Segnalazione di Raimondo Gatto
La recente campagna di stampa contro il Presidente del Consiglio Regionale Ligure, Francesco Bruzzone, reo di essere un rappresentante dei cacciatori, rende necessario un chiarimento circa la posizione del Magistero Tradizionale della Chiesa sul rapporto dei cristiani con il cibo degli animali.
Ma il tentativo di fondare l’ideologia vegetariana sulla Bibbia è un inganno: Gesù ha mangiato carne e pesce anche da risorto
di Samuele Cerotti
Anche quest’anno in prossimità della Santa Pasqua abbiamo visto spuntare cartelloni che ci invitavano a non mangiare il tradizionale piatto pasquale, l’agnello. Gruppi animalisti e vegetariani militanti, da anni si dedicano a campagne contro il consumo di carne ovina a Pasqua, stampano cartelli pubblicitari con candidi agnellini,diffondono video strappalacrime sull’uccisione di belanti capretti.
Ma non solo: nell’ambito dell’animalismo “cristiano” si pubblicano pieghevoli e libercoli dove si sostengono le più strampalate tesi pseudo teologiche contro l’uccisione degli animali da carne.
Fatta salva la libertà di ciascuno di scegliere come alimentarsi e quindi anche il diritto dei vegetariani di non mangiare carne, non si può tacere il portato ideologico di queste iniziative e ancor meno si può tacere l’uso strumentale che viene fatto della Sacra Scrittura, dei Padri e del Magistero in molto di questo materiale propagandistico (a coloritura cristiana) contro il consumo alimentare degli agnelli, materiale spesso distribuito sin dentro le chiese.(occupate dai conciliari, n.d.r.)
GLI AGNELLI PASQUALI
A chi è capitato di avere tra le mani uno di questi pieghevoli od opuscoletti, non sarà sfuggito l’abbondante florilegio di passi scritturistici dell’Antico e del Nuovo Testamento, di alcuni Padri della Chiesa e di citazioni di interventi papali tutti completamente fraintesi e distorti dal loro significato. La predicazione dei Profeti in merito all’offerta a Dio di animali, il giudizio neotestamentario sul sacrificio templare o considerazioni teologiche sull’agnello e l’Agnello sono piegati alla polemica animalista contro l’uccisione di animali a scopo alimentare.
La Scrittura e la Tradizione parlano del culto a Dio ma sono citate faziosamente in merito alla liceità o meno di mangiare l’abbacchio con le patate. Basterebbe allora considerare questo uso rozzamente spregiudicato della Divina Rivelazione per squalificare simili campagne d’opinione tese a convincere i buoni cristiani che è peccato mortale mangiarsi l’agnello arrosto.
Non serve poi essere fini biblisti per sapere che è impresa disperata il voler fondare il vegetarianesimo e l’animalismo sulla Bibbia, anche se non mancano arditi tentativi in tale direzione. Tra tutti il meno strampalato è quello che vede nella dieta vegetariana un segno profetico al pari della verginità per il Regno. Il ragionamento parte dal dato scritturistico secondo cui i Progenitori, nello stato pre-lapsario, si nutrirono esclusivamente di frutta così che i
battezzati, liberati da quel peccato che determinò la dieta onnivora, sarebbero chiamati ad abbandonare il consumo di carne per significare profeticamente la ritrovata armonia edenica.
Le obiezioni a simile paralogismo teologico sono molteplici e toccano, ad esempio, la questione del rapporto tra Eden e Regno, tra stato pre-lapsario, post-lapsario, umanità redenta in via e in patria, la questione del peccato originale originato e del battesimo, la questione dei consigli evangelici e della morale supererogatoria. In una battuta si può dire che se l’argomento del vegetarianesimo come profezia fosse valido, ugualmente profetico dovrebbe essere il nudismo dato che l’umanità iniziò a vestirsi solo dopo il primo peccato.
LA BIBBIA NON È VEGETARIANA
Ma la vera confutazione teologica rimanda alla epistemologia del discorso economico (nel senso di economia della salvezza), per cui non è mai lecito fare teologia scavalcando il dato positivo della Rivelazione, la volontà positiva di Cristo così come concretamente datasi nella sua esistenza storica. E nella Rivelazione, tanto vetero quanto neotestamentaria, non vi è alcuna prescrizione morale circa il divieto di macellazione o consumo alimentare di carne, neppure si trova una qualche preferenza morale per la dieta vegetariana.
