di Lorenzo Parolin
Fonte: Lorenzo Parolin
Dio fa differenze?
Sì, ad alcuni egli dà di più e ad altri di meno.
È dunque ingiusto?
No; a ciascuno dà quanto gli serve per raggiungere lo scopo per cui è stato creato.
Chi è quercia lo equipaggia per essere la miglior quercia del bosco, chi è erba lo equipaggia per essere il miglior filo d’erba del prato. Qualunque cosa siamo, lo siamo in maniera eccelsa. La perfezione si raggiunge coltivando, sviluppando e perfezionando le positività di cui la natura ci ha dotati.
Se ognuno adegua la volontà sua a quella di Dio ed agisce con carità (amore), sazia la sua volontà: non brama niente di più e si sente pienamente realizzato.
Già Dante aveva descritto mirabilmente la carità in (Paradiso 3,70-90):
«Frate, la nostra volontà quieta
virtù di carità, che fa volerne sol quel ch’avemo, e d’altro non ci asseta. |
«Fratello, la virtù di carità placa la nostra volontà, e ci induce a volere solo ciò che abbiamo e non ci fa desiderare altro.
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Se disiassimo esser più superne,
foran discordi li nostri disiri dal voler di colui che qui ne cerne; |
Se desiderassimo essere più in alto, i nostri desideri sarebbero discordi dalla volontà di Colui (Dio) che ci colloca qui;
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che vedrai non capere in questi giri,
s’essere in carità è qui necesse, e se la sua natura ben rimiri. |
e vedrai che questo non è possibile in questi Cieli, se qui è necessario essere in carità e se osservi bene la natura della carità stessa.
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Anzi è formale ad esto beato esse
tenersi dentro a la divina voglia, per ch’una fansi nostre voglie stesse |
Anzi, alla nostra condizione di beati è essenziale conformarsi alla volontà divina, per cui tutti i nostri desideri diventano uno solo;
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sì che, come noi sem di soglia in soglia
per questo regno, a tutto il regno piace com’a lo re che ‘n suo voler ne ‘nvoglia. |
cosicché a tutto il regno piace il modo in cui siamo disposti di Cielo in Cielo, e piace al re (Dio) che ci invoglia a uniformarci alla sua volontà.
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E ‘n la sua volontade è nostra pace:
ell’è quel mare al qual tutto si move ciò ch’ella cria o che natura face». |
E nella sua volontà è la nostra pace: essa è quel mare verso il quale si muove tutto ciò che essa crea o che la natura produce».
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Chiaro mi fu allor come ogne dove
in cielo è paradiso, etsi la grazia del sommo ben d’un modo non vi piove. |
Allora mi fu chiaro che ogni punto del Cielo è Paradiso, anche se la grazia del sommo bene (divina) non vi viene irraggiata in un solo modo. |
Se ognuno sta al suo posto prende forma qualcosa di grandioso a nostra insaputa. La perfezione dipende dallo stare virtuosamente al proprio posto, e la nostra sazietà dipende dall’adeguarci al Piano.
I problemi e le insoddisfazioni nascono quando non si accetta di essere le creature che siamo e quando si brama ciò che ci fa male.
[rif. www.lorenzoparolin.it L8/856]
basta che non diventi un modo per lavarsi la coscienza e lasciare le cose come sono; non è peccato cercare di migliorarsi ovviamente avendo rispetto di Dio e del prossimo. Si faccia attenzione
Grazie per questo articolo, fa bene ricordare…Anche San Paolo scrisse delle righe memorabili sulla carità, forse le sue più belle. Inoltre Gesù va più in là con la parabola dei talenti. La natura esegue la volontà del suo creatore, come fanno gli animali, solo l’uomo si è sempre più distolto dal proprio tracciato, man mano che ha fatto delle scoperte ma vuole sempre di più. Farà la fine di Icaro.