senso lato con lo «gnosticismo». Perché due sono le direzioni essenziali del pensiero umano: quella di chi riconosce e segue il Dio che si fece uomo, la «fede», oppure quella dell’uomo che si fa dio decidendo sul bene e sul male, sintetizzabile come «gnosticismo».

Dalla «Pacem in terris» alla «Dignitatis humanae»

La direzione del «roncalpensiero» rilanciando l’ambiguità erasmiana nella «Pacem in terris» è verso lo gnosticismo e chiaramente contiene la frase chiave della revisione conciliare sui concetti di dignità umana e libertà religiosa: «In hominis iuribus hoc quoque numerandum est, ut et Deum, ad rectam conscientiae suae normam, venerari possit, et religionem privatim et publice profiteri»; cioè «Fra i diritti dell’uomo va annoverato anche quello secondo cui ciascuno ha il diritto di onorare Dio seguendo la retta norma della propria coscienza e di professare la propria religione in pubblico e in privato» (AAS 55, 1963, p. 260).

Ecco l’ambiguità rilanciata con la “semplicità geniale” del falso pastore: si tratta di norme divine su cui si fonda la «retta coscienza», o di una «retta norma», come giudizio della propria coscienza autonoma? L’abbozzo di quest’ambiguità di Erasmo era stato condannato dalla Chiesa nel passato. Nei nostri tempi ritorna rinforzata da un «papa buono» per l’«aggiornamento» conciliare, ambiguità che si rivelerà come riferimento più citato nella «Dignitatis Humanae» per far avanzare l’opzione ereticale di una «coscienza autonoma», poi ecumenista della stessa nuova chiesa conciliare.

Ai promotori del Vaticano 2 spettava la gloria del passo seguente: andare incontro ai rivoluzionari ormai moltiplicatisi, non per combatterli, ma per benedirli, secondo il noto Discorso di Paolo 6 alla chiusura del Vaticano 2. Ma attenzione, Montini, compagno di Roncalli, non è divenuto eretico perché ha firmato la DH e altri documenti eretici, ma li ha firmati perché eretico da lunga data; questo ha svelato, non meno del compagno «papa buono»!

Giovanni 23 usava dire che non importa da dove si viene, il passato – ma dove si va – il futuro. Ora, princìpi e fini sono legati all’inizio, al passato trasmesso nella Tradizione. Un futuro slegato da essa si nutre solo di utopie. Ma per i modernisti la realizzazione di questi sogni chimerici, come descritti da San Pio X, sono l’obiettivo della vita sociale, quel «fine» che giustifica i mezzi, come siano le alleanze pericolose con ogni utopismo materialista o gnostico; quel «fine» così accarezzato dalle proprie idee, anche religiose, da giustificare perfino simulazione, ipocrisia e spergiuro (Angelo Roncalli non aveva fatto il giuramento antimodernista?), mezzi leciti per chi segue una carriera clericale che può portare al trono che giudica dei mutamenti del mondo.

Come negare che le idee di Giovanni 23 fossero di direzione gnostica, massonica e modernista, dopo aver dichiarato simpatia e operato aperture al mondo che impone tale «libertà di coscienza», come «bene», e ciò a danno della libertà delle coscienze che aspirano al «bene universale», rivelato e conosciuto nella fede cattolica?

Per il modernista, al contrario, sono i «bisogni della vita presente, secondo i tempi» che devono determinare l’idea del «bene» che suscita una «fede»: un cristianesimo aggiornato a un piano utopico di riconciliazione «più universale» per riparare quanto aveva fatto nella sua millenaria storia! Inversione avvenuta ricorrendo all’«ispirazione celeste» per convocare il Vaticano 2 a servizio del modernismo degli gnostici!

Su questi errori e le sue terribili conseguenze versa la Profezia di Fatima, rifiutata pur indicando il tempo del crollo dovuto all’eliminazione virtuale del Papato, sostituito da quell’«altro», il che fa pensare alla fine dei tempi cristiani, attuale situazione della Chiesa e della Cristianità che richiede al cattolico di riconoscerla per poter reagire.

