Il no delle Ong ai controlli: la polizia a bordo non sale

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Contro il business immigrati, il procuratore Zuccaro propone agenti sulle navi. Ma i buonisti non ci stanno.

 Il magistrato ha le idee chiare su come impedire che qualcuno approfitti illegalmente del gigantesco business dell’immigrazione. E ieri è andato di nuovo a Roma per essere sentito dalla Commissione Migranti e Antimafia. «Se a bordo delle navi delle Ong ci fossero delle unità di polizia giudiziaria ha detto sarebbe stato possibile assicurare subito alla giustizia i trafficanti che nei giorni scorsi hanno ucciso un giovane migrante solo per non aver voluto togliersi il cappellino. Non sarebbero tornati impunemente in Libia».
La proposta del procuratore è stata naturalmente un pugno nello stomaco al partito delle Ong, che non vogliono saperne di controlli. L’associazione tedesca Jugend-Rettet, per esempio, ha subito escluso categoricamente la presenza a bordo della polizia italiana. «Un’assurdità ritrovarsi dalla parte dei cattivi – ha replicato l’organizzazione al Senato – Veniamo qui perché abbiamo grandissimo rispetto delle istituzioni e però ci veniamo con spirito negativo per quello che sta accadendo attorno alle Ong: viviamo una criminalizzazione globale, è per noi uno choc e ci vogliamo far portavoce di nostri colleghi che non lavorano nel Mediterraneo e che vedono cadere su di loro questa onta». E comunque «non se ne parla di avere operatori di polizia giudiziaria a bordo». Messaggio chiaro.

Zuccaro, dal canto suo, ha spiegato che l’obiettivo delle indagini «non sono le Ong ma i trafficanti e alcune delle più recenti modalità del traffico che abbiamo registrato a Catania e stanno favorendo alcune Ong. Quindi dobbiamo svolgere alcune indagini». Il procuratore ha spiegato di non aver «mai sparato nel mucchio, ma non posso fare nomi. Non è giusto che alcune Ong possano farsi schermo di quelle che sicuramente operano per nobilissimi fini di solidarietà, ed è per questo che è così importante fare chiarezza». Zuccaro ha parlato a lungo di fronte alla Commissione e ha sottolineato che per ora non ci sono rapporti diretti tra mafia e gruppi di criminalità organizzata che controllano il traffico dei migranti. Tuttavia, il magistrato ha affermato che «la massa di denaro finalizzata all’accoglienza è estremamente ampia per non attirare gli interessi delle organizzazioni mafiose. Se io ho affermato che in questo campo gli appetiti mafiosi vi sono comunque, l’ho fatto sulla base di alcune risultanze investigative».

Il procuratore di Catania ha poi spiegato che servono nuovi strumenti per combattere la piaga dell’immigrazione clandestina e scoprire le zone d’ombra nei soccorsi. «Con gli strumenti attuali ha detto non siamo in grado di capire chi siano gli eventuali finanziatori delle Ong o eventuali Ong che potrebbero barare». Per affrontare con maggior successo il traffico di esseri umani, secondo Zuccaro, servirebbe «dotare la Guardia Costiera di poteri di polizia giudiziaria». Alcuni strumenti – ha suggerito – si possono ottenere «senza modifiche legislative: si tratta di mettere in campo più strumenti operativi per bloccare i trafficanti quando vengono percepiti dalla polizia giudiziaria». A tal fine, il procuratore ha chiesto «di poter operare intercettazioni anche su navi straniere, senza di volta in volta dover chiedere permessi all’autorità giudiziaria; di disporre navi veloci, capaci di intervenire dal momento delle intercettazioni. Se all’autorità giudiziaria fosse consentito di disporre di questi strumenti, potremmo conseguire risultati importanti».

Il procuratore di Catania ha infine fatto un’analisi della situazione. «Dei migranti che arrivano in Italia, solo una percentuale molto bassa ha diritto all’asilo, tutto il resto è immesso nel circuito illegale e diventa vittima di tratta, caporalato o altri circuiti illeciti. Il mio dovere di procuratore è quello di segnalarlo», ha affermato. «Si decida chi salvare ha esortato Zuccaro e, una volta deciso, si vada a prenderlo senza alimentare il traffico della migrazione».

Mer, 10/05/2017 – 07:49

Fonte: http://m.ilgiornale.it/news/2017/05/10/il-no-delle-ong-ai-controlli-la-polizia-a-bordo-non-sale/1395097/

3 Risposte

  • ma visto che lavorano in acque internazionali non si può impedire loro di entrare in acque italiane ?

  • Un debole messaggio quando l’Italia affoga nella migrazione clandestina ! Usare la Marina Militare per impedire imbarchi e sbarchi sul suolo nazionale, no, vero ? Già perchè sarebbe troppo logico e quindi scorretto politicamente !

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