“Ue rischia di finire sotto Putin”

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La Svezia di George Soros“La società aperta è in crisi e varie forme di società chiusa – dalle dittature fasciste agli stati mafiosi – sono in aumento. Questo perché i leader eletti non sono riusciti a soddisfare le legittime aspettative e le aspirazioni degli elettori”. Dopo la Brexit e la vittoria di Donald Trump, l’86enne speculatore George Soros, presidente dell’Open Society Foundations – la potentissima fondazione che supporta ong e associazioni di stampo progressista in tutto il mondo – nonché importante finanziatore dell’ultima campagna elettorale di Hillary Clinton, prende atto, con queste parole, della oggettiva crisi della “società aperta” teorizzata dal filoso Karl Popper che il magnate si impegna, da anni, a sostenere con ogni mezzo e senza remore (perfino pagando le associazioni e i manifestanti per scendere nelle piazze contro il neo-presidente eletto Trump).

Lo sfogo di Soros: “L’Ue incarnava l’idea di Società Aperta”

L’amara riflessione sugli sviluppi politici internazionali degli ultimi mesi dello “squalo” della finanza – divenuto “filantropo” e “benefattore” per il mondo “liberal” e progressista – è stata pubblicata pochi giorni fa su Project Syndicate.  “Molte persone – osserva George Soros nel suo editoriale – hanno ritenuto che le élite avessero rubato loro la democrazia. La globalizzazione ha avuto conseguenze di vasta portata economica e politica. Essa ha portato a una certa convergenza economica tra paesi poveri e ricchi; purtroppo, ad aumentare, tuttavia, è stata la disuguaglianza, in entrambi i casi. Nel mondo industrializzato, i benefici sono arrivati a favore, principalmente, dei potentati del grande capitale finanziario, che costituiscono meno dell’1%della popolazione.

La mancanza di politiche redistributive è la principale fonte di insoddisfazione che gli oppositori della democrazia hanno sfruttato. Ma ci sono stati altri fattori hanno inciso, in particolare in Europa. Io sono un accanito sostenitore dell’Unione europea da sempre – ammette Soros – Ho considerato l’UE come l’incarnazione dell’idea di società aperta: un’associazione di stati democratici disposti a sacrificare parte della loro sovranità per il bene comune”.

“L’austerità? Conviene solo ai tedeschi e ai loro interessi”

Il fondatore del Soros Fund Management si sofferma sulla crisi del 2008 e non risparmia critiche nei confronti della Germania di Angela Merkel: “Qualcosa poi è andato terribilmente storto. Dopo il crollo del 2008, un’associazione volontaria di stati fondata sull’uguaglianza, si è stata trasformata in un rapporto tra creditori e debitori, in cui i debitori hanno avuto difficoltà a rispettare i loro obblighi; al contrario, i creditori hanno fissato le condizioni a cui i debitori dovevano sottostare. Questo non è un rapporto egualitario. La Germania è emersa come la potenza egemone in Europa, ma non è riuscita ad adempiere agli obblighi a cui i più forti debbono sottostare, ossia cercando di guardare oltre il loro mero interesse.

Confrontiamo il comportamento degli Stati Uniti dopo la Seconda Guerra Mondiale con quello della Germania dopo la crisi del 2008: gli Stati Uniti lanciarono il Piano Marshall, che ha portato allo sviluppo dell’UE; la Germania ha imposto un programma di austerità che è convenuto solo ai tedeschi e ai loro interessi”.

“Donald Trump è un aspirante dittatore”

Da qui nasce, secondo Soros, la crisi dell’attuale sistema democratico mondiale: “L’ascesa di movimenti euroscettici ostacola il funzionamento delle istituzioni. E queste forze della disgregazione hanno ricevuto grande forza e impulso nel 2016, prima dalla Brexit, poi con l’elezione di Trump negli Stati Uniti e, infine, il 4 dicembre, con il “no” degli elettori italiani, con un ampio margine, alle riforme costituzionali. La democrazia è ora in crisi. Anche gli Stati Uniti, la democrazia leader nel mondo, ha eletto un’ artista della truffa e un aspirante dittatore come presidente. Il suo gabinetto comprende estremisti incompetenti e generali in pensione”.

“L’Europa rischia di finire sotto l’influenza di Putin”

E ora? Secondo il magnate di origine ungherese gli Stati Uniti con Donald Trump non riusciranno più “ a promuovere e proteggere la democrazia in giro per il mondo”, mentre l’Europa rischia di “finire sotto l’influenza di Vladimir Putin”: “Al contrario, Trump – osserva – avrà una maggiore affinità con dittatori. Ciò consentirà ad alcuni di loro di raggiungere un accordo con gli Stati Uniti. Sono particolarmente preoccupato per la sorte della UE, che rischia di finire sotto l’influenza del presidente russo Vladimir Putin, il cui concetto di governo è inconciliabile con quello della società aperta. In un primo momento, Putin ha cercato di controllare i social media. Poi, con una mossa geniale, ha sfruttato il modello di business dei social per diffondere disinformazione e false notizie.

È così che ha aiutato Trump ad essere eletto. Lo stesso è probabile che accada alle elezioni europee nel 2017 nei Paesi Bassi, in Germania e in Italia. In Francia, i due principali contendenti sono vicini a Putin. Se uno di questi vincerà le lezioni, la posizione dominante del presidente russo in Europa diventerà un dato di fatto”.

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