E’ necessario riconoscere e rifuggire quando vi sia un sacerdote che arroghi de facto (o addirittura che lo dichiari) a se stesso la “plenitudo potestatis”. Nei tempi di crisi attuale, questo abuso di potere si può trovare anche in taluni ambienti cosiddetti tradizionalisti. Vade retro ad ogni sètta o mentalità settaria! Il fatto che non vi sia il Papa, non significa che i sacerdoti “non una cum” abbiano giurisdizione ordinaria direttamente da Dio, come si è sentito farneticare da qualche parte! Semmai, essi fanno appello ad una “giurisdizione straordinaria”, o supplita, che non dà loro alcuna autorità di parroco. Ricordiamoci anche, che il sacerdote non è un “guru”, non è un mago, non è il capro espiatorio di ogni cosa. Ad ognuno il suo ben chiaro e ben distinto dovere di stato: ai sacerdoti il loro, ai laici il proprio.
Scritto e segnalato da Donatello Villano