– L’«aggiornamento» roncalliano previsto per “la coscienza della Chiesa” fu il processo di natura modernista e massonica elaborato da tempo e da una mentalità anticattolica, dottrina in rottura con la Chiesa di sempre, fondata sulla Tradizione. È prodotto di un’altra dottrina che si svela parte del gran processo massonico richiedente aperture e riconciliazioni pubbliche della Sede con nemici dichiarati della Chiesa e della Fede. Ecco l’opera avviata da Giovanni 23 e continuata, senza soluzione di continuità dai suoi successori nello spirito del Vaticano 2. È il processo spinto oggi da Bergoglio;

– Tale processo solo poteva essere messo in atto da un chierico impregnato da queste idee contrarie al Cattolicismo che riuscisse con l’inganno a occupare la Sede dell’ Autorità cattolica, come è avvenuto con Roncalli. Perciò, l’evento che ha portato a ottenere materialmente quel potere davanti al mondo, segnala il momento in cui la perfida esecuzione di tale processo sia passata dalla condizione potenziale a quella operativa. Tale evento è stato il conclave che ha eletto Giovanni 23 papa;

– Ne consegue che – la convocazione del Vaticano 2 e gli accordi relativi con il B’nai Brith, con il Cremlino comunista, con i Protestanti e altri compromessi messi in atto da allora per la mutazione liturgica, processo allora iniziato da Giovanni 23; parte di quella rivoluzione liberale e ecumenista aperta a un nuovo ordine globale. Il tutto ha origine in Vaticano nel momento che ha acquisito di fronte al mondo una «autorità cattolica» nella persona di un «papa buono», continuato nei successori da lui favoriti;

– Il 1º conclave di queste elezioni,  va quindi visto come causa di quanto seguì in questi oltre cinquanta anni di opera conciliare; è conseguenza dell’elezione di Giovanni 23. E poiché senza risalire alla causa non si corregge una situazione in atto, questa causa va denunciata dai tetti come primo requisito per seguire l’unica via di ripresa dal vuoto della Vera Autorità cattolica. Senza ripristinarLa, per espungere tutti i documenti del Vaticano 2 le e deviazioni conseguenti, sul piano umano, non si presenta soluzione.

–  Non si può voler sanata simile abominazione della desolazione nella Chiesa santa, che altera la vita di tutti i popoli, senza testimoniare l’origine religiosa del processo iniziato nel conclave papale che elevò al possesso materiale della Sede di Pietro un apostata modernista, imbevuto di un’altra fede, per alterarne la missione. Questa Sede appare da allora occupata di fronte al mondo, ma è in realtà priva da un’autorità cattolica; il «terzo castigo» – l’alienazione del Papato – per l’aumento dei peccati di questo mondo, che ora crede nella menzogna di un «altro papa buono» in Vaticano.

Breve conclusione: Molti sono i cattolici che riconoscono le gravi deviazioni dei “papi conciliari», ma sul primo, Giovanni 23, che aprì la Chiesa ai suoi nemici e indisse il Vaticano 2, avviando il processo di perfida mutazione dottrinale e liturgica, grava un pesante tabù che nemmeno i migliori osano affrontare. Tale blocco, sostiene la forza di questo personaggio al punto di ottenere la sua elevazione agli altari come santo fondatore della nuova era “conciliare”; quella portatrice di tutti gli errori ed inganni nefasti che la Madre di Dio venne ricordare a Fatima,  provenuti  quell’«altro» contro il quale avvertì Nostro Salvatore.

Che il Signore abbia pietà e ci regga in questa testimonianza invisa perfino da amici perché sembra oggi impossibile d’essere prestata pubblicamente. Siamo pochi, eppure, siamo convinti, in coscienza, di quanto essa sia imprescindibile per l’onore della Verità e per il trionfo, alla fine, della Santa Chiesa, attraverso l’Immacolato Cuore di Maria.

 

37 Risposte

  • Come è possibile che sia dichiarato santo un papa che, a un giovane seminarista ortodosso bulgaro che gli chiedeva i tempi e i modi per una conversione al cattolicesimo, rispondeva col dirgli come fosse sufficiente per lui l’essere come era in quanto minime sono le differenze – vedi il Filioque! – tra Cattolicesimo ed Ortodossìa greca e come qualmente fosse inutile una desiderata conversione dacché tutti siamo inseriti nel Cristo, inseriti in una futura Chiesa universale, come sia possibile, dicevo, è un mistero agli occhi del vero credente. Questo è il santo che tale è potuto esser dichiarato avendo, G.P.II, a suo tempo, eliminato l’advocatus diaboli nelle fasi istruttorie, cosa che ha facilitato lo scandalo delle canonizzazioni tirate a suon di milioni!

