La presenza di Cristo nell’Eucaristia, per noi Cattolici, non è simbolica ma reale. Sempre più fedeli della Chiesa ufficiale, però, ignorano i fondamenti di fede e in una parrocchia romana queste lacune sono emerse quando l’ostia è caduta a terra ad una ragazza.
E’ il caso dell’episodio avvenuto la scorsa settimana nella chiesa di Santa Francesca Cabrini, a Roma, cui dà notevole spazio e fa osservazioni intelligenti e pertinenti un pubblicista a-cattolico de “L’intellettuale dissidente”. Questo dovrebbe dire molto, almeno sulla preparazione religiosa, che pare maggiore tra alcuni atei rispetto alla massa del cosiddetto “popolo di Dio” (termine declinato dai conciliari verso tutti, in nome di un malcelato sacerdozio universale, dal tanfo di protestantesimo, così caro a Bergoglio).
Nella parrocchia capitolina, quartiere Nomentano, al momento della distribuzione delle ostie, ad una ragazza le cade di mano. Incerta sul da farsi, la ragazza decide di raccoglierla ed infilarla nella sua borsetta. La scena, però, non sfugge all’occhio vigile di una fedele che si precipita al banco della ragazza e le intima di restituire la particola. Ne nasce un diverbio, poi sfociato in lite, tra i familiari della ragazza e l’attenta parrocchiana. I parenti, seccati per quella che ritengono un’invasione di campo inopportuna e, molto probabilmente, impreparati di fronte alla sollecitudine della fedele rimproverante, non ci stanno ad incassare la correzione e trincerano la figlia dietro ad un non richiesto giustificazionismo. Poi, sentendosi accusati, si trasformano in accusatori lamentando la reazione esagerata della donna per quello che ritengono essere un futile motivo. Nel suo piccolo, questa vicenda racconta di come il virus relativista da un lato e la desacralizzazione della Santa Messa, divenuta con il Novus Ordo Missae di Montini e le successive revisioni un “pranzo sociale”, abbiano contaminato la maggioranza dei battezzati italiani, negandogli la capacità di percepire l’esistenza di una distinzione tra bene e male oggettivi. Nel caso specifico, non ci risultano prese di posizione specifiche del “Presidente dell’Assemblea” (come oggi si usa chiamare il celebrante delle funzioni figlie della riforma liturgica post-conciliare).
Non a caso, quei pochi organi di informazione che hanno riportato l’episodio, non hanno mancato di utilizzare la prevedibile etichetta di “bigottona” per la parrocchiana che ancora ha dimostrato di avere il senso della Presenza Reale di Cristo nell’Eucarestia, sebbene le sfugga che non ci sia transustanziazione se non attraverso le giuste formule dette da un sacerdote certo, su materia valida. Non essendoci vero sacerdote perché ordinato secondo il nuovo rituale che stravolge il significato del sacerdozio trasformando l'”Alter Christus” in un assistente sociale da un non-vescovo privo di successione apostolica a causa del nuovo rituale che non gli assegna di fare la volontà della Chiesa così come voluta da Cristo, non vi è transustanziazione né, per fortuna, sacrilegio. Permane, però, per fortuna, ancora lo scandalo pubblico, almeno in chi è intervenuto.
Il Concilio e i suoi seguaci hanno saputo rifilare ai cristiani una fede annacquata in un passatempo poco ingombrante, adagiato sulle mode del mondo e sulle sciocchezze continue della papolatria verso un uomo vestito di bianco che de facto è un Anti-papa come tutti i suoi predecessori fino a Roncalli incluso, che permette tutto e il contrario di tutto, che nega il principio di non contraddizione, che quotidianamente offende Gesù Cristo e la Santa Chiesa con le sue esternazioni a-cattoliche, le sue gesta sciatte e blasfeme nei concerti ecumenisti, i suoi discorsi inutili o panteisti sull’ecologismo, le sue prediche politiche da no-global, il suo pacifismo d’accatto, l’ipocrisia dell’accoglienza che cela un business milionario, la falsa misericordia verso tutti i nemici della Verità evangelica e della Tradizione, che si trasforma in violenza verbale tanto gretta quanto ridicola per il piccolo gregge rimasto Cattolico, il pauperismo ostentato, nonostante gli scandali delle banche vaticane. ecco sì, i parrocchiani, ammansiti nella comodità di questo status quo iper-permissivo, si rifugiano nel nascondiglio dell’indifferenza pretendendo lo stesso dagli altri.
