di Arai Daniele
Chi può credere che viviamo tempi normali?
Eppure, ancora non si vuol credere che viviamo l’inizio di un’era di anormalità terminale.
Quando nel mondo si perde l’amore per la verità, quasi tutto quanto appare vero è contraffatto e perciò crescono senza contegno le iniziative ingannevoli d’ordine mentale e morale. Oggi ci sono imperi vecchi e nuovi che alimentano il terrorismo che fingono di combattere. Guerre nutrite dalla voluttà di dominio di poteri privi di ogni senso morale. Un mondo matrice di calamità diffuse. In una parola, prevale il peccato come modo esistenziale e di fronte a tale insania desolante non vi è più la barriera per contenerla con la parola della Sede della Verità; ormai a suo posto c’è un verminaio esalante miasmi che corrompono la società, la famiglia, le anime, così come furono create da Dio; mirano all’animazione utopica di un nuovo mondo multiraziale e multireligioso.
Questo caos per un tempo finale era intuito anche da remote e diverse culture. Si pensi al «kali yuga» indiano o alla visione di Platone del caos che succede alla democrazia. Per noi cattolici la visione è chiarita dalle Scritture, ricordando alcune parole profetiche per l’ora dell’abbandono del pensiero e del culto a Dio. Alla loro luce divengono realtà delle visione recenti: “l’ira di Satana non è più mantenuta; lo Spirito di Dio si ritira dalla Terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, ecco il drappo talare funebre, sarà lasciata in balìa del mondo”.
Queste le parole di un personaggio speciale, Bruno Cornacchiola, il veggente delle apparizioni mariane delle Tre Fontane, per l’ora presente. Esse sono ricordate in un libro menzionato da Antonio Socci (Da Libero, 12 aprile) su “I segreti dei diari di Bruno Cornacchiola” di Saverio Gaeta (Salani). Penso che siano specialmente adeguate in occasione dell’abominevole pubblicazione di Bergoglio sulla famiglia, perché sono questioni facilmente collegabili nella desolazione finale di cui trattano questi diari.
Veniamo a Bruno Cornacchiola e le apparizioni mariane di Tre Fontane con i suoi messaggi e segreti così descritti: “Nell’ottobre del 2014 la copertina di Dabiq, il periodico dello Stato islamico, sconvolse il mondo civile, pubblicando un fotomontaggio nel quale la bandiera dell’Isis sventolava sull’obelisco dinanzi alla basilica di San Pietro. Sessantanove anni fa, nell’apparizione romana delle Tre Fontane, una simile profezia era già stata proposta dalla Vergine della Rivelazione a Bruno Cornacchiola: «Vi saranno giorni di dolori e di lutti. Dalla parte d’Oriente un popolo forte, ma lontano da Dio, sferrerà un attacco tremendo, e spezzerà le cose più sante e sacre, quando gli sarà dato di farlo».”
Oggi, dopo anni di studi e di analisi, Saverio Gaeta – l’unico giornalista che ha avuto accesso ai diari di Bruno Cornacchiola custoditi nell’associazione da lui fondata. Lui, infatti – per ordine della Vergine – custodì una copia personale delle testimonianze dal 1947 al 2001, anno della sua morte, che ora sono integralmente svelati.
Si tratta di sogni e visioni che anticipavano in maniera drammatica gli eventi del secolo: dalla tragedia di Superga nel 1949 all’elezione di Paolo 6 nel 1963, dalla guerra dello Yom Kippur nel 1973 al rapimento e all’assassinio di Aldo Moro nel 1978, dagli spari contro Giovanni Paolo 2º nel 1981 all’esplosione del reattore di Chernobyl nel 1986, dall’attentato alla basilica di San Giovanni in Laterano nel 1993 alla caduta delle Torri Gemelle nel 2001. E della paurosa crisi della Chiesa.