  • Ecco, Pranzetti, in poche frasi ha chiarito le modalità delle santificazioni odierne.
    Purtroppo, come nell’eresia modernista,in cui una frase è buona,l’altra sballata od eretica, nelle santificazioni si ficca un giusto santo con un mezzo eretico tanto per fare la macedonia confondente dal gusto ecumenico-universale.
    Il risultato è un distacco e dubbi dei fedeli su quale sia veramente santo e quindi, da seguire.

  • Ti sarei grato, Mardunolbo, se mi indicassi la frase sballata onde poter correggere il tiro. Grazie.

  • Sarebbe gradito l’intervento di Don Ricossa.
    Roncalli era eretico e lo ha dimostrato, si tratta di prenderne atto . 1958, anno di divisione, di rimozione del katecon. Roncalli era stato eletto da un conclave valido, se è stato eletto regolarmente: il che pare non avvenuto. Ora si vede il disegno nitido ove una cosa nuova (non chiesa) è stata iniziata. Che la FSSPIOX e l’IMBC ritengano questa antichiesa come Chiesa è paradossale. I successori sono stati in linea con l’iniziatore,tutti eretici:non quindi elezioni papali ma dichiarazione di tralci secchi, ora divenuti posticci. Si invocano tutti i dottori,teologi, nonchè la bolla di Paolo IV. Bergoglio non ha neppure più il presbiterato (o no?).L’eliminazione virtuale del papato in quanto la chiesa sopravvive :non praevalebunt. In base alla Fraternità e all’Istituto, ritenendo loro tale fasulla cosa (antichiesa) come chiesa non sarebbe più nè la visibilità nè l’indefettibilità. Avrebbe prevalso il nemico.

  • A mio parere, la questione è più semplice di quel che si creda. Sia la Fraternità che l’IMBC non rilevano che l’eresia di Roncalli e dei suoi successori sia un eresia formale, pertanto essendo solo materiale rimangono papi o perlomeno, legittimamente occupanti una sede che gli spetterebbe di diritto. Il fatto è che per provare l’eresia non sempre necessita un processo canonico!

  • Infatti, la ragione principale perché la Chiesa condanna per eresia un chierico è che questo non inietti nel suo seno il veleno eretico per alterare la Fede. Proprio ciò che hanno fatto deliberatamente tutti i «papi conciliari», con la promozione del Vaticano 2, un’intenzione previa alle loro elezioni. Di modo che, ripeto: “Montini, compagno di Roncalli, non è divenuto eretico perché ha firmato la DH e altri documenti eretici, ma li ha firmati perché eretico da lunga data; questo ha svelato, non meno del compagno «papa buono», che gli ha aperto la strada. Pure questo, non è divenuto eretico perché lo ha fatto, ma lo ha fatto perché ne condivideva gli stessi «ideali eretici» modernisti.
    Qui la stranezza: lo studio perspicace di don Ricossa, dedicato a decifrare tale sfinge clericale per la gravità fatale delle sue aperture, lo fa bene; eppure, s’è fermata senza una conclusione consona a quanto documentato perché? Pare, perché la conclusione che Roncalli fosse un deviato non eleggibile sarebbe contraria alla tesi che sposa! Il fatto è che per provare l’eresia non necessita un processo canonico se è evidente l’opera di demolizione conseguente a questa!

  • A me invece interessa sottolineare come la Fraternità continui a fare finta di niente rifiutandosi di rilevare che Bergoglio è formalmente eretico. Non capisco come si possa coniugare l’una cum Bergoglio di fronte alla massa di eresie pubbliche e pertinaci propugnate da questo impostore sudamericano, sulle viltà poi di cardinali e vescovi e preti bisogna pur spendere due parole.

    Faranno finta di nulla anche quando la Chiesa Cattolica verrà sciolta e proclamata parte della chiesa universale massonica dove tutto può stare, comprese eresie e religioni anticristiche, (a patto ovviamente che resti loro lo stipendio e l’otto per mille, altrimenti gli strilli di protesta si sentirebbero eccome).

