Il sindaco di Diano Marina contro le unioni civili: «Gli omosessuali non li sposo».

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Giacomo_Chiappori

URGE LA LEGGE CHE INSERISCA L’OBIEZIONE DI COSCIENZA ALLA LEGGE CIRINNA’ (N.d.R.)

Segnalazione di Raimondo Gatto

Diano Marina – La comunità omosessuale davanti al municipio di Diano Marina, domani, mattina, per protestare contro il sindaco Giacomo Chiappori. “Colpevole” di avere dichiarato pubblicamente all’indomani dell’unione civile a Sanremo tra un gay e un transgender che non celebrerà funzioni dello stesso genere, o comunque tra persone dello stesso sesso.  Vietando anche fiori, lancio del riso e marce nuziali. Una presa di posizione forte, mitigata parzialmente dalla spiegazione che tale incarico verrà affidato ad un ufficiale di stato civile, nel rispetto degli obblighi imposti dalla legge Cirinnà.  Il caso è esploso dopo l’unione civile tra Riccardo Tavilla, sanremese di 20 anni, e Nitta Arruda, trans brasiliano di 25 anni, celebrata venerdì scorso in una sala di Palazzo Bellevue, sede del Comune di Sanremo, alla quale oltre allo stesso Marco Antei ha partecipato Fiorenzo Gimelli, presidente dell’Agedo. Le frasi di Chiappori, ex deputato leghista non nuovo a boutade del genere su argomenti delicati, ha scatenato la reazione dell’Arcigay provinciale.  Il cui presidente, Marco Antei, chiama a raccolta la comunità Lgbt (Lesbiche, gay, bisessuali e transgender), e non solo, per la manifestazione di domani, fissata alle 10.

«Siamo sinceramente rattristati dalle parole del sindaco di Diano Marina Giacomo Chiappori – spiega Antei – il quale sembra non voler accettare la legge che permette anche a due persone dello stesso sesso di unirsi civilmente. Proprio questa legge, primo passo verso l’uguaglianza di diritti che porterà inevitabilmente anche al riconoscimento del matrimonio tra persone dello stesso sesso, è il segno che anche l’Italia sta finalmente diventando un paese civile. Opporsi al cambiamento, opporsi ciecamente all’amore tra persone dello sesso è non solo anacronistico e contrario al sentimento comune, ma anche vietato».  Antei analizza anche altre frasi di Chiappori, attaccando le sue tesi punto su punto.  «Assurdi sono inoltre gli accostamenti del sindaco tra unioni civili e divorzio (Chiappori li ha accomunati, dicendo che “in entrambi i casi si firmano alcune carte”, ndr), e ridicoli sono i suoi tentativi di impedire di celebrare le unioni con fiori, riso e marce nuziali. Inevitabile pensare che queste boutade di fine estate siano un banale mezzuccio di Chiappori per stare sotto i riflettori. Ci opponiamo dunque alla strumentalizzazione e alla ridicolizzazione di conquiste ottenute con dolorose battaglie durate decenni».  All’appuntamento di domani davanti al municipio di Diano Marina è stato invitato a partecipare anche il presidente nazionale dell’Arcigay, Flavio Romani. «Abbiamo intenzione di manifestare il nostro dissenso affinché Chiappori riveda le sue posizioni e si rivolga alla comunità Lgbt di Diano Marina con il rispetto che questa merita. Restiamo ovviamente disponibili al dialogo con il sindaco e la giunta dianese. Fonte: Il Secolo XIX.it  30 agosto 2016

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