Segnalazione di Raimondo Gatto
Rappresaglia di Barack a un mese dalla fine del mandato. Una mossa per punzecchiare Putin e imbrigliare il tycoon
di Sergio Rame
Una mossa per punzecchiare Vladimir Putin e, al tempo stesso, imbrigliare Donald Trump.
La durissima rappresaglia sferrata da Barack Obama in risposta alle presunte interferenze russe nelle elezioni presidenziali statunitensi complica enormemente i progetti politici del tycoon che succederà ad Obama quale inquilino della Casa Bianca tra soli venti giorni. Mentre Obama chiude il mandato creando un incidente diplomatico senza precedenti, che incancrenisce i rapporti tra Washington e il Cremlino, Trump inizia con un enorme problema da risolvere.
Da mesi Trump annunciava di voler ristabilire un rapporto di dialogo e cooperazione con la Russia. Adesso, però, commenta con toni insolitamente cauti l’offensiva sferrata dal presidente uscente contro Mosca.
Offensiva che rischia di far precipitare i rapporti bilaterali tra i due paesi. “È tempo per il nostro paese di dedicarsi a cose migliori e più grandi”, ha scritto il presidente eletto su Twitter, annunciando però che nei prossimi giorni si consulterà con l’intelligence statunitense per ottenere un quadro dettagliato della situazione. Un annuncio che suona come la presa d’atto delle responsabilità di Mosca, di cui si era sempre detto scettico.
Secondo Eric Lorber, consigliere del Center on Sanctions and Illicit Finance at the Foundation for Defense of Democracies, l’offensiva di Obama “ingabbierà l’amministrazione Trump, se non legalmente, almeno sul piano politico”. “Sarà difficile per la prossima amministrazione – spiega l’esperto – affermare che tutti i rapporti erano falsi, che l’Fbi ha avuto torto e così la Cia”. Un parere sostanzialmente analogo è espresso sul Wall Street Journal da Peter
Nicholas. “Trump – scrive l’opinionista – erediterà relazioni diplomatiche indelebilmente alterate dalla mossa di Obama”.
Quella tra i due presidenti americani non sarà dunque una transizione morbida. Sulla carta, il presidente eletto potrebbe revocare le sanzioni così come il predecessore le ha imposte.
La verità, però, è che molti repubblicani al congresso appoggiano l’offensiva di Obama. E, anzi, lo accusano di aver agito contro la Russia troppo tardi e in maniera troppo poco incisiva. Resta, aldilà di tutto, la caduta di stile di Barack che, dopo aver autorizzato un durissimo discorso contro Israele e aver orchestrato all’Onu un voto a favore dei palestinesi, ha voluto colpire (all’ultimo minuto del suo mandato) Putin.
Fonte: Il Giornale.it del 30 dicembre 2016
Anche lui si e’ guadagnato un posto all’inferno, dove andra’ assieme ai suoi ammiratori, che gli hanno conferito il premio nobel per la pace.
Interessante e veritiera l’analisi che fa Maurizio Blondet circa le “flake-news” sulla Clinton:sono stati gli stessi servizi segreti americani a passare la e-mail ompromettenti a Wikileaks.
Obama grida allo scandalo e agisce di conseguenza senza mettere fuori una benchè minima prova contro i Russi: tanto ci sono tantissimi fessi a livello mondiale che credono a lui.
http://www.maurizioblondet.it/trump-aiutato-putin-fake-news-lotta-senza-esclusione-colpi-usa/
Se vi fossero dubbi, oggi si sa quale sia l’amministrazione canaglia che non ammette la pace in Siria. Infatti, appena c’è stato un vero accordo per iniziarla col vicino Erdogan, convertito a migliori avvisi coi russi, ecco scatenarsi il rinforzo all’odio alla Russia e Turchia dell’alta finanza. L’Iran può aspettare Trump.