Verona: “Pan è morto e noi l’abbiamo ucciso”, ma “Extra Ecclesiam nulla salus”!

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15241992_1785302911687054_8042492421347008823_ndi Redazione 

In un sabato in cui Verona era teatro di big politici nazionali, congressi e fiere, manifestazioni e conferenze, mercatini di Natale e quant’altro, “Christus Rex” riuniva i suoi per una presentazione libraria aperta al pubblico (che ha riempito la sala) che doveva dare il “la” ad una discussione, seria ed argomentata, tra Cattolicesimo e neo-paganesimo. Il libro “Pan è morto e noi l’abbiamo ucciso – Civitas Dei e Civitas Diaboli” (Ed. Ritter) è a disposizione. Per ordini: christusrex@libero.it 

Il giovane autore ferrarese Riccardo Tennenini ha esposto le ragioni della crisi spirituale dell’Occidente, colpevolizzando la “modernità” intesa come percorso filosofico-culturale che ha abbandonato il sacro per rincorrere il “dio denaro”, attraverso la globalizzazione, il mondialismo e il progetto del Nuovo Ordine Mondiale. Alle sovversioni d’ordine politico, religioso, morale egli ha contrapposto l’ordine sociale organico, con una mirabile definizione dell’ orgoglio europeo, dalla Classicità al Sacro Romano Impero, fino all’inizio della crisi, nel periodo pre-industriale. Il tutto basandosi su presupposti neo-pagani ed una impostazione evoliana.

Matteo Castagna, nostro responsabile nazionale, ha invece improntato la sua esposizione concentrando il nocciolo del problema nell’ “uomo che si fa Dio” perpetuando il “non serviam” di Lucifero, a fronte del “Dio che si fa Uomo”, cioè Gesù Cristo, unica Via, Verità e Vita. Alla visione evoliana ha contrapposto la Dottrina Sociale della Chiesa, la Regalità Sociale di Cristo, i fasti della Civitas Christiana (quest’ultimi ampiamente riconosciuti da tutti). Nella ferma condanna di ogni forma di razzismo biologico, l’affermazione dell’identità e delle sovranità nazionali e monetarie, nel rigettare il mondialismo come sfruttamento di altri popoli, la riproposizione del modello coloniale. Nella condivisione del principio per cui “ad ogni terra il suo popolo e ad ogni popolo la sua terra” (condiviso), Castagna ha sottolineato la necessità della conversione e dell’universalità di essa, a prescindere da ogni razza.

Molto interessante e sentito il dibattito, che ha visto contrapporsi due ottiche differenti di concepire la tradizione, con molti punti in comune, ma con “le radici che dividono, perché Cristo è pietra angolare, è il discrimen e non il bonaccione che accetta tutti tramite l’ “ecumania bergogliona”, come vorrebbero i conciliari, brutta copia del Cattolicesimo” (cit. Castagna) si  è concluso con la volontà di continuare l’approfondimento, perché questo neo-paganesimo è stato dichiarato, in fondo, una reazione alla “chiesa ufficiale”. Si è concluso con l’espressa volontà di apertura alla Tradizione Cattolica, che “Christus Rex” ha accolto a braccia aperte.

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