Anzi, semmai il contrario, la Bibbia ha per protagonisti patriarchi, re, profeti, apostoli gioiosamente carnivori e Dio, a ben vedere, ha più volte parlato a favore dei macellai. Ma il dato più forte e che rende impraticabile qualunque tentativo di fondazione teologica d’un vegetarianesimo cristiano è la Persona stessa di Nostro Signore Gesù Cristo nella sua concreta storicità. Gesù si è alimentato di carne e di pesce, ovvero ha mangiato animali uccisi a scopo alimentare. Se il Figlio di Dio, il Verbo Incarnato, perfetto uomo e perfetto Dio, ha mangiato carne e pesce, ovvero se il Regno di Dio già presente non conobbe il vegetarianesimo, come potrebbe il cristiano profetizzare il Regno rifiutando di cibarsi di carne?
La verginità, assieme agli altri consigli evangelici, è profezia del Regno perché ci assimila a Cristo vergine (o povero, o obbediente sino al dono della vita, etc). Ma il vegetarianesimo a chi ci assimilerebbe? Non certo a Cristo che mangiò carne e pesce tutta la vita, persino da Risorto! Di anno in anno queste campagne d’opinione, queste teorie raccolgono sempre più consensi e spazio nei media, ex ministri vi prestano il volto, se ne parla nei telegiornali e sulla stampa. Ovviamente chi difende la vita indifesa di agnellini, conigli e vitelli non può che apparire buono e nobile… egoista e insensibile chi, per una bella mangiata, fa sgozzare una povera bestiola!
UNA IDEOLOGIA ANTI-UMANA
Eppure dietro a tanta “bontà” si cela una ideologia radicalmente anti umana. Nella condanna morale del consumo di carne c’è la negazione della differenza ontologica tra uomo e bestie, c’è l’equiparazione dell’uomo con le altre specie animali, c’è l’anti-specismo, ideologia dell’orizzonte trans-umanista.
Non c’è solo una fissazione come altre, una semplice moda culturale radical-chic, c’è una ideologia pericolosa e pervasiva che erode programmaticamente la comprensione ontologica dell’umano, che nega lo statuto personale esclusivo dell’animale uomo, che livella i viventi in una indistinta biosfera. Nulla di più anticristiano, nulla di più contrario all’antropologia biblica, anche se sempre più tale spirito si insinua anche tra i cattolici.
La nostra fede è fede in un Dio Creatore che tutto ha affidato alla signoria di Adamo, è fede in un Dio che ha fatto l’uomo (e solo l’uomo) a propria immagine e somiglianza, è fede in Dio che ha eletto a proprio popolo un popolo di pastori che di carne si sono sempre nutriti, è fede in un Dio che si è Incarnato e proprio quel Dio-Uomo ha mangiato carne e pesce senza problema morale alcuno, anzi ha mangiato (animali all’uopo uccisi) anche da Risorto.
Nulla di meno animalista e di più anti-vegetariano d’un Dio Incarnato che mangia animali anche col Suo corpo glorioso!
Di ciò dobbiamo essere consapevoli, come credenti, e non farci ingannare dalle sirene dell’ideologia animalista. Dobbiamo aver ben chiara la dignità dell’uomo, la signoria affidataci sul Creato, la differenza qualitativa della natura umana da ogni altra realtà animale. Dobbiamo rivendicare con fermezza il diritto originario all’uso dei beni naturali, il diritto a cibarci di carne e pesce. Anzi sarebbe una vera pedagogia, anche spirituale, ritrovare il realismo sano e schietto del mondo rurale dove si impara ad amare il Creato con la stessa naturalità con cui si impara a tirare il collo alle galline.
Contadini, pastori, cacciatori sono i veri innamorati della natura, dei campi, dei prati e dei boschi. Il loro è l’amore cristiano per il Creato, un amore verace che non nega i diritti signorili della natura umana, che non idolatra le bestie, che conserva e vive il realismo di una gerarchia negli esseri
Nota di BastaBugie: Camillo Langone nell’articolo sottostante dal titolo “I vegani sono diventati una casta” parla
dell’ideologia vegetariana che tende a diventare una religione, con la sua morale, i suoi sacerdoti e i suoi precetti da rispettare.
Ecco dunque l’articolo completo pubblicato su Il Giornale il 21/08/2016:
Forse certe cose
non si dovrebbero dire, ma che liberazione quando qualcuno le dice. «I vegani
sono una setta, sono uguali ai testimoni di Geova.