Da quest’episodio, inoltre, emerge ancora una volta quanto sia diffusa l’ignoranza religiosa. Ma il Concilio non doveva essere quella pentecoste che illuminava di conoscenza, ragionevolezza e cultura i fedeli lasciati per secoli nell’ignoranza dai soloni della Tradizione? No! La situazione è talmente allarmante che, per avere un quadro generale più chiaro, anziché chiedersi quanti sono i cattolici che non credono nella presenza reale di Gesù, conviene accertarsi prima di quanti sono quelli che ancora vi credono perché il massone Bugnini non ha scritto il Novus Ordo Missae per Montini a caso, ma per portare a compimento la distruzione della Messa Cattolica, come voleva il “Porcus Saxoniae” con i cui seguaci Ratzinger era solito intrattenersi a dialogare e al quale Bergoglio ha fatto erigere una statua in sala Nervi in Vaticano! Magari, questi apostati fossero deposti, con buona pace di chi si ritiene tradizionalista e si augura che non accada mai, come fa Nicola Bux in una intervista per quelli di “Chiesaepostconcilio”!!
Conclude Nico Spuntoni, de “L’Intellettuale dissidente”: “La questione eucaristica non può essere considerata un dettaglio teologico: la Santa Eucaristia costituisce il cuore dell’esistenza di ogni battezzato ed il centro della missione della Chiesa. La piccola lite del Nomentano restituisce lo spaccato di un mondo dove, sempre più, all’ignoranza si reagisce con l’arroganza e dove non c’è spazio per l’umiltà e il pentimento. Un mondo alla rovescia dove, mentre si predica ininterrottamente il rispetto per tutti i tipi di credenze, una donna viene tacciata di bigottismo per aver impedito che il pane consacrato (o che ella, in buona fede, riteneva tale, n.d.r.), cioè il Corpo di Cristo per i credenti, venisse trattato come fosse un chewingum da riporre momentaneamente nella borsetta e poi, magari, buttare una volta finita la cerimonia. Questo, d’altronde, appare come il naturale sbocco di quella tendenza a marginalizzare la dimensione del sacro persino nelle cerimonie religiose, vissute ormai da buona parte delle famiglie come occasioni per far baldoria con amici e per autocelebrazioni esibizioniste anziché come opportunità per stabilire una connessione ancora più forte con Dio”.
Giammai in comunione con i modernisti, lerci traditori e coi loro sodali più o meno prezzolati. Sempre con Cristo, con il Magistero Perenne della Chiesa Cattolica, per il Papato romano e la restaurazione del Regno Sociale di Nostro Signore sulla Terra!
Una volta cadde l’ostia dalle mani di una “suora” mentre la portava alla bocca e rotolò in un angolo della gradinata. Il “prete”, come se niente fosse, con sguardo molto serio, disse: “anche le formiche devono mangiare” e le pose un’altra ostia in mano. La “suora”, mentre tornava al banco, con leggero imbarazzo per la figuraccia fatta davanti alla gente, si fermo per qualche istante come in riflessione, torno indietro a raccogliere l’ostia caduta e la mangiò.