Ho conosciuto Cornacchiola, con chi mi sono incontrato e parlato anche a lungo tre volte. La prima nello stesso posto delle apparizioni dall’altra parte della strada dove San Paolo è stato martirizzato e la sua testa rimbalzando tre volte ha originato le tre fontane. Lì mi ha raccontato dalla persecuzione che li muoveva Poletti, vicario di Roma, inviso ad apparizioni e messaggi. La seconda l’ho trovato nel Verano, quando mi occupavo del trasferimento delle spoglie di mio padre da Torino alla tomba di famiglia. Abbiamo sempre parlato della crisi dalla Chiesa e della Santa Messa tradizionale. Lì, questa sarà celebrata giorni dopo per mio padre da don Francesco Ricossa nella Cappella di quel Cimitero monumentale, mentre io dovevo fare la guardia perché non fosse interrotta dai frati locali. Gli ho gridato allora: non avrà diritto ad avere la santa Messa del suo tempo, almeno da morto! Ci lasciarono in pace, arrabbiatissimi dalla «profanazione»!
Ma torniamo a Cornacchiola. La terza volta sono andato a trovarlo con monsignore Francesco Spadafora, dalle parti del Divino Amore, dov’era il “fortino” della sua comunità e dove abbiamo assistito a mezza Messa, che lui ci ha assicurato seguire il canone tradizionale. Lui era persona molto aperta e attiva di vita romanzesca segnata dapprima dall’intenzione di uccidere il Papa, da lui considerato allora, divenuto, da comunista a protestante, capo della sinagoga di Satana. Poi la fulminea conversione al cattolicesimo, a seguito della straordinaria esperienza del 12 aprile 1947.
Quel giorno, insieme ai suoi tre figli, vide una giovane donna di bellezza straordinaria, scura di pelle e di capelli, con un manto verde e un libro (dell’Apocalisse) fra le mani; e da quel momento per tutta la vita continuò a ricevere da lei messaggi spirituali e annunci profetici, consegnando i segreti ricevuti dalla Madonna al Vaticano.
Nel nostro incontro e monsignore Spadafora aveva un libro sulla questione (Volpe Editore), non ci raccontò niente di specialmente nuovo. Tanto per curiosità, mentre eravamo lì, apparse il giornalista Renato Farina, che se non sbaglio scriveva su «30 giorni». Ciò dà l’idea di come fosse ricercato per i suoi «sogni» profetici. In quella occasione abbiamo parlato anche dei miracoli del sole avvenuti a Roma. Ho riferito allora quanto mi aveva raccontato il cardinale Silvio Oddi. In un banchetto ufficiale lui era seduto accanto a Fanfani. Tra amenità e altro il politico confessa al Cardinale di aver visto il miracolo del sole a Roma. Alla domanda del Prelato se lo avesse testimoniato in giro risponde ridendo: e che son matto! Ecco come funziona la coscienza di molti democristiani, che onorano il demo vergognandosi del cristiano!
Vediamo quanto pubblica di questo libro Antonio Socci nell’articolo del suo blog, lo Straniero: (“Ma perché gli uomini responsabili non vedono l’invasione dell’Islam in Europa?). Dice Socci. Soprattutto incombe una terribile minaccia alla vera fede cattolica, un’apostasia che sembra riguardare il cuore stesso della Cristianità (“l’ira di Satana non è più mantenuta: lo Spirito di Dio si ritira dalla Terra, la Chiesa sarà lasciata vedova, ecco il drappo talare funebre, sarà lasciata in balìa del mondo”).
Il centro del «messaggio» delle Tre Fontane – e delle premonizioni del Cornacchiola – riguarda tuttavia le minacce dell’eresia e dell’apostasia alla vera fede cattolica: “Figli miei, la salvezza non è riunire tutte le religioni per farne un ammasso di eresie e di errori… Gli uomini devono vivere la Chiesa e non la Chiesa vivere di loro. Gli uomini devono essere persuasi della verità … La dottrina della Chiesa è di Cristo… Non cambiate la dottrina, ma cambiate i vostri cuori a vivere essa dottrina per la salvezza vostra e del prossimo”.
In tal senso, Cornacchiola era molto attaccato alla Dottrina tradizionale. Non so se il libro parlerà di questo, ma io devo dire che da lui ho avuto due copie della «Spiegazione del Catechismo di S. Pio X» di C. T. Dragone (opera del 1956, 730 pp), libri scaricati dalle Paoline.
Alla fine della visita, però, lui, poiché scrivevo su «sì sì no no» (e don Putti aveva dato dell’apostata a Poletti) mi ha preso da parte per sussurarmi amichevolmente che dovrei essere più riverente alla gerarchia! Bruno descriveva il lupo ma lo voleva riverito? Non diversa era purtroppo l’attitudine di suor Lucia di Fatima!
