Europa modello ISIS: distruggere i simboli del passato

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di Antonio Serena

Europa modello ISIS: distruggere i simboli del passato

Fonte: Libera opinione

Il destino della graziosa palazzina gialla a due piani che sorge in Austria, a Brunau am Inn, e che divenne famosa per aver dato i natali nel 1889 ad Adolf Hitler sembra segnato. Non riuscendo ad impedire l’annuale pellegrinaggio di simpatizzanti nazionalsocialisti, il governo austriaco ha infatti deciso di espropriarla e di raderla al suolo, senza corrispondere alcun compenso all’attuale proprietaria. Una vendetta, dal momento che la signora Gerlinde Pommer si è sempre rifiutata di venderla e anche di far apporre sulla facciata una targa in memoria delle vittime dell’Olocausto con richiami alla pace, alla democrazia, alla libertà. Parole che si possono leggere su una pietra fatta apporre di fronte alla casa.

Operazioni del genere, mano a mano che ci si allontana da quel momento storico, paradossalmente si fanno sempre più frequenti; segno inequivocabile che i sistemi subentrati alla caduta dei fascismi respirano l’odore dei loro fallimenti e l’aria di rivolta che in Europa e nel mondo continua a montare.

Del resto è tuttora in vigore il cosiddetto reato di “negazionismo” che condanna chi, operando sul piano della ricerca storica, esprime numeri e concetti in dissenso dalla vulgata stabilita dai vincitori relativamente all’ “Olocausto”.

I paesi di lingua tedesca sono maestri nell’applicazione di queste leggi. In Germania, dove in un solo anno i cittadini perseguiti per “reati di opinione” sono stati oltre 17.000, si è arrivati a condannare a tre anni e sei mesi di galera (con sospensione per 5 anni dalla professione) l’avv. Sylvia Stolz, difensore dello storico revisionista Ernst Zündel.  La Stolz non vanta alcun titolo di studiosa, e non è nemmeno una dilettante più o meno ideologizzata di storia della II guerra mondiale. E’ solo un avvocato, e in tale veste ha difeso Zündel credendo a ciò cui dovrebbero credere ogni avvocato e ogni Tribunale e cioè che non è loro compito quello di dimostrare la “verità storica”, ma unicamente di assicurare la piena legittimità di un dibattito su una qualsivoglia questione storiografica. Come del resto recita anche la Costituzione tedesca in contraddizione però con il Codice Penale tedesco – che nell’ articolo 130, in combinato con il 226 –  punisce con la prigione da 1 a 5 anni chiunque “neghi” crimini definiti come tali dall’abusatissimo Tribunale di Norimberga.

Austria e Germania sono le nazioni più zelanti nel sostenere queste leggi ignominiose che colpiscono con forti pene detentive i reati di opinione e la libertà di pensiero, ma anche la Francia si difende bene, penalizzando i malcapitati con pesantissime pene pecuniarie.

In Italia non si è pensato per ora di radere al suolo la casa natale di Benito Mussolini a Predappio, anche perché è tale il fatturato turistico prodotto in quel Comune che anche il sindaco postcomunista del paese non è molto d’accordo.

In compenso ogni tanto si fa sentire la flebile voce di Emanuele Fiano, deputato PD in carica e già consigliere  dell’ Unione delle Comunità Ebraiche in Italia, da sempre in prima linea per l’ applicazione della “legge Mancino”. In tema di libertà di pensiero, la star politica televisiva è famosa per aver proposto una petizione per impedire che formazioni di ispirazione fascista possano presentarsi alle elezioni politiche. Altri fiori all’occhiello del deputato PD sono la proibizione della vendita di cimeli storici e la punizione dei gestori di pagine Facebook che si ispirino a Mussolini. Ambienti vicini al “responsabile sicurezza” del PD non escludono che in un prossimo futuro nel mirino del deputato possano entrare i Fori Imperiali e l’ Arco di Tito a Roma. Nihil novum sub sole: circa un anno e mezzo fa la chiacchierata presidenta della Camera Laura Boldrini aveva proposto di togliere la scritta “MUSSOLINI DUX” dall’obelisco del Foro Italico.

Cancellare la storia con i suoi cimeli e impedire il dibattito storico e il libero pensiero sono dunque i cardini del regime di libertà presunta instauratosi in Europa e in Italia nel 1945, in scarsa sintonia con i princìpi di libertà di pensiero e di parola sanciti dalla nostra Costituzione.

Nessuna differenza con quanto avviene in Siria dove la furia e la violenza distruttiva dell’ISIS continuano a prendere di mira i simboli del passato: come l’arco di trionfo di Palmira, vestigia di epoca romana risalente ad almeno duemila anni fa, visto come un emblema dell’occidente e le sue vestigia considerate sacrileghe.

Lasciò scritto Indro Montanelli: “Un paese che non si ricorda del proprio passato è un paese senza futuro”.

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