8 Marzo festa della donna? Macché!

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Significato-festa-delle-donnedi Padre Romualdo Maria Lafitte O.S.B.

Le origini della festa dell’8 Marzo risalgono al lontano 1908, quando le operaie dell’industria tessile Cotton di New York, della lobby ebrea Rockefeller and Co., scioperarono per protestare contro le condizioni di lavoro disumane. Dopo alcuni giorni, l’8 Marzo, le porte della fabbrica ven-nero bloccate dall’esterno. Fu appiccato il fuoco e le 129 operaie, prigioniere all’interno, morirono arse vive. Una enorme campagne per opera di agenzie opinionistiche, e alcune vistose carità alle famiglie delle vittime pulirono la faccia sporcata dei Rockefeller. La data dell’8 marzo, celebrata esclusivamente negli Stati Uniti per ricordare quella criminale tragedia, fu pochi anni fà ripresa dalla Massoneria e dai loro soliti schiavi, tacendone l’origine poco gloriosa, e lanciata a livello mondiale per distruggere la grandezza irraggiungibile della Femminilità raggiunta nei secoli cattolici. Gloriosa esaltazione delle donne o ennesimo attacco contro la Ma-Donna, Vergine, Madre e Sposa, modello e patrona di tutte le donne? Vediamo.

Nei tempi cristiani, le donne erano festeggiate tutti i giorni / Nei nostri tempi anticristiani, un solo giorno l’anno! E ancora! Festeggiate? … o schifosamente prese in giro? E poi arrivederci!

La situazione delle donne oggi è disastrosa. Influenzata e peggiorata dal modello di donna dato dai mass media anticattolici. È la consumatrice per eccellenza e … la consumata. L’8 mar zo è una presa in giro diabolica come la San Valentino, la festa della mamma, del papà, dei nonni. Per di più, nessuno sa da dove spunta quel giorno da cancellare.

Festa o Commedia? Va in scena il rituale ipocrita dell’offerta dei mimosa (con prezzi alle stelle) alle signore al lavoro, sulle strade. Per un dì noi donne normali, con le rughe e un po’ di ciccia, riceviamo gli sguardi bonari degli uomini, piccole cortesie: il marito che lava i piatti, il collega che ti fa un bel sorriso, una pizza con le amiche, per una volta tutte donne. Anche le scatole della bugie – Tv – si danno da fare mentre i politici ci fanno l’occhietto. Poi si torna nell’oblio per 364 dì.

Rigorosamente under 40 Eppure le donne sono dovunque, sui cartelli pubblicitari e schermi tv, mostrando, spudorate, parti del loro corpo per una banca o la Tim. In Tv fanno da “potiche” muta e svestita a un conduttore in giacca e cravatta, oppure al contrario fanno il maschiaccio (commentatrice di calcio o Formula Uno, films di Hollywood, cartoni -androgenismo), o conducono in abito da sera, rigorosamente succinto, che visibilmente non sanno portare, trasmissioni pomeridiane. Di donne si parla anche in ripetitivi servizi su quanto spendono per la palestra, il lifting, i saldi. Ma, né in tv né nelle pagine delle riviste “femminili” appaiono donne di età superiore ai 40 anni. Ogni fotomodella afferma di avere 25 anni di età …da 15 anni. Le donne reali? Non esisto-no. O meglio esistono, ma non fanno audience. Bei frutti del femminismo. Merce, mucche da concorsi, siliconate e truccate all’inverosimile, but tate se invecchiano. Se protestano, vengono esposte alla scandalizzata onorabilità di chi le ha usate. Di nuovo il 1908! L’ambiente Moda, riviste e Tv è monopolio Rockefeller and Co. Le ragazze fino agli anni ’60 cercavano il “principe azzurro” o un “buon partito”, saggiamente della stessa classe sociale, meglio se giovane, bello e romantico; oggi sognano di fare la model-

la, cantante, veline, pupe a caccia del politico o dell’imprenditore (Anche se di 55 anni, con moglie e figli) o del calciatore o del pilota di Moto GP; basta che sia ricco e che porti, in cambio di “servizi” sessuali, qualche vantaggio. In somma Prostitute. Corpo spogliato dall’anima, senza più fascino. Studi, valori? Perché? Ragazze -questo il messaggio, spesso trasmesso dalle proprie madri casalinghe- il vostro sedere e le vostre tette sono la vostra unica fortuna, usatele, e se proprio volete pensare, pensate al vostro corpo, a renderlo una macchina da guerra, che, alle brutte, un posto in parlamento o in un ministero si può sempre rimediare.

Lavoratrici. Da quando non siamo più cattoliche, viviamo in un mondo contro le donne. Lavoro, città, Università, vita quotidiana, non c’entra nulla con la vita vera delle donne. E a parte il espor-re il proprio corpo in mutande o senza, dei diritti e opportunità promessi, ce ne sono ben pochi. Le donne che hanno figli, sono considerate un costo e vengono penalizzate. Provate a chie dere allo Stato cosa pensa di una dipendente pubblica che prende l’aspettativa (senza stipendio, ma mantenendo il posto) per badare ai figli, rifiutando di farli dis-educare da tv e scuola. Vi ris-ponderà che è assenteista. Che prenda una baby sitter a tempo pieno, a cui lasciare l’intero sti-pendio …e anche di più, o si sbarazzi al più presto possibile del fastidioso “cucciolo” in un anti-umano asilo nido. In breve, deve stare fuori casa. Oggi ragazze e donne si vergognano di dire: “Sono casalinga e fiera di esserlo!” o “Voglio fare il più bel mestiere del mondo: la casalingha!” Sempre più coppie sposate si dichiarano separati o non sposati, per avere una casa o un posto al nido (la madre separata o celibe sale in graduatoria/ la sposata davanti a Dio è penalizzata).

