Amatrice: “In Italia avverranno terremoti 30 volte più forti di questo”

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Segnalazione di Corrispondenza Romana

di Luca Romano su Il Giornale 

In Italia i geologi si aspettano terremoti con energia 30 volte più forte di quello di Amatrice.

Non si può sapere quando, né dove di preciso, ma di sicuro avverranno. L’allarme arriva dal sismologo Antonio Piersanti dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. “I terremoti degli ultimi anni hanno portato in sé delle grandi tragedie, con un elevato numero di vittime, ma purtroppo la Terra ci sta dando degli avvertimenti – rimarca Piersanti all’Adnkronos – perché in Italia avverranno dei terremoti più forti di questo. Abbiamo la certezza che arriveranno a magnitudo 7, che equivale a un fattore + 30 di energia liberata rispetto a una magnitudo 6.0 come quello di Amatrice”.

I sismi che sono attesi “saranno, per intensità simili a quello dell’Irpinia nel 1980, al sisma di Messina e Reggio Calabria nel 1908” spiega ancora Piersanti che, a fronte di queste evenienze, lancia un monito “bisogna essere preparati adeguatamente in termini di qualità dell’edificato”.

In Italia, del resto, si perde facilmente la memoria. “Il fatto che dal terremoto dell’Irpinia del 1980 a quello di Colfiorito del 1997, non ci sono stati sismi molto forti – aggiunge – se da una parte è stata una fortuna, dall’altra ha fatto sì che si sia persa la memoria in un momento in cui l’economia italiana cresceva molto e si facevano investimenti. Dal 1997 invece i terremoti di una certa intensità si sono ripetuti con una maggior frequenza, nel 2002 San Giuliano di Puglia, nel 2009 L’Aquila, nel 2012 l’Emilia Romagna e quest’anno il terremoto di Amatrice. Quanto alla zona di Norcia, che pur essendo equidistante dall’epicentro rispetto ad Amatrice e Accumoli, ha subito pochi danni, il sismologo conferma che ciò è dovuto “di sicuro alla qualità del costruito ma è possibile che a Norcia ci siano stati fenomeni più favorevoli (tecnicamente la direttività e gli effetti di sito) e quindi hanno prodotto danni minori”.

Questi parametri, che in qualche modo vanno a influenzare la distruttività di un terremoto, però possono essere studiati successivamente, alle volte occorrono settimane e quindi, per ora “sono solo ipotesi che andranno confermate”. A Norcia, d’altra parte, la qualità del costruito è migliore in virtù dei processi di adeguamento e di ricostruzione successivi ai terremoti della Val Nerina del 1979 e di Colfiorito del 1997. Un modello a cui guardare è sicuramente il Giappone. “Un obiettivo difficile da raggiungere – dichiara infine Piersanti – ma è importante puntare verso quella meta. Anche se è chiaro che il patrimonio edilizio del Giappone era ed è diverso e magari per loro, è più semplice”.

Una Risposta

  • La qualità delle costruzioni italiane è effettivamente scarsa dal punto di vista sismico. Basta guardare bene le immagini di devastazione infilate qua e là dalle tv. I muri sono formati spesso da pietre tonde coagulate da poca calce . Erano i muri costruiti un tempo ! Quando le pietre sono squadrate la resistenza al sisma è maggiore, ma non ancora sufficiente. Ci sono dei progetti precisi e studi accurati su come mettere in sicurezza case antiche composte da pietre squadrate.Ma il problema enorme è che deve essere lo Stato che si assume l’onere di modernizzare queste strutture vecchie ed antiche. I privati cittadini spesso non hanno sufficienti risparmi per mettere in sicurezza e specialmente riguardo ad edifici o centri “storici” è interesse dello Stato intervenire e sovvenzionare.
    Altrimenti il 70% del patrimonio edilizio italiano sarà demolito dai sismi inesorabilmente. Aggiungo che non credo proprio che questi governi e questa Italia riesca a produrre risultati di rilievo e la mancanza di fondi, di vera programmazione, unita ad onestà ,qualità mancanti, che porteranno alla rovina e ai lutti .

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