«Io li ammazzerei tutti» ha
sbottato Vissani nello studio di In onda, il programma di Parenzo e Labate
(dove fra l’altro c’ero anche io, in collegamento, solo che al contrario dello
sfrenato cuocone umbro cerco sempre di trattenermi e non ho pronunciato nulla
di notiziabile). Chiaramente l’ultima affermazione, «li ammazzerei tutti», è
un’iperbole, e non mi metterò qui a spiegare le figure retoriche: a chi si è
scandalizzato consiglio la Treccani o anche Wikipedia oppure, ancor meglio, i
manuali di Bice Mortara Garavelli.
Mentre nell’accostamento alle sette
religiose non c’è nulla di retorico, è qualcosa di molto semplice e secondo me
perfino ovvio. Mi vengono in mente almeno altri due personaggi che in passato
hanno fatto affermazioni simili. Pellegrino Artusi, l’uomo che con La scienza
in cucina e l’arte di mangiar bene ha unificato gastronomicamente l’Italia
appena unificata politicamente, insomma il Garibaldi della tavola, in una
pagina del suo famoso ricettario scrive: «Non appartenendo io alla setta dei
pitagorici…». Vegetariano è aggettivo novecentesco, nei secoli precedenti chi
non mangiava carne veniva considerato un seguace di Pitagora, filosofo e
matematico dell’antica Grecia che imponeva agli sfortunati discepoli una dieta
rigidissima e capricciosa: proibiva anche i legumi, innanzitutto le fave, e poi
il vino, i funghi, l’aglio… L’altro personaggio è George Orwell, lo scrittore
che con 1984 ha prefigurato la violenza del politicamente corretto: «Ci sono
persone, come i vegetariani o i comunisti, con cui è impossibile discutere».
Perché i settari, dal punto di vista politico o alimentare cambia poco, sono
impermeabili alla ragione, alla scienza, alla realtà, a tutto quello che
potrebbe mettere in crisi le loro certezze.
C’è un libro ponderoso, Il mito
vegetariano, edito da Sonzogno e scritto da Lierre Keith che proprio come
Vissani considera il veganesimo «una sottocultura che rasenta il culto» e lo
smonta, con argomenti e numeri, da ogni punto di vista. Dal punto di vista
nutrizionale, dal punto di vista etico, dal punto di vista agricolo: «I cibi
che i vegetariani sostengono che ci salveranno sono proprio quelli che
distruggono il mondo. La coltivazione di monocolture annuali non sarà mai
sostenibile». Le pagine sulla soia vi faranno passare la voglia di tofu per
sempre. Lierre Keith è un’ex vegana, oltre che una divulgatrice scientifica, e
nessuno meglio di lei può svelare il lato oscuro del fenomeno, ad esempio i
pericoli dell’alimentazione vegana per i bambini e per le donne in età feconda.
Ma in pochi, in pochissimi, leggeranno un saggio di 377 pagine mentre in tanti
hanno ascoltato la dichiarazione di Vissani. Anche un po’ sgrammaticata (non ha
detto proprio «li ammazzerei», ha detto «li ammazzerebbe») però pazienza: c’è
più bisogno di buon senso che di correttezza.
Fonte: Redazione di BASTABUGIE.IT
Non sono vegetariano e non mangio carne di agnello. Vorrei però riportare, a rettifica del titolo, quanto dice il Signore a creazione avvenuta. “Prolificate e moltiplicatevi e riempite il mondo, assoggettatelo e dominate sopra i pesci del mare e su tutti gli uccelli del cielo e sopra tutti gli animali che si muovono sopra la terra”. Iddio disse ancora: “Ecco, io vi do ogni pianta che fa seme, su tutta la superficie della terra e ogni albero fruttifero che fa seme: questi vi serviranno per cibo” (Gen. 2, 28/29). Dopo il peccato, resa nemica la natura e tutti contro tutti, ogni ordine è stato capovolto, compreso quello alimentare per cui l’uomo è diventato carnivoro. In quanto all’agnello io credo che Gesù abbia cenato con la carne di questo animale per dare compimento alla prefigurazione dell’antico banchetto pasquale di Israele in uscita dall’Egitto. Con la sua crocifissione e morte il rito antico è concluso. Non c’è più l’agnello come tale, quello sacrificale, ma Cristo “Agnus Dei” che compie la redenzione dell’uomo. L’attuale banchetto pasquale, a base di agnello, altro non è che una spuria giustificazione per mera e laica soddisfazione dello stomaco, peccato di ingordigia più che commemorazione di Gesù Risorto.
