MEDITAZIONE PER LA IV DOMENICA DOPO PASQUA

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Ultima Cenadi Fra Leone da Bagnoregio

In questa domenica si celebra la vittoria di Nostro Signore sulla morte e sul peccato. Per questo motivo, se le solennità delle domeniche dopo Pasqua celebrano principalmente la fede, in questa domenica si pone l’accento anche sulla santità a cui il cristiano deve tendere. Nel contempo si fa emergere il dono della fortezza che è un elemento indispensabile per poter superare tutte le avversità. Per di più Gesù già preannuncia la venuta dello Spirito Santo sulla sua Chiesa appena costituita.
L’Introito deriva dal salmo 97 (versetti 1° – 2°) Ci invita a rendere grazie a Dio per l’opera di redenzione compiuta da Lui tramite il suo diletto Figlio. Il canto nuovo che si deve intonare è un canto di giubilo perché Gesù è stato vittorioso su ogni nefandezza, bassezza umana e sui suoi nemici. La morte in Croce di Nostro Signore invece di essere segno di umiliazione è stata luce di salvezza per tutte le genti.
«Cantate al signore un cantico nuovo, alleluia: perché il Signore ha operate cose mirabili, alleluia: ha rivelato la sua giustizia al cospetto delle nazioni, alleluia, alleluia, alleluia. Ci ha salvati la sua destra, ed il suo santo braccio… ».
L’Oremus, vuole mostraci in primo luogo il miracolo che Dio ha compiuto pe mezzo della fede, infatti, moltitudine di cristiani professano la stessa Santa Religione e cantano lo stesso simbolo di fede. Questa unione di intenti deve indirizzarci anche nell’unione dei cuori verso il bene. Così che possiamo volgere i nostri cuori, nonostante le vicissitudini umane, verso la promessa dell’eternità che sarà il solo luogo di pace per la nostra anima.
«Dio che delle menti dei fedeli fai una sola volontà dà ai tuoi popoli d’amare ciò che comandi e di desiderare ciò che prometti; affinché tra i cambiamenti del mondo, là siano fissi i nostri cuori dove sono i veri gaudi. . .».
L’Epistola è presa da un brano della lettera di San Giacomo (I, 17° – 21°). Questo brano dell’Epistola di San Giacomo ci vuole insegnare, come una morale che non abbia fondamento nel dogma è una casa costruita sulla sabbia. Allo stesso tempo una fede che nega la necessità delle opere conformi ai suoi dettami diventa una mostruosità. Non si può avere soltanto una fede speculativa che però non produce frutto. Questa costruzione è stata la dottrina di Martin Lutero, che pretendeva di salvarsi senza le buone opere. Allo stesso tempo la Lettera di San Giacomo mostra come l’uomo dominato dall’ira non può render il giusto servizio a Dio. La mansuetudine è una caratteristica evangelica è una virtù che può portare le anime di coloro che non credono verso la salvezza. La fortezza non vuol dire essere persone prevaricatrici, ma mostrare la verità con carità.
Il Graduale (pasquale) è ripreso dal Salmo 117 (versetto 16°), la desta di Dio ha fatto grandi cose, ha infatti, redento l’umanità con il sacrificio del suo Unigenito, dalla disperazione dell’uomo sorta con il peccato originale ha saputo trarre una situazione superiore a quella di Adamo appena creato e non ancora peccatore. Tanto è vero che la Chiesa fa cantare al diacono nel preconio pasquale “Oh felice colpa che merito di avere tale e tanto Redentore!” La grandezza dell’Incarnazione è tale che superò ogni peccato pur grande che esso sia stato, per coloro che hanno accolto Nostro Signore.
Il versetto alleluiatico viene dall’epistola ai Romani (VI – 9°), ricalca ancora la vittoria di Gesù sulla morte, conseguenza del peccato. San Paolo dice infatti questo il prezzo del peccato è stata la morte. Cristo Nostro Signore ha vinto l’aculeo della morte.
«Alleluia, alleluia. La destra del Signore ha fatto grandi cose: l’a desta del Signore l’ha esaltato. Alleluia. Cristo risorto da morte, non muore più: la morte non avrà più dominio su di lui. Alleluia».

