di Silvia Valerio
Fonte: Barbadillo
L’ultima novità è che se un bel giorno vi rompete le palle dell’ennesima litigata in ufficio o del diverbio con la morosa potete stare tranquilli. Adesso finalmente c’è un’alternativa alla corsa defatigante, allo sfogo con l’amico o alla seratina al cinema. Adesso potete contattare un numero o scrivere un’email e lasciarvi tutti i problemi del mondo alle spalle. Il giorno stabilito varcherete una soglia anonima, qualcuno vi infilerà un pannolone e finalmente per un po’ di tempo potrete fare pipì e pupù distesi, farvi imboccare di gustosi omogeneizzati, giocare a quattro zampe e vivere senza pensieri alla maniera di un fagottino di pochi mesi.
Vorrei tanto dirvi che è uno dei miei soliti quadretti lisergici partoriti in un momento di vuoto ma purtroppo no, è tutto vero, e che, vi piaccia o no l’idea di vivere come un fagottino di pochi mesi, la cosa certa è che il servizio è attivo e lavora benone. Il nome tecnico è ‘Adult Baby Nursery’, ha sedi a Roma, Milano, Verona – per essere esatti si tratta di ‘associazioni culturali’ -, dove si organizzano delle giornate in cui ci si può prenotare per vivere allegramente il proprio regresso insieme a maestre pronte e attente a tutti i bisogni – e bisognini. Organizzatissimi, gli addetti infatti propongono tra le altre cose anche il kit: due pannolini bianchi a strap, un cuccio sterile, un biberon con tettarella e un bavaglino pulito e stirato. Tutto al modico prezzo di 35+20 euro. E pare che l’impresa proceda alla grande, visto che la sede di Verona, per la data stabilita, ha fatto il tutto esaurito.
Lasciando stare che a me, fin da piccola, ciucci sterili e bavaglini puliti e stirati mettevano un certo nervosismo e che ricordo l’asilo come una sorta di girone infernale, devo dire che il risultato dell’aver appreso la notizia è stato uguale e contrario allo scopo che la nursery si prefigge. Altro che la tranquillità e la mente sgombra dalle preoccupazioni. Altro che pace.
La cosa più pacifica che mi è venuta in mente sono state le seguenti fantasie. Nell’ordine:
Scrivere una serie di lettere anonime ai partner e ai colleghi degli interessati con le fotografie di quando sono impegnati a farsi cambiare il pannolino.
Sequestrare una vera maestra d’asilo, travestirmi e poi sculacciare furiosamente tutti i presenti in sede.
Avvelenare il latte.
Legarli stretti con la rafia per fare i lavoretti e costringerli a tornare a casa a quattro zampe.
Riempirgli le sigarette elettroniche di borotalco.
Annegarli nei loro bisognini.
Cucirgli il pigiamino con del fil di ferro.
Contattare un team di psicologi del Sert e organizzare una retata. Ma no, questo no perché forse avrebbero il coraggio di tirar fuori discorsi sul bambino interiore.
Insomma, quello di cui davvero ci sarebbe bisogno, e di cui nessuno si cura, siamo noi. Perché a nessuno importa quanto ci stressiamo a leggere certe cose? Quanto siamo traumatizzati, giorno dopo giorno? Credono che ci scivolino addosso come acqua adozioni, operazioni, transessuali di tredici anni, gente che fa centodieci interventi per trasformarsi in un alieno e ora imprenditori cinquantenni che pagano per attaccarsi a un biberon? Ci vuole ben altro che una maestra d’asilo per farcela passare.
Che qualcosa in questo mondo si sia rotto ormai è evidente – e non sto parlando solo della parte più preziosa di voi amici maschi. Si è rotto quel filino delicato e misterioso che segna il confine tra realtà e immaginazione, tra mondo umano e inumano, tra intelletto e follia, tra bellezza e obbrobrio, tra normalità e deficienza, tra ritegno e perversione, tra vita e morte, e ovviamente tra maschio e femmina. Ormai, quando vediamo una coppia di omosessuali che si bacia appassionatamente in piazza corriamo a baciarli in bocca pure noi: stanno diventando la cosa più normale che offra la casa.
Stiamo viaggiando allegramente verso un futuro in cui la gente si farà togliere il pisellino e impiantare la farfallina e poi tornerà al pisellino di prima perché sarà possibile anche ripensarci o fare un po’ e un po’. Perché forse non è vero che ciascuno di noi ha delle giornate in cui sente prevalere la parte maschile e altre quella femminile? Non dovrebbe essere possibile rispettare anche questa libertà individuale, e trascorrere il lunedì a comprare tende oscuranti Tupplur all’Ikea e il martedì in un lurido pub attaccati al culo di una cameriera?
Ci dirigiamo a gamba tesa verso un mondo di ibernazioni, ovuli mutanti, ovuli fotografati in prima pagina, duplici organi sessuali, triplici organi sessuali, zero organi sessuali. Tra un po’ per le strade correranno cani che prima erano gatti e gatti che prima erano topi cacceranno topi che prima erano gatti. E tutti potremo tenere in casa criceti che prima erano anaconde, che invece di affannarsi come stupidi sulla ruota ci si dondoleranno sopra e faranno comunella con pesci rossi che prima erano tartarughe, che finalmente si faranno ammirare come dio comanda perché non si muoveranno mai dal loro centimetro cubo d’acqua. Inviteremo a pranzo, che prima era cena, nostro figlio che prima era padre. Ci cucineremo la pasta con pentole che prima erano teloni da circo, insieme a pesce che prima era carne, e la condiremo con del sale che prima era pepe. E speriamo che vada sempre tutto bene, perché altrimenti dovremo andare da un medico che prima era un serial killer e a questo punto della storia bisognerebbe chiedere a un esperto come potrebbe andare a finire…
salve
in definitiva io, mia moglie e i nostri due figli (maschio e femmina) siamo anormali: siamo sposati da 19 anni (più tre di fidanzamento), ci amiamo, educhiamo i nostri figli al rispetto, a pregare, a essere patrioti (anzi nazionalisti), passiamo le serate estive sul piazzale della Chiesa dellla nostra frazione, facciamo lunghe camminate in collina e montagna, pranziamo intorno alle 12.30, siamo onnivori, leggiamo libri di carta, curiamo l’orto, il giardino, il bosco … si, direi che siamo decisamente “alternativi”
saluti
Piero e famiglia
“Perché forse non è vero che ciascuno di noi ha delle giornate in cui sente prevalere la parte maschile e altre quella femminile? “. Non è assolutamente vero, signora o signorina Silvia. Se lei avverte simili oscillazioni se li tenga per sè assieme al suo linguaggio scandaloso soprattutto in questo tempo di Quaresima.
Esiste la parte femminile di me stesso? Certamente: mia moglie!