Israele: geopolotica di una piccola grande potenza

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Segnalazione Arianna Editrice

UN PAESE IN PERENNE PACE ARMATA
LA MICCIA DI ISRAELE
E’ SEMPRE ACCESA.
A QUANDO LO SCOPPIO?

Paese relativamente giovane, dotato di dimensioni ridotte e rapporti a dir poco problematici con tutto il vicinato, lo Stato ebraico è divenuto un attore di primissimo piano, forte di altolocati agganci internazionali, un arsenale bellico di tutto rispetto e, soprattutto, una incrollabile fiducia nei propri mezzi, che ha spesso portato la leadership israeliana a giocare d’azzardo per conseguire gli obiettivi prestabiliti.

Questo libro indaga gli aspetti storici, economici, sociali e geopolitici del lungo e travagliato processo attraverso cui Israele è riuscito a imporsi come principale (se non unica) potenza dell’intera regione mediorientale.

Israele

Giacomo Gabellini

Geopolitica di una piccola, grande potenza.

Prezzo libro: € 14,50
Editore: Arianna Editrice
Collana: Un’Altra Storia
Pagine: 352
Brossura – cm 15×21

Perché esiste lo stato di Israele?
indagine sulle origini, il presente e il futuro

Gabellini getta il lettore nel mare tempestoso dei suoi scomodi argomenti, cominciando con l’impartirgli nel capitolo 1 una ruvida lezione su genesi e realizzazione del progetto sionista (e accidenti se questo non è un allegro fregarsene del politically correct…). In mezzo, altri sei capitoli eloquentemente intitolati, i contenuti dei quali sembrano lasciare ben poco spazio all’ambiguità (“La potenza militare israeliana”, “Realpolitik”, “La presa della Israel Lobby sugli Stati Uniti”, “L’alleanza sciita nel mirino di Israele”, “La ragnatela israeliana”), per finire con Energia e geopolitica, che significano petrolio, metano e nucleare da una parte, muraglie di cemento armato e fili elettrificati dall’altra: più chiaro di così…

«La Legge del Ritorno e la proclamazione di Gerusalemme
“eterna e indivisibile capitale di Israele” possono e debbono
essere oggetto di un ripensamento,
che tenga conto anche dei diritti e delle aspirazioni
di altre comunità etnoculturali e di altri valori storico-religiosi
non meno validi e irrinunziabili.
I confini debbono essere rimessi in discussione e corretti,
così come la comunità internazionale non può restare ancorata
a risoluzioni Onu formulate oltre mezzo secolo fa,
che hanno ormai fatto il loro tempo.
».
Franco Cardini

Non so chi sia Giacomo Gabellini, non ho neppure verificato se il suo indirizzo postale è o no autentico. Per quel che mi riguarda, potrebbe essere tranquillamente un agente della CIA, un emissario del Mossad, un provocatore di al-Qaeda, un terrorista del Da’ish. Potrebbe essere anche lo pseudonimo di Tariq Ramadan, o di Renzo Guolo, o di Gad Lerner, o di Magdi Allam, o di Fiamma Nirenstein, che avessero deciso di “tentarmi”.

 

Il punto è che scrive cose interessanti; che dalle verifiche fatte da me e da qualche amico molto competente in materia le sue informazioni sono esatte e i suoi rilievi sono pertinenti; che quel che dice viene ordinariamente taciuto o distorto dai media, mentre sarebbe degno e meritorio di venire discusso e valutato, non foss’altro che per confutarlo.

 

E se fosse confutato in tutto o in parte – lo confesso, anzi lo dichiaro – mi farebbe un gran piacere, pur mettendomi in imbarazzo se non nei guai: in quanto molto di quel che qui si dice qui magari non sempre mi sorprende, comunque mi dispiace, mi fa sentire a disagio, preferirei non parlarne e volger lo sguardo altrove. Sed oportet ut scandala eveniant.

Franco Cardini

 

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