L’azione di Jean Ousset, saggio pratico sulla Contro-Rivoluzione

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copertina azione bozza.cdrdi Gianandrea de Antonellis

«Se a Pietroburgo, nel 1917, ci fossero state solo poche migliaia di uomini ben certi di quello che volevano, non avremmo avuto mai potuto prendere il potere in Russia». Questa frase di Lenin apre il saggio di Jean Ousset, L’azione. Manuale per una riconquista cattolica politica e sociale (Il Giglio, Napoli 2016, p. 232, € 15), per la prima volta proposta in italiano grazie alla traduzione di Guido Vignelli.

Lo scritto del pensatore francese, tuttora validissimo nonostante mezzo secolo di vita, indica come formare una élite che sappia opporsi al processo rivoluzionario. Gli uomini della controrivoluzione esistono, ma sono portati ad agire separatamente; manca cioè quasi totalmente una rete, cioè un ambiente organizzato, in grado di valorizzare e concretizzare i loro sforzi. Si va dalla magistratura al sindacato, da un club ad un gruppo di ex compagni di classe. Naturalmente, vi sono alcune reti più influenti di altre ed è bene vigilare affinché le prime non cadano in mano all’avversario.

Le principali reti sono quelle del clero, degli intellettuali (docenti, scrittori, giornalisti), dei politici, dei capi d’impresa e dei giovani. Ma in cosa consiste precisamente l’azione? Essa varia a seconda dei soggetti: in generale deve trasformare ogni singola attività da mero solipsismo in capacità di armonizzarsi con gli altri individui che operano in senso controrivoluzionario. All’azione personale e sulle reti, va affiancata quella verso la massa, l’opinione pubblica: in questo, sottolinea Ousset, la Chiesa può svolgere un ruolo fondamentale.

Dopo aver parlato degli uomini, Ousset analizza gli strumenti destinati a facilitare il loro lavoro: i due principali sono la dottrina e le risorse economiche. A tali strumenti si affiancano i mezzi, suddivisi dalla semplice ma efficace formula «vedere-udire-incontrarsi». Il vedere comprende le forme d’influenza fornite dalla lettura (corrispondenza, stampa, arte visiva, librerie…); l’udire riguarda conferenze, sermoni, corsi formativi, trasmissioni radiotelevisive, cinema, teatro, concerti…; l’incontrarsi va dal colloquio al dibattito, dalla veglia di preghiera al pellegrinaggio, dal club al partito. Per quanto riguarda la stampa, l’importanza della buona scrittura va di pari passo con quella della sua diffusione: è quindi necessaria una rete di sostegno per evitare che pubblicazioni valide rimangano nel dimenticatoio.

Dopo aver affrontato il problema degli uomini e quello degli strumenti, Ousset conclude il proprio saggio parlando delle circostanze, terzo elemento costitutivo della trilogia dell’azione e, come gli altri due, anch’esso indispensabile.

In questo campo è necessario evitare l’opportunismo privo di principi, caratteristico della mentalità da “cronista” attenta solo alla quotidianità; bisogna tener conto di tutti gli avvenimenti (locali, nazionali, internazionali) che possono dar luogo, un domani, al “trionfo della Verità”. Un saggio non solo da leggere, ma da studiare.

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