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All’indomani del referendum sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea, tutte le certezze su questa organizzazione internazionale sono venute meno e molti cominciano a rivedere le proprie convinzioni. Il fronte anti-unionista dilaga e a poco valgono i metodi del sistema per diffondere paura e sgomento. E uno di questi metodi consiste nell’assimilare al concetto di “Unione Europea” quello di “Europa”, una concezione che mostra una forzatura storica, morale e culturale che sfocia nell’assurdo e nel ridicolo, ma che tuttavia gode di successo tra i giovani cosmopoliti con risvoltino sui pantaloni e conto in banca non da poco.
Ma che differenza c’è tra Unione Europea ed Europa?
L’Unione Europea, figlia di organizzazioni precedenti, nacque con lo scopo di rendere il Vecchio Continente autonomo economicamente rispetto agli USA e all’allora URSS, attraverso l’unificazione monetaria e finanziaria. I fatti, tuttavia, mostrano che è avvenuto l’esatto contrario: siamo sempre dipendenti dallo zio Sam e dalla Cina, manca ogni sorta di protezionismo continentale e, cosa più grave, gli Stati (enti pubblici) sono indebitati sempre più con organizzazioni private; è il traguardo finale del capitalismo.
Ma il fallimento economico dell’Unione Europea, come anche il più ignorante in materia può constatare quando fa i conti di fine mese, è un prezzo da pagare per perseguire quella sorta di religione blustellata fatta di diritti(?), laicità, viaggi e, soprattutto, vuoto culturale. Sfidiamo il lettore a dare una caratterizzazione, di stampo nazionalpopolare, a tutti coloro che si sentono parte della “generazione Europa”. L’Unione Europea, infatti, ha come scopo non il mantenimento delle diversità, ma il totale annichilamento di ogni cultura che ha caratterizzato il vecchio mondo nei secoli, fondandosi solo sugli ideali di pace e diritti che (almeno quelli sensati) dovrebbero essere parte di ogni popolo e non di una federazione continentale. Non può esistere, infatti, un popolo senza radici, senza caratteristiche etniche e culturali peculiari, tanto meno una federazione di popoli con aspetti, ed interessi, differenti. L’obiezione che si può formulare riguarda la vicina Svizzera, costituita da 4 culture e lingue differenti; a ciò si può ribattere che nella Confederazione Elvetica il legame tra i cantoni ha radici remote e trova il suo fondamento nel sentimento di neutralità che li caratterizzò sin dalla loro nascita. Altra obiezione, più attuale, per chi porta la Svizzera ad esempio di unione tra culture, sta nel fatto che questo Paese non aderisce ai trattati europei, se non al Consiglio d’Europa, organo che nulla ha a che fare con l’Unione e da non confondersi con il Consiglio Europeo, né con il Consiglio dell’Unione Europea.
Volendo, invece, un esempio di come un’unione forzata di popoli diversi sia deleteria e instabile, è sufficiente ricordare la dissoluzione dell’Unione Sovietica, i cui ex membri hanno visto un importante fiorire dei nazionalismi e la riscoperta delle identità che il regime socialista cercò di abbattere in nome del comunismo, esattamente come fa l’Unione Europea in nome del capitale.
Ma allora cos’è l’Europa? Un’espressione geografica? La risposta è no. Per quanto costituita da mondi e da identità diverse, vi è pure un fattore collante che non va trascurato. Questo fattore, però, non è tale da giustificare l’unificazione forzata di Nazioni nate quasi 1600 anni fa, quando il mondo romano cedeva il testimone alle realtà nazionali del Medioevo. E’ vero, ci siamo scontrati per piccole porzioni di territorio, abbiamo avuto lunghi conflitti, ma da ciò è nata la filosofia occidentale, sono state realizzate le scoperte più importanti e le più significative conquiste sociali, la cultura Cristiana ha trasceso i confini ed ha avuto un ruolo chiave nella resistenza contro l’avanzata dei sultani, oltre che nel pensiero e nell’arte. Si veda l’Europa, quella vera, ossia l’Europa delle Nazioni, come un insieme di ferrovie parallele, percorse da treni che avanzano insieme; usando lo stesso paragone, l’Unione Europea può considerarsi come tante ferrovie che si uniscono in una sola, con conseguenti scontri, in cui sopravvive il più forte.
Tutto questo per dire che l’Europa, quella che va dall’Atlantico agli Urali e dal Mediterraneo al Circolo Polare Artico, non può costruirsi su ideali e principi, spesso fini a sé stessi, e sull’annullamento delle identità, bensì dovrebbe farlo sulla loro crescita e forza. Perché la più grande ricchezza e peculiarità del nostro continente, è proprio l’eterogeneità delle sue culture!
Fonte: http://ordinefuturo.net/2016/07/06/europa-e-unione-europea-due-concetti-a-confronto/