Appartiene alla Sinistra spinta, è convintamente neo-giacobino, ecologista, soprattutto è “uno di loro”: il senatore ed ex-ministro francese Jean-Luc Mélenchon ha incantato i circa 250 “confratelli” massoni convenuti alla sua conferenza a porte chiuse organizzata dal Grand’Oriente di Francia, a Parigi, lo scorso 30 maggio. Soprattutto ha conquistato – però non completamente – il loro Gran Maestro, Daniel Keller, dichiaratosi sostanzialmente d’accordo con lui su molti punti della diagnosi circa lo stato di salute del Paese. Però non su tutti…
Certo, Mélenchon, massone come suo padre e come suo nonno, affiliato alla loggia «Roger Leray», è idealmente più vicino al comunismo (con cui si è alleato), al castrismo cubano, a Die Linke in Germania ed a Syriza in Grecia che al socialismo (in cui ha a lungo militato, pur auspicando una fusione tra le due forze). Fan di Evo Morales e di Hugo Chavez, anticapitalista viscerale ed “allergico” a tutto quanto sia “Destra”, è convinto che la terapia possa essere una sola: «rifondare la Repubblica», come ha dichiarato durante la recente conferenza di Parigi, in nome della “laicità” ovvero del laicismo. Una terapia d’urto, non c’è che dire. Che, per quel poco ch’è trapelato, dovrebbe iniziare proprio sui banchi di scuola, com’era prevedibile, essendo l’offensiva dei “grembiulini” da tempo avviata su questo fronte e non solo Oltralpe.
Keller, però, ha espresso riserve circa la posizione di Mélenchon sull’Europa: «C’è bisogno di una costruzione politica, ciò che non è purtroppo l’Unione, e non di un ripiegamento sovranista», ha dichiarato. Così pure non sono piaciute le lodi tessute dall’illustre relatore verso il generale de Gaulle, di cui ha evocato lo spirito repubblicano e la sua capacità di dir di no, come in occasione dell’uscita dalla Nato, riferimento che non ha mancato di stupire i “confratelli” presenti all’incontro.
E’ comunque significativo, questo incontro a porte chiuse, da parte di chi, come Mélenchon, punta alla VI Repubblica ed ha già annunciato di volersi candidare alle presidenziali del 2017, nonostante le varie sconfitte elettorali in passato ripetutamente subite. Decisamente compatibile con le preferenze massoniche il titolo del suo programma, «L’Uomo prima di tutto». Tutto questo basterà per conquistare i voti dei “grembiulini”? La conferenza di Parigi è da leggersi come un segnale di avvicinamento? Di certo v’è comunque che il “mercato” per l’Eliseo è già aperto (M. F.).