    Forse anche la fraternità ha deciso di fare finta di niente davanti alle resie di Bergoglio pur di ottenere il soldino del sostentamento del clero e infatti sbraitavano tanto davanti
    a Giovanni Paolo II ma tacciono con Bergoglio che sembra aver promesso loro la prebenda.

    Complimenti, bella prova di coerenza e fedeltà.

  • Ottima osservazione, Matteo. Hai colpito nel posto giusto: la viltà del collegio cardinalizio che tanto somiglia al nostro parlamento, dove tutti fanno finta di niente, ma chiacchierano e chiacchierano. La stessa profluvie di chiacchiere che scorre nell’elefantiaco documento “Amoris laetitia” che, tra dire e non dire ha sconfessato la stessa parola di Cristo.

  • L’articolo, invece. considera la questione di fondo – di come si è arrivati a tanto. Sì perché senz’altro la macabra situazione presente, con Bergoglio che arriva a sconfessare la Parola del Signore, nel silenzio assordante della «gerarchia» è la più terribile. Ma tutta quest’empia ambiguità ha un’origine o no? Ci sarebbe il presente «anticristo» se il primo della serie non avesse aperto la porta di tale abisso?

  • trascinare don Ricossa nelle dispute tra logorroici felettiani e scassamaroni lusitani è agghiacciante …

  • Il male di internet è proprio il democratismo. Qualunque ignorante può scrivere su temi che ignora senza rispondere a niente, nè all oggettività dei fatti, nè alla coscienza. Paragonare la Fsspx all IMBC e propagare queste falsità oltre ad essere falso è anche nocivo per le anime. L’IMBC non riconosce a nessuno di questi occupanti la sede apostolica alcuna potestà di giurisdizione , celebra messe non “una cum” e professa la santa fede cattolica incorrotta ed esente da errore. Ovviamente abbiamo la certezza della privazione dell’autorità apostolica dalla firma della Dignitatis Humanae . Prima è ragionevole ma non di certa constatazione perché non vi sono elementi sufficenti a darne completa e sicura certezza.

  • x L.Pranzetti: l’osservazione sulla frase sballata è rivolta al Roncalli che parlò in siffatto modo al seminarista orodosso. leggendo il libro di Bellegrandi su Nikita Roncalli, si trovano e frasi ed atti a iosa…

  • Grazie Mardunolbo. Posseggo il libro citato e, come bene dici, simili episodi si contano a bizzeffe. Io ho voluto indicare quello in cui è palese la disobbedienza di Roncalli al comando di Gesù (Mc. 16, 15/16).

  • Grazie Mardunolbo. Posseggo il libro citato e, come bene dici, simili episodi si contano a bizzeffe. Io ho voluto indicare quello in cui è palese la disobbedienza di Roncalli al comando di Gesù (Mc. 16, 15/16).

  • …la viltà del collegio cardinalizio… esatto : il silenzio è assordante. Ma vorrei finalmente una risposta ad un quesito già posto varie volte , questi signori sono ANCORA cardinali? Sono ANCORA gerarchia?

  • Francamente chiedo l’intervento di un moderatore. Qui non si tratta più di discussione ma di insulti chiari lampati. Se si continua con gli insulti provvederò a dare al mio legale mandato di procedere verso chi continua ad insultare gratuitamente. Per di più da parte di persone che non conoscono nulla della storia del tradizionalismo.

  • Direi che il link postato da Hector Hammond è di marca protestante, piuttosto fazioso e per niente affidabile, o addirittura pericoloso.

  • Per quanto riguarda il sig. Francesco, tengo a precisare che la Tesi di Cassiciacum è conosciuto perfettamente da chi scrive, prima di molti altri che in quegli anni andavano tranquillamente alla N.O.M. senza neppure avere notizia dell’argomento.

  • Generalmente tendiamo a dar spazio a tutti. Comunque va detto che l’utilizzo dell’insulto o di un eccessivo sarcasmo è vile e certamente non cattolico. Sarebbe bene che tutti si attenessero alla semplice regola dell’argomentare, evitando terminologie offensive.

  • Fra’ Leone da Bagnoregio, parlare e scrivere di “occupanti la sede papale” in italiano significa persone indegne o comunque che abusivamente stanno ! Indipendentemente se materialmente o formalmente o che altro si possa inventare, OCCUPANTI sono, non sono definiti “papi” !
    Ognuno lo può constatare e questo basta a fare una ENORME differenza tra la Fraternità(che tanti meriti ebbe all’inizio) e l’IMBC.
    Vogliamo farla questa distinzione o tutto insieme nel calderone a fare una “bella” macedonia ecumenista che aumenta la confusione ?

