In ricordo di Pietro Golia

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Segnalato e scritto da Pietro Ferrari

Pietro Golia, editore e uomo libero

“Appartengo alla Francia e alla Spagna … i veri nemici del meridione non sono quelli della Lega… non dobbiamo credere a tutto quello che dicono contro i nostri nemici, io credo solo a Dio”, così mi disse un giorno mentre parlavamo di politica e di storia, mentre con il dottor Bruno Tarquini stava definendo i dettagli della stesura di un libro sulla moneta. Ho conosciuto Pietro Golia a L’Aquila grazie a Don Bruno Lima che mi aiutò a cercare un editore per il mio primo ed acerbo libro “Le schegge invisibili” che fu dopo una media gestazione pubblicato proprio da Controcorrente nel 2002.

Pietro Golia a Napoli davanti ad una pizza da Michele, eccezionale luogo gastronomico, mi diceva che un libro non basta che sia scritto ma va “vissuto”, va promosso, presentato, vanno tappezzate le città della sua copertina, vanno inviate copie urbi et orbi per cercare convergenti o divergenti considerazioni. Perché un libro o è come una pietra lanciata nello stagno dell’indifferenza o non è proprio nulla. Scrivere è militanza perché prendere una penna può essere come prendere una spada.

Di libri nella storica libreria napoletana Pietro Golia ne sfornava e ne diffondeva a iosa, portandoli nelle varie Gaeta e Civitella, quasi con una bulimica ed esplosiva testimonianza che dà voce agli sconfitti della pagina meridionalista, sconfitti ma non perdenti. Una produzione encomiabile che ha rimesso i puntini sulle ‘i’ soprattutto nella storiografìa che riguarda il Regno delle Due Sicile e il cosiddetto “risorgimento”. CONTINUA SU: http://www.barbadillo.it/62798-il-ricordo-quando-pietro-golia-ci-insegnava-che-i-libri-vanno-vissuti-come-milizia/?utm_campaign=shareaholic&utm_medium=email_this&utm_source=email 

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