Una festa idiota

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di Marcello Veneziani

La festa della donna, quest’anno, è cominciata già da una settimana. Se ne parla da giorni, sembra quasi una celebrazione più importante di Natale e Pasqua. Quest’anno si carica di un significato polemico particolare perché in America e nei paesi come il nostro che ripetono da pappagalli, è diventata una festa contro Trump, il sessista con la cresta arancione.

Ma si tratta, lasciatemi dire, di una festa farlocca, tardo-femminista e velleitaria. A parte l’assurdo intrinseco di una festa di genere, astratta e generica, proviamo a vedere cosa ha prodotto quest’onda tardiva del femminismo.

La prima è l’abominio delle quote rosa. Se si dovesse applicare la stessa logica a tutte le categorie deboli o svantaggiate, avremmo una società divise in quote rosa, celesti, fucsia, arancione e così via, considerando i disabili, i rifugiati, gli immigrati per necessità, i giovani da proteggere e i vecchi da tutelare, i gay e i trans, i neri e i rom, e si potrebbe continuare. Sparirebbe anche l’ultima traccia di meritocrazia in un’assegnazione di posti solo per generi e minoranze.

La seconda idiozia è il reato di femminicidio. In una società giusta il diritto è universale, non si modella sui generi: uccidere un maschio, un vecchio o un bambino non è meno crimine che uccidere una donna.

È assurdo adottare queste disparità e creare reati appositi; se la legge funziona vale per tutti. Si possono nei singoli casi ravvisare aggravanti e attenuanti, generiche e specifiche, come prevede il codice penale, ma è assurdo che ci siano omicidi che per legge valgono un omicidio e mezzo e altri mezzo omicidio…

La controprova dell’assurdità della norma è la sua assoluta inefficacia anche come deterrente. È facile dimostrare, dati alla mano, che da quando è stato introdotto il femminicidio non è affatto diminuita la violenza e l’uccisione delle donne, anzi. Solo in questo primo scorcio d’anno si procede con una donna uccisa a settimana.

Aggiungo, per curiosità storica, che quando si fece la campagna a favore del divorzio uno dei temi di propaganda più usati per introdurlo (c’era persino uno spot di Nino Manfredi), fu che col divorzio si sarebbero evitate violenze e delitti, tutto si sarebbe risolto in modo civile, per legge, altro che delitto d’onore. E invece da allora le violenze e le uccisioni di donne non sono affatto diminuite, anzi…

La terza marginale idiozia prodotta dall’ottomarzismo è la cacofonica ridefinizione dei ruoli e degli appellativi riferiti alle donne, una torsione femminile che raggiunge esiti grotteschi: ministra, presidenta, assessora…

A fronte di queste “conquiste” assurde, il fronte dell’8 marzo tace sugli uteri in affitto, soprattutto quando i beneficiari della compravendita sono i gay, tace della mercificazione della donna e della mortificazione della maternità. E non s’interroga sul record negativo di denatalità del nostro paese.

La maternità dovrebbe essere un punto d’orgoglio femminile, una scelta di futuro e di fecondità che costa dolore ma accresce la dignità della donna, il suo ruolo e la sua centralità e che vale ancor più nel nostro presente perché la donna deve raddoppiare il suo impegno, da madre e da lavoratrice.

Per questo l’8 marzo mi sembra una festa idiota, aggravata da quei tristi raduni di sole donne in trattoria, da quei corti paleofemministi che puzzano di anni settanta e dall’insopportabile profumo di mimose che danno il mal di testa, non solo ai maschi…

MV, Il Tempo 8 marzo 2017

Fonte: http://www.marcelloveneziani.com/articoli/una-festa-idiota/

6 Risposte

  • Nel primo punto si sono dimenticati gli individui affetti da “orchite” che, sono sicuro, sono parecchi.

  • Grandeeeeee Dr. Veneziani, leggo sempre con molto interesse i suoi articoli, e mi trovo spesso d’accordo, come questo sull’8 marzo!!!!
    AH che bello la mia nonnina, la ricordo con tanto Amore, quando filava la calza e mi diceva che in casa i pantaloni li portava il maschio!
    Povera Patria!come siamo ridotti…

  • Istituiamo la festa dell’orecchiaglio che per le sberle sulle orecchie ci mette pure un pò d’aglio. Sai quanti ne curerebbe un un sol giorno.

  • Con la festa dell’orecchiaglio direbbero tutti: aglio! non sono più gaio!

  • Non faccio testo, perché, pur essendo di sinistra (anche se stento sempre di più a capire cosa ciò significhi) stimo sommamente questo nostro Veneziani che, personalmente, ci (od almeno mi) spiazza sempre per la razionale e lucida, ancorché veemente ed ilare, esposizione del proprio pensiero su fatti decisivi
    Anche ora: ma come si fa a dargli torto?
    Sentiamo, cosa ha detto che non va?
    Possibile che noi, sinistrorsi, democratici, pacifisti, oramai siamo diventati quanto di più retrogrado si possa immaginare sulla faccia della terra?
    Questo intellettuale, dicendo, alla fine, semplicemente che il Re è nudo, ci fa anche capire perché questa famosa e noiosissima sinistra, nel mondo, non riesce più a coaugulare consenso, lasciando spazio non, purtroppo, ad una destra illuminata, quale ottimamente rappresentata da intellettuali come Veneziani, appunto, ma al più becero populismo, e non ci fa comprendere, ad esempio, nessuna mossa giusta di Trump.
    Sì, è vero, costui appare improponibile ma ….. ne stiamo veramente capendo le mosse?
    Tutte le mosse?
    In definitiva, non vorrei idolatrare nessuno: tuttavia capiamo bene lo spirito nuovo sotteso all’articolo di Veneziani, e cerchiamo di apprendere.
    Come ha detto recentemente alla radio (Prima Pagina), accettiamo uteri in affitto, gestazioni a distanza e spersonalizzate, matrimonio e genitorialità di stessi sessi ma … ci scandalizziamo se taluno prova a migliorare una carota.
    Mondo, dove stai andando?

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