LA GRANDE IMPOSTURA RELIGIOSA A LUNGO TERMINE, la stessa dal ‘58

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sosa-buddhists5L’EDITORIALE DEL VENERDI

di Arai Daniele

Le due guerre si sovrappongono, poiché è innegabile che la persecuzione armata ai cristiani è parte della prima, mentre la persecuzione interna e strisciante nella Chiesa è la seconda, di lunga durata e in mezzo alla grande apostasia è capita da pochi.

Sembra incredibile, ma per vedere la vera grande guerra religiosa a lungo termine – contro le anime – che va al di la di tutte le altre, è inutile guardare alle guerre del califfato islamico, o tra sunniti e sciiti e questi agli ebrei, o altri conflitti religiosi attorno al mondo;  – è quella interna al Cattolicesimo. O per definirla meglio, quella che dalla morte di Pio XII, e più ancora dopo il Vaticano 2, scuote dal suo Interno la Chiesa Cattolica per mutarla e con essa l’uomo stesso. Sì, mutarla con l’inganno, che significa sostituite per demolire la sua Dottrina e Liturgia. Essa è la guerra micidiale per le anime,che ora con Bergoglio raggiunge l’apice dell’impostura clericale, per far credere nella menzogna conciliare.  

Infatti, al vertice dell’inganno vi è il falso papato per sostituire quello vero dopo la morte di Pio XII. Da molto si può capire che la Chiesa é occupata, dalla sua Sede romana in giù, a molti episcopati, a causa della contaminazione delle dottrine moderniste, ecumeniste, naturaliste, e dicendo relativiste della Verità si comprende tutti gli «ismi» diretti a falsare o invertire la Parola del Salvatore e la Legge di Dio; una contaminazione, ormai universale, che contamina la terra.

Ma non bastava, ora raggiunge con Bergoglio una serie di fronti, dalla definizione unica di matrimonio alla famiglia, dal delitto dell’aborto allo scontato perdono divino, dalla società cristiana alla ecumenista acattolica, e così via … E tantissima gente assorbe il veleno della falsa dottrina e morale invertita come se fosse la «realtà», dalla quale non tornare indietro.

Si può paragonare ai motivi dati dallo scrittore e storico cattolico Hillaire Belloc agli interessi materiali che hanno reso impossibile il ritorno degli Inglesi dall’Anglicanesimo al Cattolicesimo: la larghissima elargizione dei beni ecclesiastici ai nobili da parte di Enrico VIII. E chi allora era disposto a restituire regaloni del genere per questioni di fede all’inglese? Ora c’è il perdono incondizionato di vizi e peccati. Altroché indulgenze! Perché mai rinunciare a tale beneficio «pontificale»? Dio è tanto buono che non c’è più bisogno di seguire quel che comanda!

Qui intendiamo segnalare delle fonti principali del «Bergogl pensier», che però nessuno, che io sappia, ha approfondito così bene come Maurizio Blondet con «Ritratto di Bergoglio come ideologo. Paleo-marxista», del 27 novembre scorso.

Si raccomanda pure l’articolo di Fra Leone: «Dalla “Nouvelle Theologie” alla teologia della liberazione di Bergoglio?

LA RIPRESA DELLA VECCHIA SOVVERSIONE «CULTURALE» NELLA STESSA ROMA

A differenza degli obiettori odierni di Bergoglio, lo abbiamo accusato da subito, dal tempo della stessa elezione, e indicando una delle vie ereticali che avrebbe seguito: “UM «PAPA» PARA O MOVIMENTO DE LIBERTAÇÃO DA IGREJA CONCILIAR”. Pro Roma Mariana 10 aprile 2013. Si trattava della «Teologia della Liberazione» in pillole di rivoluzione culturale.

In Argentina, tra i gesuiti, c’era un teologo della liberazione, Juan Carlos Scannone, discepolo di Rahner, che è stato specialmente legato a Bergoglio. Scannone è tenuto come uomo di vasta cultura, grande teorico del progressismo, mentre Bergoglio sarebbe l’uomo del popolo, pastorale e di azione pragmatica. Ecco due metodi gesuitici per arrivare allo stesso scopo.

“La Teologia della Cultura non si oppone alla Teologia della Libertazione”. Juan Carlos Scannone é dottore in Filosofia per l’Università di Monaco di Baviera, è licenziato in Teologia per l’Università di Innsbruck; Rettore dell’area di San Michele dell’Università del Salvador (Buenos Aires), direttore della sua Facoltà teologica, professore di greco dell’allora giovane Jorge Mario Bergoglio. Per lui: “Non ci sarebbe alcuna liberazione se non si libera la cultura dalle ideologie oppressive [leggere cattolicesimo dogmatico] e se questa non attinge al ‘pozzo’ dei valori e simboli della genuina saggezza e cultura popolare; se la cultura non è liberatoria sarebbe, in sostanza, ideologica”.

Così, il teologo e filosofo argentino, spiega alcune delle caratteristiche della teologia elaborata nel loro paese, che molti chiamano “teologia della cultura e che non si oppone affatto a quella della liberazione ma, al contrario”. Piuttosto – come riconosciuto dallo stesso Gustavo Gutiérrez – è uno dei suoi aspetti. Così il teologo e filosofo argentino, spiega alcune delle caratteristiche della teologia sviluppata da loro. E in un’intervista a La Stampa del 26 luglio 2013, Leonardo BOFF ha spiegato che il nuovo «papa» è vicino al  movimento della Liberazione, maturato in Argentina, «come teologia del popolo, e portata avanti dal gesuita Scannone, quando Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires.