  • Da questi commenti si capisce che il punto nevralgivo della questione o è evitato o non fa più male alla coscienza di tanti. Si tratta del fatto che sia la FSSPX, sia l’IMBC ritengono che uno come Bergoglio anche se occupa male la Sede, abbia diritto esclusivo su questa: non c’è posto per un vero Papa. Di modo che, noi che ripetiamo la necessità della supplica a Dio affinché susciti nei fedeli la volontà di fare, ciascuno la sua parte, tutto per meritare questo Papa, siamo dei complottasti, conclavisti o peggio; domandate ai loro Silvani! Che Mardunolbo ancora non lo abbia capito il punto dolente mi meraviglia.

  • No Arai ! L’IMBC non dichiara che Bergoglio è papa, ma occupate la Sede; il che è ben diverso !
    La Fraternità dichiara che Bergoglio è Papa Francesco.
    Questo è il primo punto.
    Il secondo punto, come diceva Guerard des Lauriers, è:
    se qualcuno ha il coraggio di definire la sede totalmente vacante, si faccia avanti ed indica un Concilio.
    Non mi pare che i “sedevacantisti”, vescovi e subalterni abbiano mai convocato un Concilio, se non delle frange di sedevacant. che hanno pure eletto un papa che più che pena non fa ! Dunque credo sia ora di finirla di dare addosso all’IMBC che segue i dettami di un teologo ma dichiara a quattro venti che il papa attuale, come i precedenti, non sono papi, bensì occupanti la sede. In italiano ciò basta ed avanza, perchè quando dico che alcuni hanno “occupato” un’abitazione, come succede spesso in questa disgraziata Italia, non sto affatto dicendo che sono i legittimi proprietari, bensì che hanno abusivamente occupato senza alcun diritto. Che un tizio occupi la sede apostolica con un diritto “parziale” non significa che sia papa, anzi il contrario perchè il diritto che si può esercitare deve essere pieno , non solo materialiter nè solo formaliter, bensì entrambi, altrimenti uno NON E’ PAPA.
    Proseguendo nelle accuse all’IMBC comincio ad avere il feroce sospetto che si voglia, non so perchè, giustificare in qualche modo (assimilando le due entità) la Fraternità che ha un torto ben più grave ed apostatico: dichiarare che è legittimo papa ma dichiarare che non si deve obbedire. Mi ripeto ancora una volta: questa è schizofrenia dogmatica (o modernismo sotto mentite spoglie tradizionaliste)

  • E’ da molti anni che Arai esplora il personaggio Giovanni XXIII fornendo indizi e prove che dimostrano come la frode della sua elezione sia all’origine della sciagura ecclesiale. Siamo forse in pochi ad accettare questa amara verità. Non capisco neppure io perché questo tabù terrorizzi i tanti tradizionalisti che “sanno” a tal punto da preferire un falso papa senza autorità che, contraddicendo ogni buon senso, avrebbe tuttavia il potere di nominare cardinali elettori allo scopo di mantenere in essere quel sottile filo rosso che dovrebbe collegare l’autorità futura legittima con quella del passato. Dovremmo invece onestamente fare unità tra di noi e smascherare pubblicamente quel simulacro di pastore fantoccio che sta devastando l’ovile di Cristo (cfr Zaccaria 11,17) e supplicare insistentemente l’Onnipotente di concederci un vero Papa, facendo nostra la supplica profetica di Daniele (Dan 9), che sembra scritta per i nostri tempi. Oppure dobbiamo aspettare che lo facciano quei due misteriosi testimoni di cui parla Apocalisse 11? Ogni cristiano, in virtù della Cresima, dovrebbe fare ciò.
    Tuttavia, poiché Arai nel terzultimo capoverso del suo pezzo parla di “abominazione della desolazione nella Chiesa santa”, riferendosi all’assenza della vera Autorità cattolica, vorrei gentilmente chiedergli come penserebbe di conciliare questa interpretazione con le tre citazioni offerte in merito dal profeta Daniele (Dan 8, 11-14; Dan 9,27; Dan 12,11-12), riprese da Gesù nei Vangeli e che sembrano collegarsi con un enigmatico gioco di numeri alla soppressione del legittimo sacrificio quotidiano, che i Padri identificano col Sacrificio eucaristico.

