di Alessio Mannino
Se l’ipotesi terzo mandato saltasse, in cambio del sostegno al referendum ci sarebbe un’altra promessa…
La settimana scorsa davamo conto di un’indiscrezione che da Roma é rimbalzata in Veneto sulla possibilità che il premier Matteo Renzi conceda il terzo mandato ai sindaci dei Comunisopra i 3 mila abitanti, facendo contenti, dalle nostre parti, soprattutto quello di Verona, Flavio Tosi, e quello di Vicenza, Achille Variati. E più il primo del secondo, poiché per il leader del movimento sostanzialmente veronese, o veronese-centrico, “Fare”, conoscere le carte sul piatto significa sapere quale sarà la sua vita politica da giugno dell’anno prossimo, quando sarà scaduto il suo secondo mandato consecutivo. O di che morte potrà morire.
E già, perché per Tosi la questione é di sopravvivenza. E’ da tempo che si é ficcato in un vicolo cieco, stretto da una parte fra una Lega che lo considera un traditore e dall’altra fra un Pd che, per tendergli la mano, dovrebbe rimangiarsi otto anni di opposizione a Verona. E incastrato in un “centro” inconsistente, che elettoralmente conta come il due di picche, benché in questa fase pre-elettorale, nel capoluogo scaligero, stiano spuntano i candidati “moderati” come funghi. Per forza: c’è la fila per spolparsi l’eredità sua, di un centrodestra tosiano, quello del primo mandato, che é imploso e che aspetta di trovare chi saprà profittarne. E qui sta l’incognita più inquietante, per Tosi e le sue residue truppe: quanto rastrelleranno per conto proprio? Alle regionali 2015 “Fare” ha fatto poco, sicuramente meno rispetto alle aspettative. Un mezzo fiasco.
E allora il terzo mandato non sarebbe poi tutta questa gran via di salvezza. Qui ci vuole un piano B. E secondo un’altra voce raccolta fra i beninformati sull’asse Roma-Verona, in cambio di appoggio e sostegno da Tosi&C un’altra promessa sarebbe uscita dal cappello del mago Renzi: assicurare almeno due seggi sicuri al movimento tosiano in caso di elezioni anticipate nel 2017. Che osservatori esperti danno come possibili sia che Renzi perda il referendum sulla riforma costituzionale, sia che lo vinca. Perché il giro di boa della politica italiana, e a cascata di quella locale, sta tutto nel risultato che uscirà dalle urne referendarie. Per questo, come scrivevamo, come “merce di scambio” Tosi sta offrendo il suo attivo contributo alla causa renziana del Sì.
Naturalmente, é plausibile pensare che uno dei due seggi “garantiti” sia il salvagente personale di Tosi. Una regola fondamentale, della politique politicienne, prescrive che prima di tutto, prima di ogni altra considerazione, bisogna assicurarsi un posto su cui stare a galla.Primum vivere, deinde…