Luigi Di Maio, dalle gaffe sul Venezuela e i congiuntivi sbagliati alla prestigiosa università statunitense
Più volte il vicepresidente della Camera – nonché indicato da molti come candidato premier ideale per il Movimento Cinque Stelle – è inciampato in gaffe e scivoloni che lo hanno fatto finire al centro di sfottò e polemiche. Persino il presidente del Senato, Pietro Grasso, ne aveva approfittato: “Ha dimostrato di avere grosse lacune, in storia, geografia e diritto: qualche lezione sarebbe utile”, aveva detto Grasso quando il grillino lo aveva attaccato per aver criticato il pm di Catania che indaga sui legami tra Ong e scafisti.
Ciononostante, quello considerato “l’intellettuale del gruppo” da Di Battista & Co. e che per sua stessa ammissione non si è ancora laureato – “per non approfittare del suo ruolo”, assicura – è volato ad Harvard e al Mit di Boston, per tenere una “lectio magistralis” su Euro (“non siamo contrari”), populismi (“Podemos, Syriza, Front National, AfD, Ukip e gli altri sono già vecchi rispetto a noi”), democrazia diretta e futuro dei Cinque Stelle (“A settembre scegliamo candidato e squadra”). Proprio lui?
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Segnalazione di F. F.