Era la festa del Corpus Domini di una dodicina d’anni fa. Tralascio di descrivere la discussione di un mio amico con il “prete” dopo la “messa”
È chissà quanti altri scandali simili accadono ogni giorno…Il problema di fondo è che hanno scardinato la Messa e con Essa il Papato. Come voleva Lutero, che infatti è celebrato dai conciliari. Noi però sappiamo che le porte degli inferi non prevarranno e che un Papa tornerà. Il trionfo del Sacro Cuore di Maria debellera’ ogni nemico. Affidiamoci a quanto detto dalla Madonna a Fatima.
Ho notato che l’ignoranza spesso è voluta coltivata. A molte persone, soprattutto con legami d’amicizia, ho provato a spiegare nei modi più disparati possibili il problema dell’autorità, della validità dei sacramenti ecc., ma alla fine chi si mette in viaggio, percorrendo chilometri, per assistere ad una vera Messa è sempre e solo il sottoscritto. Molti non è che non capiscono. Capiscono eccome. Per loro, però, la “messa” è solo un momento aggregativo, un diverso attimo socializzante o rilassante in un mondo carico di solitudine, per non parlare di quelli che si iscrivono alle confraternite convinti di trovarci, oltre la compagnia, il politico potente vicino al “vescovo”.
Sembra quasi una questione di sopravvivenza il loro capire e non volersi muovere. Così, quando si dice loro che la prima cosa è la salvezza dell’anima, rispondono dicendo che anche per loro vale questo principio, ma in quella direzione. Inutile far notare che la direzione è sempre una e vale per tutti…..
Caro Matteo: tre anni or sono, a un giovane cadde di mano la Sacra Particola e costui, raccòltala, la gettò in un vaso lì accanto. Lo fermai, richiamando l’attenzione dei fedeli e del celebrante, un vescovo! il quale non dette segno di voler fare qualcosa. Una suora raccolse l’Ostia e la consegnò al vescovo il quale mi chiese che cosa fare. “La deve consumare lei e pulire, con l’acqua benedetta, la zona del pavimento in cui è caduta”. Hai capito, la preparazione dei vescovi modernisti? Prova inconfutabile del loro scetticismo sacramentale.
@Pierino, la sua è una osservazione assai pertinente. Riguarda probabilmente ogni tradizionalista che cerchi di fare apostolato e portare conoscenti e amici a Messa.
Come si dice nell’articolo, l’indifferentismo che maschera una concezione soggettivista della religiosa è un cancro incistato dalla nuova Chiesa Conciliare attraverso l’iper-permessivismo che fa convincere, ad esempio, che non sia un peccato mancare al terzo Comandamento. C’è, poi, oltre alla mancanza del senso del peccato, la prevalenza del comodo e dell’accidia. l’uomo moderno è quasi allergico ai doveri ed agli impegni fissi. La Domenica non è più considerata il giorno del Signore ma il settimo giorno della settimana da consacrare al relax, allo svago, alle ferie o quant’altro. Capiamo dove la “Chiesa conciliare” ha portato tante persone? Ecco, questi sono i frutti della “nuova Pentecoste”…
Per fortuna nella sfortuna, la formula stravolta della transustanziazione toglie ogni valore di consacrazione all’ostia, d’altronde molti preti non credono più in Cristo e il resto viene da sé. Ciò non toglie che è l’intenzione che conta, quindi le tante ostie messe in tasca o rubate per le ‘messe’ sataniche, in realtà non sono che dei pezzi di pane, ma l’idea in sé basta a provocare il più profondo disgusto.
Penso a quel prete che ha dato l’ostia a due reietti musulmani nella chiesa di San Zulian a Venezia, che subito dopo l’hanno sputata per terra e sono fuggiti da veri bastardi vigliacchi, il che ha scatenato le ire del sacrestano, che si è beccato questa risposta. “Il papa lo permette”. Non so tra tutti chi è il peggiore (sacrestano escluso).
Il pubblicista a-cattolico N. Spuntoni forse non lo sa, ma è più vicino a Dio di tanti benpensanti tradizionalisti che trovo anche nella chiesa che io frequento, e a volte mi danno delle perplessità.