Il Vangelo è una pericope di San Giovanni (XVI, 5° – 14°) E’ sempre tratto dal discorso dell’Ultima Cena.
Gesù dice ai suoi Apostoli di essere in procinto di andare e si meraviglia perché loro non gli chiedono dove andrà, ma vede soltanto la tristezza nel loro volto. Lui spiega che deve andare perché se lui ritorna al Padre, manderà sulla Chiesa appena costituita lo Spirito Santo. Afferma, quindi, che con la Sua venuta Spirito Santo convincerà il mondo riguardo al peccato, alla giustizia ed al giudizio. Al peccato perché non hanno creduto in me, riferendosi ai Giudei o a chi rifiuta la sua dottrina; riguardo alla giustizia, perché Egli ritorna al Padre nella gloria che ha meritato con la sua santa Passione, infatti, la giustizia vuole che il Cristo con il suo corpo glorioso sia glorificato. Riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo, ossia il demonio è già stato giudicato. Giudicato da Dio Padre quando lo getto nell’Inferno per il suo peccato di orgoglio, giudicato e sconfitto da Nostro Signore che con la sua morte in Croce ruppe il turpe legame della dannazione che Satana aveva stretto con l’uomo con il peccato di Adamo, donando nuovamente all’umanità la redenzione. Il mondo invasato dallo spirito di Satana non potrà fruire di tutto questo, perché lo spirito del demonio è spirito di odio e di rancore.
L’Offertorio è recuperato dal salmo 65 (versetti 1°, 2° e 16°). Questa antifona, oltre a cantare l’amore di Dio verso l’uomo con la sua Incarnazione del Verbo, inneggia alla redenzione operata da Nostro Signore Gesù Cristo con la sua Passione, Morte e Resurrezione. La Passione e la Morte non avrebbero alcun senso, se non fossero coronate dalla Resurrezione che ha schiacciato la morte, Gesù con il suo risorgere ha resuscitato ogni uomo che crederà in Lui.
«Cantate con giubilo a Dio, abitanti della terra: salmeggiate al suo nome: venite ed ascoltate, e a tutti che temete Dio narrerò quante cose ha fatto il Signore all’anima mia, alleluia».
La Secreta ci vuole ricordare come nella Santa Messa esistano mutue relazioni tra l’uomo e Dio quasi fosse un “admirabile commercium” l’uomo dona il suo amore e le sue offerte al Signore ed Egli dona a noi in cambio se stesso nella santa Eucarestia fonte di conoscenza della verità. Vuole, pertanto, che noi lo possediamo interiormente con l’imitazione della sua vita e delle sue virtù che il vero amore per Lui.
«Dio, che per l’augusta comunicazione che questo sacrificio stabilisce tra te e noi, ci hai fatti partecipi della tua stessa divinità sovrana, deh! Concedici e di conoscere la tua verità e di conseguire una degna vita …».
Il Communio è estratto dalla lezione evangelica del giorno: dal Vangelo di San Giovanni (XVI – 8°). Riprende il concetto sopra espresso riguardo al peccato, alla giustizia ed al giudizio. Il Paraclito tutto sarà chiarito e coloro che non vorranno seguire la verità saranno condannati, perché gli empi vogliono coprire i loro occhi per non essere illuminati dalla verità di Nostro Signore Gesù Cristo.
«Venuto che sia il Paraclito, Spirito di verità, convincerà il mondo riguardo al peccato, alla giustizia ed al giudizio, alleluia, alleluia».
Nel Post Communio, supplichiamo il Signore, perché, il santo Sacrificio Eucaristico ripari gli errori della vita passata e ci dia forza contro i futuri pericoli, assistiamo, quindi alla Santa Messa con spirito di penitenza ed offriamo con il sacerdote i nostri miseri sacrifici, affinché non dobbiamo poi espiare le nostre colpe nel Purgatorio.
«Ci assiti, o Signore Dio nostro; affinché per questi (misteri) che abbiano ricevuto con fede e veniamo purgati dai vizi e liberati da tutti i pericoli. . .»

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