Prof. Pranzetti, i due passi che lei cita sono le citazioni perfette di quanto afferma il Signore e sostiene il Cattolicesimo: l’uomo è stato creato onnivoro. Non deve avere alcuna remora morale nel mangiare carne, pesce o verdura, non solo perché esseri da “assoggettare” e “dominare” ma anche perché non hanno anima, non hanno volontà ma mero istinto. L’animalismo e l’ecologismo sono ideologie moderne figlie del panteismo o del pietismo da operetta. Le scelte alimentari, suffragate da altri motivi, purché validi e che non comportino scompensi al proprio fisico, sono individuali.
Cara Redazione: ripeto: non sono vegetariano e tanto meno animalista ideologizzato. Tengo soltanto a ribadire che l’onnivoracità dell’uomo è conseguenza del peccato per la cui causa – come afferma la Scrittura – lo status di innocenza e di concordia originale è venuto meno, quello stato per il quale l’uomo si cibava di erbe, dominava e aveva, sì, la signorìa sulle creature ma non ne disponeva della vita. Soltanto dopo il diluvio (Gen. 9, 3/4) Dio permette all’uomo di cibarsi degli animali peraltro a certe condizioni. Un permesso concesso all’uomo non più in stato di innocenza. Mi rifiuto, poi, di credere che il rispetto verso gli animali debba essere necessariamente segno di panteismo ché in tal caso anche San Francesco dovrebbe essere declassato a zoofilo maniaco. Concludo permettendomi di dire che, sui miei testi di teologìa – dogmatica, morale – e sui commenti biblici non ho mai trovato un passo in cui si affermi che “l’uomo è stato creato onnivoro”. Ciò, ripeto lo è diventato post lapsum.
Come coltivando una sola virtù si accrescono tutte le altre, così la caduta in un solo grave peccato predispone la tendenza a tutti gli altri. È matematico che l’uomo divenne tendenzialmente anche assassino e sanguinario dopo il peccato originale, come se avesse ricevuto in eredità le caratteristiche del padre della menzogna che lo ispirò. E in effetti questa è la sua eredità. I risultati traboccano dalla storia. Ma è anche vero che uccidere animali per garantire la propria e altrui sopravvivenza, soddisfacendo le ormai consolidate mutazioni genetiche, non costituisce peccato, anzi, è un atto ragionevolmente meritevole…
L’ideologia animalista uccide molto di più con la sua alterazione della realtà… Si pensi solo, ad es., a quanti morti stanno provocando i cinghiali sulle strade perchè gli animalisti hanno deciso di proteggerli dall’abbattimento…
Uccidere animali per garantire la sopravvivenza propria e altrui non è né peccato e né atto ragionevolmente meritevole. E’ un dato di fatto e di ovvia necessità. L’animalismo ideologizzato è teorìa da rifiutare ma non si esageri sul numero dei morti per causa dei cinghial – qualche unità -facendo passare sotto silenzio quelli causati dall’uomo motorizzato – migliaia all’anno.
Non è peccato neppure uccidere animali semplicemente per saziarsene poiché la loro carne è buona.
Vedo, cara Redazione, che si sta deviando dal tema che io ho proposto, cioè, essere l’onnivoracità dell’uomo conseguenza del peccato. Prego, pertanto, non volermi attribuire, con artifici retorici – la contraffermazione eccessiva – cose che non penso e che non scrivo. In 5, infatti, non ho detto che sia peccato uccidere animali per “saziarsene” perché ho definito tale habitus né peccato né merito ma dato di fatto e di necessità.
Sarebbe ovvia necessità non aggiungere cause di morte alla motorizzazione dell’uomo, uccidendo qualche animale di troppo, ma oggi così non è. Quando l’ovvio non è più tale, per devastazione ideologica del reale, il praticarlo diventa un atto eroico per i pochi che ancora sanno che la carne è buona e fa bene…senza eccedere.
Altro danno dell’ideologia http://www.focus.it/ambiente/animali/le-lumache-giganti-che-stanno-invadendo-la-florida
https://www.youtube.com/watch?v=luk18eVCHDg
NEPPURE IO SONO ANIMALISTA, ma in tema di crudeltà sugli animali Alessandro Vi (ovviamente “CATTIVO PAPA MEDIOEVALE, SECONDO LA VOLGATA CORRENTE) sconsiglio la corrida spagnola. Non tanto perchè si uccideva un animale, ma perchè esso ricordava i giochi del circo, aboliti quando il Cristianesimo debellò il paganesimo.
mangiare carne di animali, fa bene alla salute!
Nel Vangelo di Cristo non ne è proibito l’uso…
quindi cari amici stiamo tranquilli, perchè NON pecchiamo affatto,e questo è l’importante: non essere in peccato dinnazi a Cristo.
Tutto il resto…chiacchiere.
