Tra voci su Hillary malata e qualche coincidenza mortale, Obama potrebbe non voler mollare l’osso
Donald Trump è crollato nei sondaggi. Questa la vulgata dei media mainstream, a seguito dell’impennata di consensi verso Hillary Clinton dopo la convention di Philadelphia. Eppure, quest’ultima rilevazione della Reuters
ci dice dell’altro: nonostante le polemiche sulle mail hackerate dai russi, quelle con i genitori di un soldato musulmano morto in Iraq e l’aperta ostilità dei papaveri del Partito repubblicano, oggi Donald Trump è in ritardo di soli tre punti dalla Clinton, 42% contro 39%. E, se ricordate, la Reuters è la stessa che dieci giorni fa aveva cambiato la metodologia dei propri sondaggi, eliminando la voce “nessuno dei due” come risposta valida, un qualcosa che aveva immediatamente riportato la ex segretario di Stato in testa. Ora, invece, siamo quasi appaiati. Il sondaggio è stato compiuto on-line tra il 31 luglio e il 4 agosto e ha interpellato 1154 persone con un margine di errore del 3%: quindi, potremmo essere già oggi pari. Come mai questa inversione al ribasso per la Clinton? La Reuters si è limitata a dichiarare che “le ragioni dietro questo scostamento non sono chiare”.
Ma c’è altro di poco chiaro e ce lo mostra questa foto,
scattata durante lo scorso fine settimana: Hillary Clinton ha sempre più frequentemente bisogno di aiuto per muoversi e anche per stare in piedi e questa corpulenta guardia del corpo
è sempre al suo fianco. E negli Usa comincia a circolare anche qualche altra interpretazione, basandosi su questa foto e sul suo ingrandimento:
l’angelo custode della Clinton è stato più volte visto con in mano una “penna” per la somministrazione del Diazepam, uno psicofarmaco con proprietà ansiolitiche e anti-convulsive. Insomma, Hillary Clinton è malata e la sua corsa alla Casa Bianca potrebbe essere compromessa? Quanto accaduto nel gennaio del 2013 era più serio di quanto riferito nella versione ufficiale? L’allora segretario di Stato era a casa, ebbe un piccolo malore e fu ricoverata al New York Presbyterian Hospital, dove ha ricevuto cure anticoagulanti. Il giornalista Ed Klein, però, non credette a questa versione e raccontò la sua nel libro “Blood feud” del 2014. A detta di Klein, Hillary Clinton era in realtà nel suo ufficio al Dipartimento di Stato e non nella sua abitazione newyorchese. Fu subito portata in infermeria ma fu lei stessa ad insistere a essere trasportata a Whitehaven, la residenza nella capitale dei Clinton.
Subito dopo arrivò Bill e viste le condizioni della moglie decise che dovesse essere trasferita a New York, nella clinica nella zona nord di Manhattan. Lì i medici scoprirono che Hillary aveva diversi problemi di salute. Fu curata per una trombosi, per un grumo di sangue che si era formato tra il cervello e il cranio, proprio in una delle vene che porta sangue dal cervello al cuore. Stando ai medici, questa è una tipica malattia di chi vola molto frequentemente. I dottori del Presbyterian Hospital però fecero anche altre scoperte. Hillary era predisposta alla formazione di questi grumi di sangue e aveva problemi di cali di pressione arteriosa. In passato, uno di questi svenimenti le aveva procurato la rottura di un gomito, mentre saliva su di un aereo.
Negli anni precedenti, Ma i problemi non erano finiti. Un elettrocardiogramma sotto sforzo dimostrò che la ex First Lady soffriva anche di problemi cardiaci e i medici furono molto chiari: la situazione era delicata e la Clinton doveva stare molto attenta, tanto che la sua salute doveva essere costantemente tenuta sotto controllo per tutto il resto della sua vita. Ora, quelle foto di una Hillary non autosufficiente nella deambulazione e la “penna” al Diazepam, sintomo di un rischio di convulsioni.
Insomma, Hillary sta davvero male o queste voci sempre più insistenti sono prodromiche a un’uscita di scena dignitosa e per motivi di salute, al netto delle minacce di Wikileaks di rendere note un altro migliaio di mail in cui si evidezierebbero contatti pericolosi tra Dipartimento di Stato e miliziani libici e siriani, proprio ai tempi della gestione Clinton? Se accadrà, mettiamo a settembre, cosa farà il Partito democratico, con soli due mesi che lo dividono dal voto alle presidenziali? Una cosa è certa, la Clinton è in difficoltà.
