Turchia: un imam permanente nella basilica di Santa Sofia

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Segnalazione Corrispondenza Romana

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Una Turchia sempre più islamizzata, con la forza e coi sotterfugi: piaccia o non piaccia a chi, nonostante tutto, la vorrebbe in Europa, la realtà è questa.

L’ultima riprova è giunta, dopo un tira e molla durato anni, dalla volontà sempre più determinata di trasformare la basilica di Santa Sofia, da museo (qual’era e quale formalmente è ancora, dal 1935) a moschea (come non fan mistero di volere il governo turco guidato dal primo ministro Yildirim e gruppi sempre più consistenti di musulmani, gli stessi che allo scopo hanno promosso insistenti campagne di pressione e che han presentato numerose richieste al Parlamento.

Il primo passo è stato quello di riconoscere da tempo – non si sa a quale titolo – agli imam di passaggio la facoltà di recitare nella basilica due delle cinque preghiere rituali quotidiane islamiche. Ora, secondo quanto diffuso dal sito Ekhathemerini, riprendendo l’agenzia di stampa statale turca Anadolu, la direzione degli Affari Religiosi del governo Yildirim ed il mufti del distretto di Fathi a Costantinopoli hanno congiuntamente deciso a Santa Sofia la nomina di un imam permanente per la recita di tutte e cinque le orazioni previste dal Corano.

Al momento non vi sarebbero in merito reazioni da parte dell’esecutivo greco e del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli, da sempre molto critici verso la spregiudicata, progressiva islamizzazione della Turchia. In passato, il governo ellenico definì la trasformazione di Santa Sofia in moschea «un insulto alla sensibilità religiosa di milioni di cristiani», ancor più grave se perpetrato da un Paese aspirante a divenire «membro a pieno titolo dell’Unione Europea»; il Patriarcato di Costantinopoli, invece, dal canto suo, evidenziò come, qualora la si volesse riaprire al culto, la basilica non possa che «essere di nuovo una chiesa cristiana, dato che fu costruita nel VI secolo per essere tale e non una moschea». Tutti richiami tanto chiari quanto, al momento, disattesi. Ed il fatto che la grande stampa internazionale – Europa ed Italia comprese – non ne parli, non è sicuramente un buon segno… (M. F.)

Una Risposta

  • A quando la conquista di San Pietro?
    Il ‘baciapiedi’ c’è già, quindi non dovrebbe
    tardare molto. Certo se vincesse la Killary la distruzione avverrebbe in ‘altro modo’ ma anche quella di Santa Sofia.

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