Nel nostro tempo vi è un continuo avanzamento della barbarie nei costumi sociali. E, parimenti, un cinismo e un’ingratitudine che non si limitano più soltanto agli altri individui, ma investono anche le cose, e infine pure le parole stesse che le designano.
Prendiamo come esempio la parola “terrorismo”, inventata dai francesi nel 1793. Se noi la consideriamo senza pregiudizi, siamo costretti a denunciare oggi un innegabile paradosso: il terrorismo viene calunniato quotidianamente proprio da tutti coloro che ne sono beneficiari, molto più di quanto non sia criticato da coloro che lo subiscono, e, in modo ancora più virulento, proprio dagli stessi che lo finanziano, ne approfittano, lo dirigono e lo impongono alle popolazioni che ne sono vittime. Ben ingiustamente, viene da dire, perché è grazie al terrorismo che questi demiurghi oggi governano il mondo, legiferano, torturano, condannano a morte, si arricchiscono e prosperano, estorcendo la licenza più sfrenata nella direzione del mondo, licenza di cui non potrebbero avvalersi senza di esso.
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«Il terrorismo non produce
solo attentati, ma anche tutta la legislazione antiterrorista, i giuristi
per scrivere le leggi, i giornalisti per intossicare l’opinione pubblica, i
programmi di televisione, i film, i magistrati specializzati, i poliziotti
addestrati nella repressione del terrorismo, i professori che fanno i corsi
all’università e pubblicano gli inevitabili libri, gli psicologi di massa, i
romanzi sui rischi che corriamo, e questi libri, film, reportage ecc. sono
poi riversati in ogni interstizio della società».
Gianfranco Sanguinetti
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Così, governi sempre più deboli e privi ormai di ogni attributo di “legittimità popolare” possono adottare impunemente misure anticostituzionali ed extragiuridiche grazie al pericolo del terrorismo; in virtù di esso scatenano guerre e colpi di Stato all’estero, instaurano lo “stato di emergenza” e, di fatto, sospendono le libertà civili. Cosa che in effetti è accaduta, sull’onda dei fatti dell’11 settembre 2001, negli Stati Uniti e altrove.
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