IL PAPA ERETICO
Infine l’episodio più inquietante ed enigmatico è descritto così da Cornacchiola in data 21 settembre 1988: “Quello che ho sognato non si avveri mai, è troppo doloroso e spero che il Signore non permetta che il Papa neghi ogni verità di fede e si metta al posto di Dio. Quanto dolore ho provato nella notte, mi si paralizzavano le gambe e non potevo più muovermi, per quel dolore provato nel vedere la Chiesa ridotta a un ammasso di rovine.” Era quello prefigurato a La Salette? Si domanda Socci. Ma perché non ricordare la visione dell’eccidio papale del Terzo Segreto di Fatima? Ora, questi orrori “previsti” allora e in atto oggi, versano su quelle questioni tanto risapute da figurare in parte perfino n. 675 del cosi detto «Catechismo della Chiesa cattolica:
«Prima della venuta di Cristo, la Chiesa deve passare attraverso una prova finale che scuoterà la fede di molti credenti. La persecuzione che accompagna il suo pellegrinaggio sulla terra svelerà il ‘Mistero di iniquità’ sotto la forma di una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità. La massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo, cioè di un pseudo-messianesimo in cui l’uomo glorifica se stesso al posto di Dio e del suo Messia venuto nella carne.”
Si pensi! Un «catechismo» della «chiesa ecumenista del culto dell’uomo» che avverte contro un futuro anticristianesimo! Vuol dire che i conciliari sanno o intuiscono tante verità terribile lette nelle Scritture, vogliono, però, far ignorare il fatto di esserne dentro fino ai capelli, o peggio, esserne l’avanguardia clericale dei disastri continuati e che seguono sempre peggio, come il documento sulla famiglia scristianizzata promosso da Bergoglio. Lui, forse più ancora dei predecessori è completamente alieno al senso del peccato e perciò della verità e del castigo… quando si dice che l’amore per la verità è in via di sparizione, a partire del teatrino romano e dintorni!
Si pensi solo a questo: perfino il «catechismo conciliare» riconosce che «la massima impostura religiosa è quella dell’Anti-Cristo…prova finale per i fedeli della Chiesa», eppure ancora oggi tanti cosi detti tradizionalisti vogliono negare la grande impostura a cui attribuiscono «legittimità canonica»! Con ciò offuscano la tremenda implicazione di accettare che conclavi elettori di simulacri papali, autori della demolizione ecclesiale, siano legittimi capi della Chiesa; Non sanno che il potere ricevuto dal Papa procede immediatamente da Dio, non dai cardinali? A questo punto imputano a Dio l’abbaglio di questi, come se il potere offerto da un conclave a un modernista massone, intento a cambiare la Chiesa, venisse da Dio! Può il cattolico credere che Dio volesse o ignorasse l’empia intenzione nel cuore del deviato eletto; idea blasfema come quella atea: se Dio non può impedire il male non ha potere; se ha potere ma non lo usa non è buono; ergo, non c’è Dio! Ciò rende l’idea della falsità che alleggia sulla terra con una «chiesa» non più apostolica ma cardinagliata. Così, anche negli ambienti migliori è difuso il credo sofistico che Dio non abbia solo permesso, per nostro castigo, ma che abbia accreditato falsari nella Sede della verità per impartire errori e dannazione! A ciò siamo arrivati!
Non può sorprendere allora di trovarci di fronte a tanti fatti rispecchianti disprezzo per la verità e pure per gli avvisi della Profezia di Fatima, «segno di contraddizione dei nostri tempi», per cui si può credere che la generale alienazione rispetto alla gravità profetica di Fatima indichi il termine adatto per descrivere il degrado attuale manifestatosi con la generale apostasia.
Di ciò dovrà presto rispondere l’attuale generazione su cui incombe il «terzo castigo». Dice il Signore agli increduli del suo tempo: “Questa generazione perversa pretende un segno, ma l’unico segno che le verrà dato sarà quello di Giona. Perché, come Giona fu un segno per i Niniviti, così il Figlio dell’uomo sarà un segno per questa generazione. La regina del Mezzodì si leverà nel giudizio contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dalle più lontane terre per udire la sapienza di Salomone. Ed ecco qui uno che è più di Salomone. I Niniviti sorgeranno nel giorno del giudizio a condannare questa generazione perché fecero penitenza alla predicazione di Giona. Ed ecco qui Uno che è più di Giona».
