Estratto da IlGiornale.it di Raimondo Gatto
Il movimento Czarny Protest ha marciato per le strade di Varsalia contro un disegno di legge che, se approvato, vieterebbe quasi ogni forma di interruzione di gravidanza “Black Monday”: quello di ieri è stato un lunedì nero per le femministe polacche che, vestite in total black in segno di lutto, hanno sfilato per le strade di tutta la Polonia contro la proposta di legge che abolirebbe in maniera definitiva l’aborto.
Lo scorso 23 settembre la camera bassa del parlamento della Polonia ha votato a favore di un disegno di legge che, se definitivamente approvato, vieterebbe praticamente ogni forma di aborto, in un paese dove la pratica dell’interruzione non è assoluta anche se è praticato l’aborto eugenetico. Le donne, infatti, possono abortire solo se sono state stuprate, entro la dodicesima settimana ed esclusivamente se il colpevole conferma la violenza, in caso di malformazione del feto, in caso di incesto o quando la gravidanza rischia di mettere in pericolo la vita della madre.
Disposizioni della legge in vigore approvata nel 1993. Pochi giorni fa 267 deputati su 460 hanno votato a favore della proposta, che ora dovrà affrontare altri due passaggi parlamentari. Da allora si sono intensificate le proteste delle femministe di tutto il mondo. Ieri la manifestazione più grande: il movimento si chiama Czarny Protest, cioè “proteste in nero”.
ll disegno di legge attualmente in discussione arriva da una proposta di diversi gruppi religiosi cattolici, appoggiata anche dalla Conferenza episcopale polacca: sono state raccolte 100 mila firme ed è stata presentata al governo una proposta di legge di iniziativa popolare che consente l’aborto solo nel casi eccezionali.
Le femministe non hanno deciso solamente di marciare vestite di nero ma di indire uno sciopero totale: non sono andate al lavoro, non sono andate all’università, hanno lasciato i bambini alla cura di qualcun altro e non si sono
ocuppate delle faccende di cui di solito di occupano.
Il Guardian scrive che per ora è difficile valutare l’adesione allo sciopero nelle piccole città e nelle zone rurali, che tendono ad essere più conservatrici, ma dice anche che la partecipazione nelle città principali, come Varsavia e Danzica, è “significativa”.
E’ sicuramente una grande vittoria dei movimenti pro -vita, dimostrando come si possa invertire il movimento rivoluzionario che ha devastato l’Europa Cristiana
Se la legge dovesse essere approvata, le donne che decidono di abortire rischiano 5 anni di prigione. E anche i medici che decidessero di eseguire l’operazione finirebbero in carcere. La preoccupazione è che anche l’aborto spontaneo possa essere investigato.