  • Vorrei che Mardunolbo mi spiegasse cortesemente perché Guerard des Lauriers
    diffidasse dal dichiarare la Sede “totalmente” vacante. Una Sede è vacante, o non lo è affatto. Non esiste una Sede parzialmente vacante. Non esiste un occupante con diritto “parziale”. Questi pasticci da inquilini abusivi esistono solo nella legislazione italiana, non nel diritto divino. Un papa a metà non esiste. Gesù non ne ha mai parlato. Non vedo chi gli potrebbe dare mezza autorità, solo per fare certe cose e non altre. Un altro mistero che non capisco, visto che non vogliono un altro conclave, se non quello indetto dai falsi cardinali per eleggere un altro falso papa, cosa pensano si debba fare nel frattempo? Starsene buoni e zitti senza protestare, aspettando la manna dal cielo, celebrando indisturbati i propri rituali senza dover rendere conto a nessuno? Anche così si fa il gioco sporco dei nemici della Chiesa preferendo che ci sia un occupante qualsiasi pur di non sollevare questioni di successioni.
    Certamente la scelta della FSSPX è molto più grave e per correttezza va opportunamente distinta, ma l’effetto di non mettere in discussione l’impostore occupante resta il medesimo.

  • Aggiungo: un anticristo (che tale è un eretico-apostata) non papa mantiene per la tesi la funzione di designare VALIDAMENTE la successione APOSTOLICA?
    E i falsi vescovi- non cardinali (quindi nessuna legislazione pontificale di Pio XII da applicare loro)- spesso anche anticristi magari- ormai anche non preti- sono in grado di votare il vero Papa? Sia ora che tra 10 o 100 anni? Cristo è col nemico quindi? Una cum col nemico? Anche se solo per designare per il FINE BENE della CHIESA?

  • È proprio dura, amici! Tutte le idee e tesi di questo giro balordo m’importano solo per una questione fondamentale: offuscare la tremenda implicazione di accettare che conclavi che hanno eletto dei simulacri papali, autori di fatto della demolizione ecclesiale, siano legittimi atti canonici della Chiesa; addirittura assoluti! Non sanno che il potere ricevuto da un vero papa procede immediatamente da Dio, non dalla Chiesa tramite i cardinali? A questo punto si addebita a Dio l’errore di questi, come se il «potere» ottenuto da un modernista eretico e massone, che vuole cambiare la Chiesa, venisse dalla sua elezione «cattolica».
    Può un cattolico cosciente della verità dogmatica, per cui il potere di un’elezione canonica procede solo da Dio, ammettere che Dio la abbia voluto o che ignorasse la perversa intenzione nel cuore del chierico eletto? Ecco l’idea blasfema pari a quella degli atei, tipo Voltaire, che ragionano: se Dio non può impedire il male non ha potere; se ha potere ma non vuole non è buono. Quindi non c’è Dio!

  • Per comprendere bene il problema caro Mardunolbo non è assimilare le due entità, ovvero la Fraternità San Pio e l’IMBC. Mons. Guerard des Lauriers costruì la sua Tesi in funzione dei pochi vescovi che avevano ricevuto giurisdizione da un papa certo Pio XII ed in particolare Mons. Lefebvre e Mons. de Castro Mayer. Mons. Guerard des Lauriers celebrava la Santa Messa “una cum sede apostolica” a differenza dell’IMBC, perché correttamente secondo la Tesi voleva affermare che la sede non era vacante. Forse non si è capito che Bergoglio e tutti i suoi predecessori conciliari per la Tesi sono “papi materialiter quindi, occupanti legittimi di quella sede materialmente. Che con la loro presenza materiale continuano a garantire la continuità della successione della sede petrina. La cosa più grave è che soltanto dalla conversione di questi occupanti potrà dare alla Chiesa un legittimo papa. La situazione della Fraternità è sicuramente più grave in quanto pone il fatto che possa esistere un magistero dell’errore. Praticamente però, la conclusione è la stessa, Bergoglio e i suoi predecessori occupano di diritto una sede che è loro propria, la distinzione del “materialiter” non cambia in sostanza la realtà. Il motivo di questa distinzione è che per Bergoglio ed i suoi predecessori non si può provare la loro eresia formale, pure don Cekada lo ha ribadito.

