Segnalazione di Corrispondenza Romana
Inutile cercare di cambiar le carte in tavola: comunque lo si guardi, il reato d’«intralcio all’aborto» rappresenta un’evidente violazione del diritto d’opinione e della libertà d’espressione in quell’Occidente, ormai “democratico” solo a parole, non però nella sostanza. Viviamo nella società del non-senso, dove a farla da padrone è il pensiero unico, dominato da un’ideologia di morte. In questo la Francia ha giocato d’anticipo e battuto tutti sul tempo, divenendo una delle punte più avanzate del laicismo militante.
Due anni di prigione e 30 mila euro di multa, è questa la condanna, approvata in via definitiva in Parlamento e studiata apposta per sterminare la vivace presenza pro-life d’Oltralpe: così lo scorso 15 febbraio la norma liberticida, promossa dai socialisti, è passata in Assemblea Nazionale, nonostante l’aspra resistenza opposta da una parte della Destra e dagli attivisti per la vita. A favore tutti i gruppi di Sinistra e la maggioranza dell’Udi, che pure a parole dichiara di volersi richiamare all’«umanesimo cristiano». Incredibile! Decisamente contrari, invece, i Repubblicani, che hanno definito senza giri di parole questa come «una minaccia alla libertà di pensiero» e d’«espressione», nonché una forma di «censura governativa», che potrebbe esser respinta dalla Corte Costituzionale.
Cosa prevede la legge? Ad esempio di punire i siti web di «disinformazione» sull’«interruzione volontaria di gravidanza», in particolare quelli che cerchino, «con intenti dissuasivi, d’indurre intenzionalmente in errore» le donne in materia. Ove l’”errore”, nelle intenzioni del legislatore, consiste, in realtà, in un’assoluta verità e cioè nel definire l’aborto per quel che è ovvero un omicidio.
Ma qui siamo nel regno dell’antilingua, dove ogni cosa significa il contrario di quel che sembra. Così gli attivisti pro-life vengono dipinti come «gli avversari del controllo delle nascite», che «avanzano mascherati, nascosti dietro piattaforme, che imitano con una parvenza di ufficialità i siti istituzionali ed i numeri verdi». In realtà, nessuno dei fautori della vita si è mai mascherato, nessuno si è mai nascosto, nessuno ha mai contraffatto alcunché. Tutti, di contro, han sempre detto le cose come stanno. Loro, per lo meno. I mistificatori stanno semmai nelle fila pro-choice, a partire dalla prima, grande menzogna: far sembrare un intervento sanitario di routine l’uccisione del figlio, che portano in grembo (M. F.).