Verona, il Faro (spento) di Tosi e i Tafazzi di centrodestra

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di Matteo Castagna per www.vvox.it quotidiano on-line

Speacker’s Corner

Post-referendum in riva all’Adige: idee poche e ben confuse

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Se i vincitori del No al referendum costituzionale a Renzi possono concedere l’onore delle armi perché non solo si è dimesso, ma ha garantito di approvare subito la finanziaria per arrivare al voto anticipato, non si può fare lo stesso col sindaco di Verona, Flavio Tosi, e con quel pezzo del suo “Faro”che lo ha seguito, che soffonde una luce sempre più fioca. Ci si sarebbe aspettati un minimo di autocritica, una dichiarazione che emanasse, anche lontanamente, il profumo dell’umiltà e della signorilità di chi ha preso una innegabile quanto storica batosta politica.

Niente di tutto questo. Il sindaco di Verona, nell’ammettere che la gente si è espressa sulla persona del Presidente del Consiglio e, quindi, implicitamente se n’è fregata dei continui appelli tosiani al Sì, con uno stile piuttosto subdolo ha colpevolizzato l’elettore, sostenendo che ha perso un’occasione di cambiamento. Non contento, ha aggiunto che non è detto che la maggioranza abbia sempre ragione. Principio verissimo, ma stonato in bocca a chi ha basato la sua azione politica guardando principalmente ai numeri, nominando il vicesindaco e l’assessore allo sport non in base alle competenze, ma alle preferenze ottenute. Sappiamo tutti, come sia andata a finire…

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