Lobby gay: intervista a Silvia De Mari

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ritorno-a-brideshead-Segnalazione del Centro Studi Federici

“Non fermeranno le mie idee: Per me i gay sono i nuovi ariani”. Parla Silvana De Mari, la psicoterapeuta nel mirino
 
«I gay? Sono la nuova razza ariana. Vietato parlar male di loro, vietato criticare, vietato esprimere la propria opinione nei loro confronti. Loro vogliono l’omologazione, il pensiero unico». Silvana De Mari, la psicoterapeuta-scrittrice, autore di decine di libri per ragazzi (e di successo) e finita nel mirino dell’Ordine dei medici per le sue opinioni, non sposta di un solo millimetro l’asticella sulle cose che pensa, dice e professa ormai da tempo.  
 
Dottoressa, lo sa che adesso c’è un procedimento contro di lei per le cose che dice?  
«Cosa vuole che me ne importi». 
 
Ma rischia che la caccino, che la cancellino dall’Ordine. Non è pentita, pronta cospargersi il capo di cenere?  
«Vede, ci siamo di nuovo. Se non ti adegui al pensiero unico, se sei fuori dal coro. Se dici ciò che pensi sui gay, sulla pedofilia, sei out». 
 
Andiamo con ordine. I gay?  
«Vogliono sempre di più. Prima i matrimoni, poi le adozioni. È un contagio». 
 
Che intende dire con contagio?  
«Che se in una classe c’è una ragazza bulimica, stia certo che per contagio psicologico nel giro di poco tempo ce ne saranno altre 5 o sei. E con i gay è la stessa identica cosa».  
 
Se li frequenti lo diventi?  
«Se non si definisce l’identità sessuale si confonde il tutto».  
 
Cioè bisogna dire ai bambini tu sei questo o quello?  
«Guardi: se non è chiaro chi si è, fin da subito, che la differenza è complementarietà, si confondono le idee. Tra i 12 e i 13 anni, tutti sono attratti (ma per amicizia) dallo stesso sesso. Si sperimenta. Poi si sviluppa la sessualità. Che è una sola. Si sta insieme perché diversi e complementari».  
 
E l’omofobia?  
«Io sono omofobica. E se lei sta con una donna lo è anche lei che è un uomo. Ovvero: abbiamo fatto una scelta a monte. E proclamarla è un diritto, fa parte del diritto di parola».  
 
Ma che c’entra la religione in queste cose che dice?  
«C’entra con il fatto che San Paolo dice che essere omosessuali è una cosa sbagliata. Ma per i nuovi ariani, leggere San Paolo è un sacrilegio. Ecco, io difendo con queste mie esternazioni il diritto di parola, la mia religione e se vuole anche la libertà di stampa». 
 
E la campagna contro l’associazione Mario Mieli?  
«Lo sa che diceva quel gentiluomo a cui è intitolata un’associazione che prende soldi dallo Stato? “Noi checche rivoluzionarie sappiamo vedere nel bambino non tanto l’Edipo, o il futuro Edipo, bensì l’essere umano potenzialmente libero. Noi, sì, possiamo amare i bambini. Possiamo desiderarli eroticamente rispondendo alla loro voglia di Eros”. Era un pedofilo. E noi diamo i soldi a gente che ha fatto sue queste idee. Una follia. Contro la quale vale la pena di battersi». 
 
Insomma, lei si sente cavaliere bianco contro la perversione?  
«Guardi, io sarò colei che darà una spallata e farà cadere il movimento Lgbt. Ovvio, non io da sola. Con me ci sono migliaia di altre persone». 
 
Ma se l’attaccano da tutte le parti.  
«La lobby gay ha anche cercato di imporre al mio editore di non pubblicare più i miei libri per ragazzi. Ma per fortuna non tutti la pensano come quelli». 
 
Non mi dica che ha proseliti?  
«No, ho gente normale che la pensa come me. Che mi dice vai avanti. Sono tanti, sebbene abbiano paura ad esporsi. Ma se facciamo sentire tutti insieme il nostro pensiero, la spallata gliela diamo davvero».  
 

 

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