Chi poteva dubitare che l’Autore dell’evento di Fatima fosse proprio Gesù Signore! Ora, quanto successo prima nei confronti della Sua Profezia, «segno di contraddizione», ha determinato il secondo tempo, qui chiamato «conciliare», inesorabile conseguenza della posizione dei Papi riguardo al messaggio profetico di Fatima. In altre parole, per non averlo accolto dovutamente, il Papato cattolico ha meritato il fatale nuovo «papato» contraffatto, eretto per infondere una «nuova coscienza»! La prima fase del papto si chiude, quindi, con le parole di Gesù: “Fai sapere ai Miei Ministri”, per annunciare le conseguenze della cecità che ha portato alle disgrazie successive.
Dato che l’alta responsabilità del governo della Chiesa spetta al suo Capo terreno, la critica all’operato, mai alla dottrina, di quei Papi è inevitabile. Scusarli degli sbagli sarebbe accusare il Signore. Va però precisato che tra loro e i «papi conciliari», che alterarono la Dottrina, vi è un abisso incolmabile: quello della contraddizione! Perciò mi pare giusto differenziare i primi da quest’altra Roma, non usando più per questi, conciliari, i numeri romani: sono I tempi di Giovanni 23, di Paolo 6, di Giovanni Paolo 1º e 2º e di Ratzinger, tempi in cui il castigo spirituale è già chiaramente in atto con un mondo avvolto dagli effetti della grande apostasia, ora abergogliata delle falsità prese per verità.
Eccoci al tempo segnato dalla mutazione clericale che è la demolizione in atto già nel 1960. La gente non lo vede perché riguardano proprio la cecità verso la Profezia ignorata, del Pastore colpito e della Città demolita, per ora spiritualmente. Ma affinché le tante anime che Dio vuole ancora salvare finalmente capiscano l’orrore di tale demolizione della Fede, c’è da attendersi breve un’immane catastrofe materiale che purifichi una terra governata dallo spirito menzognero e assassino dal principio. Alla luce di Fatima, viviamo tale interregno del castigo spirituale che è nella visione rappresentata nel «Terzo Segreto». Essa pare estranea a chi non capisce la portata dei mutamenti ecclesiali ecumenisti avversi alla realtà cattolica di matrice «papale»!
Basta ricordare le parole de Maria a suor Lucia: ‘Nel tempo, una sola fede, un solo battesimo, una sola Chiesa, Santa, Cattolica, Apostolica. Nell’eternità il Cielo!’
Questo il ricordo portato dalla Regina dei Profeti a Fatima; forte richiamo anti-ecumenista, anticomunista, anti-illuminista, antimodernista, insomma, opposto agli errori sociali preconizzati dalla rivoluzione russa e poi dalla rivoluzione conciliare per alterare la fede; alterazioni rese visibili anche nella solerzia conciliare, che dell’apparizioni curano adunate e introiti, ma censurando il Messaggio. La Vergine sarebbe apparsa a Fatima solo per chiedere preghiera e penitenza, e a solo a loro spetterebbe ora guidare i popoli, secondo i loro «segni dei tempi». Eppure non si vuol capire l’infamia di contrariare questo segno divino di conversione per i nostri tempi.
Ecco che viviamo i tempi del terzo castigo che è nella visione del «Segreto» di Fatima: con Il Pastore colpito lo Spirito di Dio si ritira dalla Terra, la Chiesa è lasciata acefala. Intanto il mondo clericale, immerso nell’«impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente ai loro problemi, al prezzo dell’apostasia dalla verità», si occupa di altro.
Pure i migliori restano oggi alieni al primo pensiero voluto da Dio nella mancanza del Suo Vicario : non voler«partecipare alle cose sante finché non sia suscitato un pontefice che ostenti la verità» (Offertorio della S. Messa per l’elezione del Sommo Pontefice. (3 Esdr. 5, 40)
Matteo Castagna mi scrive: … “non comprendo l’ultima frase. Mi spiego.
Ella è tratta dall’offertorio della Messa per l’elezione del Pontefice, quindi è circostanziata a tale evento. O potrebbe significare che in stato di Sede Vacante non si dovrebbe neppure andare alla Messa tridentina “non una cum”? Ti ringrazio del chiarimento”.