@Prof. Pranzetti, ci spieghi lei come l’uomo, che non fù creato onnivoro, si ritrovo addirittura a pappar cadaveri. Con l’avvento, poi, delle religioni pagane è stato possibile osservare, storia alla mano, adorazioni, sacrifici ed offerte di animali uccisi e per giunta il cibarsi di cadaveri umani…
Lei ha ragione, il tema non può essere liquidato con poche battute.
Correggo “si ritrovò”.
Io il tema lo liquido in breve, perchè basta andare a leggere Genesi 9, 3/4 dove è scritto che Dio fornì ad Adamo, prima del peccato, cibo vegetale e egualmente agli animali. E così sostiene San Tommaso (S. Th. I, 97, 3 ad 3um – SCG, IV, 83). In quanto al cannibalismo, caro Pierino, non v’è dubbio trattarsi di demonismo.
Concordo. Una mela al giorno avrebbe tolto all’uomo il medico di torno… Volersi impadronire della mela proibita necessitò punizioni e cure Redentive che solo il Signore poteva compiere…
Gentile Staff di Christus Rex e gentili autori dei commenti di questo articolo, vorrei portare la vostra attenzione sull’articolo (Due interrogativi pubblici all’organizzatrice della marcia per la vita (CHE NON RISPONDERA’)) di un avvocato che pure l’anno scorso voleva imporre l’aborto DIRETTO (da non confondere con quello TERAPEUTICO) in caso di pericolo di vita della madre…arrivando addirittura a voler proibire l’obiezione di coscienza ai medici.
Inutile dire che alle mie citazioni magisteriali e alle altre mie argomentazioni, rispondeva con tono irrisorio senza portare alcunché di cattolico (e come avrebbe potuto?) a sostegno della sua strampalata tesi (aborto senza possibilità di OBIEZIONE di coscienza da parte dei medici).
Non chiedo aiuto per confutarlo, ci riuscirebbe anche un cresimando dei bei vecchi tempi, chiedo il vostro aiuto per metterlo in minoranza, affinché, se non conosce il valore del Magistero, almeno capisca che sui siti cattolici i suoi paralogismi non attaccano: l’anno scorso, su Radio Spada mi sono trovato quasi di solo a confutarlo e c’è pure chi gli ha dato ragione…bisogna che si capisca che difendere la vita umana dal concepimento alla morte naturale sia una questione NORMALE per dei cattolici e non un’eccezione isolata!
Vi ringrazio fin da ora se vorrete rispondere al mio invito!
Interessante analisi del prof. Pranzetti che condivido nonostante sia , pure io, onnivoro !
Recentemente mi è capitato di gustare una bistecca spessa e ben cotta e morbida che sognavo da qualche anno… Comunque è mio uso come lo è presso i popoli primitivi, fermarsi a ringraziare il Signore per averci concesso la vita al posto di quella tolta all’animale che ci nutre. E con questo si santifica quel cibo e non funge da nostra condanna.
A chi si riferiva , dunque, Gesù quando parlando ai discepoli della loro importanza diceva giusto, giusto:
” Non si vendono quattro passerotti per due soldi ? Eppure tutte le loro piume sono contate dal Padre mio che è nei cieli…”
Certo che mangiava del pesce e lo arrostiva pure sulla riva del lago di Tiberiade. Ne faceva pure pescare tanto agli apostoli , quando delusi non riuscivano a pescare nulla, poichè non intendeva certo dare scandalo facendo il vegetariano ! Ricordo che per convincere Pietro a non insistere nelle ossessioni ebraiche , lo invitò in sogno a mangiare ogni genere di animali che i Romani mangiavano, ma non gli Ebrei. Come a dire che nulla che entra nella bocca dell’uomo ,lo contamina ( se ha lo spirito puro). La carne è prerogativa dell’essere umano che ha bisogno di accrescere rapidamente la sua energia e la sua termoregolazione in momenti di intensa attività fisica, ma è risaputo che la carne ,in momenti di sedentarietà, assunta regolarmente, in grande quantità è come veleno. La civiltà contadina ammazzava il maiale una volta all’anno e si cibava di esso. Per il resto si viveva di cereali ed altro. Solo il benessere economico ha impresso la necessità della dieta carnea giornaliera e l’agnello pasquale è un’eredità ebraica innestata sulla fede cristiana. L’ultimo Agnello Pasquale fu Gesù e da allora la Comunione è la vera festa , al posto dell’agnello ebraico.
Diego non si preoccupi: tali proposizioni sono confutate dal magistero Perenne della Chiesa Cattolica cui noi aderiamo.