  • Vorrei aggiungere qualche considerazione, senza per questo contraddire o fraintendere – almeno spero – le parole di Arai e di Fra Leone. Con tutta la stima possibile per la venerata persona di Padre Des Lauriers, credo che la sua intenzione fosse quella di offrire una spiegazione valida secondo il metodo scolastico (più che un rimedio) alla situazione del papato all’epoca di Paolo VI. A quel tempo si poteva forse ragionevolmente sperare che le idee conciliari fossero una sbandata passeggera che potesse gradualmente essere guarita così che la Chiesa rientrasse pienamente nell’ortodossia. In quel caso l’elezione papale, della cui canonicità non si aveva motivo di dubitare, avrebbe sortito pienamente i suoi effetti divini. Di Giovanni XXIII non si sospettava affatto e i vescovi avversi al concilio modernista non disponevano ancora di tutte quelle informazioni negative che oggi noi possediamo sui precedenti ereticali e filomassonici dei primi due papi conciliari. La tesi di Cassiciacum poteva per qualcuno rappresentare una spiegazione plausibile, se il problema si fosse risolto prima della morte di Paolo VI. E’ da questo punto in avanti che ci si deve arrendere all’evidenza che la tesi non può funzionare, oltre che per intrinseci problemi filosofici relativi alla “materia apta”. Essa era stata concepita per giustificare una situazione di breve durata, non uno status permanente costituito da cardinali fasulli nominati da un papa presunto materialiter che per morte sopraggiunta è stato impossibilitato a convertirsi e quindi a ricevere l’investitura divina. Mons. Lefebvre aveva respinto da subito tale tesi, ritenendola bizzarra, ma oggi, se Des Lauriers fosse ancora vivo, non avrebbe più il coraggio e l’onestà di proporla. Tra l’altro, se non mi sbaglio, il buon vescovo domenicano non avanzò mai la pretesa cha la sua tesi fosse assolutamente indovinata, a differenza dei suoi eredi dell’IMBC, che la vogliono intoccabile. Da ultimo voglio riprendere l’ultima frase dell’intervento di Fra Leone da Bagnoregio. E’ vero che per Bergoglio e i suoi predecessori non si può provare la loro eresia formale: sia perché mancano le prove provate in senso stretto, sia perché non esiste ancora -attualmente- un consesso episcopale indiscutibilmente ritornato all’integrità della fede cattolica che possa proclamare ciò autorevolmente. Se però l’aspetto formale dell’eresia (che non compete a noi laici) manca e ci impossibilita a prendere iniziative di carattere giuridico, non per questo noi possiamo esimerci dal pronunciare un giudizio personale di ragione. Non solo possiamo farlo, ma dobbiamo farlo: per noi stessi e per la testimonianza e lo stimolo che dobbiamo dare al corpo ecclesiale, soprattutto ai vescovi validamente ordinati, circa la nullità di questi ultimi sei (6) pontificati. Dico volutamente nullità e non Sede Vacante per non arrogarmi il diritto di fare una proclamazione indubitabile, qualora invece si dovesse trattare del caso spinoso, almeno teorico, di Sede impedita, attualmente non verificabile. Spero di avere giovato al chiarimento. Resta l’obbligo di pregare e pregare molto perché il Salvatore liberi la sua Sposa da questa catastrofica eclissi, che è una prova per tutti.

  • Generalmente tendiamo a dar spazio a tutti. Comunque va detto che l’utilizzo dell’insulto o di un eccessivo sarcasmo è vile e certamente non cattolico. Sarebbe bene che tutti si attenessero alla semplice regola dell’argomentare, evitando terminologie offensive.