Studentesse? Appena laureate, sono la quota più alta dei disoccupati. Logico. “Studentesse”? Creature asessuate, orgogliose e ignoranti, incapace di lavorare, testa montata e lavata dalle bugie del sistema laicista scolastico per 20 anni, avendo buttati via, dal primo mese, nel fondo del letto di 1 ragazzo co-inquilino di residenza universitaria, buon senso, valori ricevuti al paese, e Fede. Femminilità, verginità, fare la sposa o la madre? Non lo vogliono, neanche per sogno, convinte che sono che sarebbe del tutto indegno della loro brillantezza intellettuale… Primo, fare carriera. Se si sposano, e avranno un bimbo -se non saranno sterili con tutte le “pillole” che han-no inghiottito, sarà a 40 anni. Alberi secchi. Vecchie. Quanto durerà il matrimonio? “Donne oggi? Non ci sono più” -1 giovane. “Una ragazza che parla 4 lingue, ammirala, ma guar-dati dallo sposarla”: dice bene il Proverbio napoletano.

Femminismo: Successo o Regressione? Fino al 1960, le ragazze erano felici di sposarsi e ba dare al marito e alla famiglia, stimate da tutti, formatrici di uomini e cuore della Società. Poi, illu-se dalle sirene ingannatrici, hanno creduto conquistare autonomia e libertà, decidere della pro-pria vita, imporsi e cambiare il mondo. Si sono ribellate contro il loro Creatore e unico Protettore, e hanno perso tutto. Che cosa successe? Leggi, diritti conquistati? “Noi femministe, abbiamo sbagliato tutto: Ci siamo strappate i nostri 2 punti di superiorità che ci facevano rispettare dagli uomini: la Verginità e la Maternità” costatava disillusa Simone De Beauvoir. Satana pro-mette l’oliva ma non dà neanche il nocciolo. Le loro libertà si sono rivelate fittizie: possono uscire da sole e svestirsi come vogliono, ma ven-gono disprezzate e trattate da oggetto; possono lavorare, donne manager allo stipendio altissi-mo, ma sono infelici; separarsi dal marito, ma non sanno poi come sopravvivere; possono lavora-re in Tv, ma si devono spogliare. Volevano fare l’Uomo e non sanno neanche più fare la Donna. La donna apostata di oggi si scopre in uno stato di soggezione, di dipendenza, d’insicurezza, di schiavitù, lontano anni-luce dal rispetto che la circondava nel Medio Evo cattolico, mentre è bom-bardata da modelli di perfezione a cui deve uniformarsi. Società senza più valori sacri, frutti di se-coli di Fede, senza regole di morale, dove si pretende comprare tutto, anche le persone.

Gli uomini, negli anni cristiani, pur tentati, avevano la stima della donna, della sua purezza. C’erano regole d’onore, corteggiamento puro. Oggi tutto rovesciato. L’unica differenza è che gli uomini possono ora disporre più facilmente delle donne perché esse sono “più libere” sessual-mente, avendo separato la maternità della sessualità… e dunque buttata alle ortiche l’unico valore che la faceva rispettare e amare. Basta vedere il bacio casto e puro di Cenerentola col principe azzurro, e i baci volgari e impuri dei “partner” delle telenovele/ films Hollywood dal primo incontro. Rapporti tra i sessi ambigui, senza fascino né mistero, falsi. Le ragazze di oggi? Il lupo non fiuta più la carne! Piena regres-sione su tutta la linea; siamo cadute sotto il basso impero e il messaggio diffuso a 360° è che se non sei bella e spregiudicata hai lo 0,000001% di possibilità di fare la “bella vita”. E allora aboliamo l’8 marzo.

7 Risposte

  • sono d’accordo:ABOLIAMO L’8 MARZO.
    E all’omino che stamattina,a tutti i costi mi voleva vendere la mimosa( che tra l’altro è un fiore che non mi piace), l’ho madato a…c….

  • Cosa dire del fatto che si sono masculinizzate nei loro comportamenti? specialmente le ragazzine in età puberale: vestono da maschi, fumano come maschi, bestemmiano come maschi e chi ne ha più ne metta.
    Ma chi le vorrà mai?

  • Marcello, le vorranno quelli come loro ,e ahimè non sono pochi! a guardare come questa società SENZA DIO, ne sta producendo in quantità industriale…

  • salve
    ma, tra l’altro, la storia della fabbrica che brucia e delle donne rinchiuse è una bufala enorme, smascherata anni fa da Vittorio Messori…
    saluti
    Piero e famiglia

  • Resto sgomento per la disinformazione di padre Lafitte: la strage del 1908 è stata dimostata una bufala. Ricerche effettuate negli anni ’90 negli archivi di polizia e dei quotidiani dell’epoca non hano trovato il minimo cenno dell’incendio. Un incendio, di minuscole dimensioni, divampò nel 1911, in un laboratorio dove trovarono la morte non più di qualche uomo e alcune donne. Nel 1948 l’Ufficio della “disinformatzija” sovietica mise in giro la balla delle 129 donne arse vive dalla tracotanza capitalista, e tutti abboccarono. La massonerìa, poi, ci mise del suo, inventandosi, con la cattocomunista Cinciari-Rodano, il simbolo della mimosa, fiore della pianta “acacia dealbata” inserita nel rito massonico quale riferimento all’arca dell’alleanza.

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