Sabato scorso, parlando dello scandalo e-mail, ha infatti dichiarato che “quanto ho detto al riguardo all’FBI è in linea con quanto ho detto pubblicamente ma potrei aver corto-circuitato la verità”. Non una bella dote, per un futuro presidente. Poi, lo stesso giorno, si scopre che Shawn Lucas, un supporter di Bernie Sanders che aveva presentato documenti al Congresso democratico relativi a frodi contro il suo candidato di riferimento, è stato trovato morto il 2 agosto dalla sua fidanzata, la quale lo ha rinvenuto sdraiato sul pavimento del bagno. Direte voi, coincidenza? Certo, peccato che comincino a essere tante. Sempre all’inizio di agosto si sarebbe ucciso con un colpo di pistola, Victor Thorn, scrittore e accanito militante anti-Clinton.
L’8 luglio, invece, è stato il 27enne Seth Conrad Rich a essere ucciso in quella che la polizia di Washington DC ha escluso essere una rapina: lavorava presso lo staff democratico e pare che stesse per parlare con l’FBI. Il 22 giugno, invece, a lasciarci è stato John Ashe, un funzionario dell’Onu che si è fracassato la trachea con un peso, mentre faceva ginnastica. Doveva testimoniare contro i Clinton e contro il Partito democratico. Il 23 giugno, invece, è morto per cause sconosciute a 48 anni Mike Flynn, responsabile del settore “Big government” per Breitbart News. Lo stesso giorno in cui ci ha lasciati, veniva pubblicato il suo ultimo articolo, dal titolo “Clinton Cash: Bill, Hillary Created Their Own Chinese Foundation in 2014”. Va beh, cinque coincidenze in meno di due mesi.
E se nella sua analisi del dato occupazionale di luglio e della conseguenze che questo potrebbe avere sulle decisioni della Fed a settembre, Citi ha fatto chiaramente capire che il tycoon resterà candidato almeno fino a ottobre, visto che “la Federal Reserve non alzerà i tassi fino a quando Trump resterà in corsa per la Casa Bianca”, più di qualcuno comincia a chiedersi cosa potrebbe fare Obama in caso di vittoria del miliardario. Se ne andrà dalla Casa Bianca o userà l’opzione nucleare che ha politicamente in mano, ovvero proclamare la legge marziale per restare presidente anche dopo il 2016?
Cosa ha infatti dichiarato recentemente Obama? “Trump non agirebbe in base a norme, regole e senso comune”, ha messo in dubbio il fatto che “osserverebbe la decenza base” se dovesse arrivare nello studio ovale, ha dichiarato che “mi sarebbe spiaciuto perdere le elezioni nel 2008 e 2012 ma in entrambi i casi ero sicuro che John McCain e Mitt Romney sarebbero stati dei presidenti con le conoscenze necessarie. Non è invece la situazione attuale”. E ancora: “Trump non ha il giudizio, il temperamento, la capacità di comprendere e di occuparsi della posizione più potente al mondo. E’ spaventosamente impreparato per questo lavoro e non ha conoscenza riguardo Europa, Medio Oriente e altre parti dell’Asia”. Un notevole fuoco di fila per qualcuno che fra tre mesi sbaracca e che dovrebbe avere la certezza, instillata da media e sondaggi, che al suo posto andrà la credibile e democratica Hillary Clinton?
Nel kennedyano ed elitario buen retiro di Martha’s Vineyard, Barack Obama starà facendo dell’altro, oltre che giocare a golf? Anche perché giovedì scoso, prima di partire per le vacanze, Obama ha incontrato al Pentagono alcuni advisers della sicurezza nazionale per discutere sulle strategie da mettere in campo nella lotta contro l’Isis e ha affermato quanto segue: “Gli Stati Uniti devono provare a chiudere un accordo con la Russia per coordinare le operazioni militari in Siria e cacciare l’Isis fuori dal Paese”. A un giornalista che faceva notare come tutte le relazioni militari con Mosca fossero congelate dal caso Crimea nel 2014, Obama a risposto così: “Dobbiamo provare. L’alternativa è il perpetrarsi della guerra civile”. Moscow calling?
fonte: http://www.rischiocalcolato.it/2016/08/voci-hillary-malata-qualche-coincidenza-