  • Gradevole perché ben articolato il testo di Benedetto per spiegare non solo l’iniziativa (di carattere temporaneo) di Padre Guérard, ma anche la passiva accettazione dei primi due «papi conciliari» da parte di tanti cattolici, che pur alimentavano dubbi su quell’occupazione. L’idea (che non è un’entità) di «papa materialiter/formaliter» è perfettamente leggibile, così come il termine legale di «putativo»: qualcosa a cui si attribuisce una realtà impossibile. Tutt’altro conto è passare dai termini che esprimono un’idea in modo soggettivo – per cercare una giustificazione – all’entità (oggettiva) in causa: il papa. E ciò al punto di riconoscere una sua successione reale! Ecco l’origine di un modo di vedere le questioni più chiare e sacre secondo schemi verbali e sterili; vedere le desolazioni ecclesiali più evidenti alla «mezza luce» di eresie non formalizzate! Mi vengono in mente le parole di Pio IX: (27.11.1871): “Oggi non è più l’eresia, non è più il martirio di sangue che si fa incontro alla Chiesa per combatterla, ma è, dirò così, il martirio intellettuale e morale. I Papi Paolo IV e S. Pio V, accusavano piuttosto le deviazione, per esempio del cardinal Morone, per renderlo non papabile, eppure promosso poi a legato papale per la chiusura del Concilio di Trento nel 1563. Spesso sono i chierici d’aspetto più «per bene» a trascinare molti a un modo di pensare illogico, «agghiacciante»!

  • Comprendo e sono d’accordo con quanto scritto in modo logico e pacato da fra’Leone e da Benedetto.
    Credo si siano sviscerati tutti i problemi. Non resta che pregare attendendo una mossa o dai vescovi ancora cattolici o direttamente, ahinoi con tutte le conseguenze del caso, da Nostro Signore G.C.

  • Benedetto mi chiede, riguardo alla mia menzione: “abominazione della desolazione nella Chiesa santa”, riferendosi all’assenza della vera Autorità cattolica, come penso di “conciliare questa interpretazione con le tre citazioni offerte in merito dal profeta Daniele (Dan 8, 11-14; Dan 9,27; Dan 12,11-12), riprese da Gesù nei Vangeli e che sembrano collegarsi con un enigmatico gioco di numeri alla soppressione del legittimo sacrificio quotidiano, che i Padri identificano col Sacrificio eucaristico.”
    Penso che esse solo non sarebbero conciliabili se pure non lo fossero le questioni del Sacrificio perpetuo con quella del pontefice (della fortezza) che lo deve preservate e confermare contro tutte le investite dell’Anticristo. Ma alla fine è tolto di mezzo e rimpiazzato da esso, che pone il suo culto dove era il Nome santo di Dio, come lo spiega San Paolo (II Ts).

  • Veramente non ho affermato che non fosse dimostrabile l’eresia formale dei “papi conciliari”. L’eresia formale ad avviso di molti teologi per questo tipo di persone è più che provata. Il D.T.C. (Dictionnaire de Theologie Catholique) spiega chiaramente quanto qui espresso in forma forse un po’astratta: «Quale atto di rivolta richiede l’eresia formale? Essendo l’atto di eresia un giudizio erroneo dell’intelligenza, è dunque sufficiente, per commettere un peccato d’eresia, ammettere scientemente e volontariamente questo giudizio erroneo, in opposizione all’insegnamento del Magistero della Chiesa. Dal momento che si conosce sufficientemente l’esistenza della regola della fede nella Chiesa e che, su un qualsiasi punto, per un motivo qualsiasi e sotto non importa quale forma ci si rifiuta di sottomettersi, l’eresia formale è consumata. (…) Questa opposizione voluta al Magistero della Chiesa costituisce la pertinacia, che gli autori richiedono affinché si abbia il peccato di eresia (…) bisogna osservare con il Gaetano e F. Suarez che questa pertinacia non include necessariamente una lunga ostinazione da parte dell’eretico o delle monizioni da parte della Chiesa».

  • Accolgo volentieri questa precisazione di Fra Leone. In realtà anch’io la pensavo già così, ma mi ero adattato a quella che mi pareva una sua inflessibilità, sapendo che alcuni teologi esageratamente esigenti e puntigliosi non accettano altro che un verdetto emesso da un tribunale ecclesiastico. Bergoglio infatti ha già dato ampia prova di conoscere la vecchia e sana dottrina e parimenti di volerla cambiare in un modo o in un altro, senza dare alcun peso alle correzioni che da più parti gli sono giunte. A questo punto siamo perfettamente d’accordo: meglio così.

  • Lo zelante Silvano, ottimo cattolico e dispensatore di massime è pregato di usare almeno la minima correttezza di non chiamare per nome, nei commenti, chi utilizza uno pseudonimo. Vale per tutti, ovviamente.

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