Poiché il dubbio sarà quello di molti, mi permetto di postarlo come commento dell’articolo seguito dalla mia interpretazione.
Per tutti i cattolici che riconoscono che la Sede è vacante, diventa imperiosa la supplica a Dio affinché susciti il corso delle azioni che porterà a un Pontefice fedele alla Chiesa. Ogni Santa Messa per l’elezione del Papa è circostanziata a tale intenzione. Ma tale «circostanza» rimane quale è prima e dopo le celebrazioni delle Sante Messe con tale intenzione; questa rappresenta lo stato di necessità confessato dal mondo cattolico, che solo sarà superato con l’elezione valida del vero pontefice. Ecco che dobbiamo fare nostro primo pensiero quello espresso da Dio nella Scrittura. Cosa può un fedele e specialmente un ecclesiastico volere di più in queste circostanza – che sono quelle attuali – se non il ritorno del Vicario che rappresenti Cristo, unico Capo della Chiesa? Eppure si fa proprio il contrario: dalle ordinazioni alle consacrazioni, senza ordinare queste alla prima necessità, così come le Messe e ogni cosa santa: tornare ad avere un Papa cattolico. Andare alla Messa è bene, dimenticare la prima intenzione del nostro stato presente è miope, e più ancora per i consacrati che alieni da questa somma necessità divengono comunque vaganti, poiché, non dimostrando di aspirare alla loro impellente vocazione di servire la Chiesa nel suo Capo, Gesù Cristo; si svelano «acefali volontari». E si pretende che il Signore ascolti e benedica quanti dimostrano di fare a meno della suprema necessità di avere nel mondo chi Lo rappresenti in modo immediato – che è come ha voluto istituire la Sua Chiesa! Perciò, il primo pensiero voluto da Dio nella mancanza del Suo Vicario è di mantenere vivo il ricordo di non voler «partecipare alle cose sante finché non sia suscitato un pontefice che ostenti la verità».
Mi permetto di far notare a Matteo Castagna che probabilmente la risposta al suo dubbio sia da trovarsi sulla medesima riga: “Offertorio della SANTA MESSA per l’elezione del Sommo Pontefice. (3 Esdr. 5, 40)”. Non penso che tale Messa possa essersi detta da sola! Evitiamo il tana libera tutti! Io penso semplicemente sia da interpretare in questo senso: venuto meno il Pastore è bene che le pecore non abbandonino l’ultimo pascolo in cui sono state portate e restino ferme in fiduciosa attesa di vederlo tornare!
Non ho capito se tutte le frasi successive a :” ..ho conosciuto Cornacchiola….” si riferiscono ad incontro diretto di Arai, se riferito a parole di Saverio Gaeta o parole di Socci.
Mi si può chiarire ? Grazie.
http://opportuneimportune.blogspot.it/2016/04/la-madonna-parla-di-bergoglio.html?m=1#!/2016/04/la-madonna-parla-di-bergoglio.html
http://www.chiesaviva.com/492%20mensile.pdf
Io non ho il libro di Saverio Gaeta da dove io penso siano prese queste pagine del blog citato.
@Mardun.: (io non ho virgolettato) Io ho conosciuto Cornacchiola…
A proposito, lui fu ricevuto da Pio XII, che Cornacchiola ha voluto uccidere.
Grazie Arai, non capivo !
x Cattolico2 Grazie della connessione ! E’ spaventosamente credibile e terribilmente chiaro !
E pensare che anche una laica, come la scomparsa Ida Magli, aveva, già da oltre vent’anni, previsto l’invasione islamica in quella che, unitamente alla Fallaci, chiamò EURABIA! Il segno del tradimento? il massmediatico gesto di Bergoglio: il trasporto, da Lesbo a Roma, di due famiglie islamiche date in gestione alla massonica Comunità di S. Egidio. Autodissoluzione.
Il settarismo della FSSPX e l’inconsistenza del suo tradizionalismo evidenziato in questo sito
http://vaticanocattolico.com/intervista-fellay-fsspx-tim-sebastian/#.VxOqePmLRMw
http://vaticanocattolico.com/la-meretrice-di-babilonia/#.VxRqsXRH7qB
apocalisse
Per gli articoli segnalati da Mardunolbo e da Cattolico 2: Grazie, grazie e ancora grazie.
Da divulgare ampiamente.
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