Alcuni anni fa, nel “Centro per la Teologia della Liberazione”, la Facoltà di Teologia dell’Università Cattolica di Lovanio, la questione sollevata era se la teologia della liberazione avesse cambiato paradigma dal socio-economico al culturale. La risposta è stata “no”, perché il primo rimane corrente come mai prima. Ho chiesto a Gutiérrez, e mi ha detto che – al massimo – c’è stato un cambiamento di enfasi, ma che – a suo parere – la cultura fosse stata presente fin dall’inizio. Se ci fosse qualcuno che volessi opporre la Teologia della cultura alla teologia della liberazione, stimava che dovesse attaccarsi alla seconda, senza ingiustizia a nessuna delle due. “Attualmente esiste in Argentina una nuova generazione di teologi e di teologhe, che seguono la breve ma fruttuosa tradizione della teologia latino-americana e argentina, cercando di rispondere alle sfide teologiche e pastorali di oggi”. Scannone è autore dei seguenti libri: «Irrupción del pobre y que hacer filosófico»; «Lo político en América Latina»; «Filosofar en situación de indigência» e «Religion y nuevo pensamiento» (Barcelona, 2005).

«CULTURA MODERNA CREATIVA»: CHIAVE PER APRIRE GLI ABISSI

Non c’è dubbio che attraverso l’«aggiornamento» della cultura, specialmente legata alla religiosità, si arriva ad ogni meta ideologica, si pensi a Gramsci e alla Scuola di Francoforte. Lo scopo era implicito: minare la cultura cristiana del così detto Occidente. Per quanto riguarda l’America Latina, questo programma, come si è visto, segue il modernismo europeo, che ha per meta il nuovo mondo ancora in parte digiuno delle rivoluzioni nei paesi «evoluti».

Ci siamo. Ciò, e molto altro è portato adesso a Roma, nel senso di cambiare, se non invertire quanto sembrava intoccabile. Basta sapere che il card. Muller, fino a poco d’accordo perfino con le aperture di Gustavo Gutierrez, ricevuto in Vaticano con tutti gli onori (vedi IL VATICANO CONCILIARE SVELA LA SUA LIBERAZIONE DALLA TEOLOGIA CATTOLICA), ora è scaricato perché troppo rigido nelle sue risposte alle domande libertarie di Bergoglio.

Eccole. (Marco Tosatti, 11-07-2017) ll sito americano OnePeterFive, per la penna di Maike Hickson, rivela come Bergoglio “liquidò” in meno di cinque minuti il cardinale Muller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il porporato tedesco è stato chiamato al Palazzo Apostolico il 30 giugno, e vi si è recato con i dossier di lavoro, pensando che l’incontro sarebbe stato una sessione di ufficio. Il Pontefice gli disse che aveva cinque domande da porgli.

Qui sotto diamo una nostra traduzione delle parti che ci sembrano più interessanti. 1) Lei è a favore, o contro, il diaconato femminile? Sono contro, rispose il cardinale. 2) Lei è a favore, o contro, l’abbandono del celibato sacerdotale? Naturalmente sono contro, fu la risposta. 3) Lei è a favore, o contro , le donne sacerdote? Sono molto decisamente contro, rispose Müller.  4) Lei vuole difendere Amoris Laetitia? Sì, nella misura in cui è possibile per me. Ci sono ancora ambiguità. 5) Lei vuole ritirare la sua protesta riguardo al licenziamento di tre dei suoi impiegati? Müller rispose: Santo Padre, questi era uomini buoni e senza macchia, di cui sento la mancanza, e non è stato corretto licenziarli sopra la mia testa, poco prima di Natale, così che dovettero liberare gli uffici il 28 dicembre. Ne sento la mancanza.

Allora Bergoglio rispose. “Bene. Cardinal Müller, volevo solo farle sapere che non estenderò il suo mandato (oltre il 2 luglio, N.D.R.) come Prefetto della Congregazione per la Fede”. Nella carica per la «nuova fede», che per 24 anni fu di Ratzinger, siederà l’arcivescovo Ladaria, 73 anni di Maiorca, gesuita come Bergoglio. Consultore dell’ex Sant’Uffizio, ne è diventato segretario nel 2008 e poi nominato presidente della Commissione di studio sul Diaconato delle donne: a Radio Vaticana sottolineò che volontà di Bergoglio: che “il ruolo delle donne sia sempre più valorizzato” in ambito ecclesiale. La Chiesa, diceva, “deve trovare il modo di farsi sempre più presente” e qui “la presenza della donna può essere decisiva”. Ladaria è visto da Bergoglio come personalità in grado di elaborare una teologia in linea con la sua di “Chiesa in uscita”; della conversione pastorale a una nuova comunità ecclesiale meno rigida sui principi, anche di vecchia matrice gesuitica.

La paradossale guerra religiosa a lungo termine va avanti nell’onda di questo programma anticattolico. Si sa cosa il capo dell’esercito «cattolico» vuole colpire; si sa che l’interpretazione ritenuta antidottrinale e antievangelica della «Amoris letitia» è quella voluta e da ritenere senza contestazioni. Si sa che «l’anticristo in Vaticano» è pure tirannico. Si sa quasi tutto sulla guerra presente, ma si fa finta di non sapere che è il più grande imbroglio della Storia perché il «capo» di fatto delle forze nemiche è lo stesso «capo» delle forze amiche! L’anticristo in veste papale, cioè quello che le maggioranze clericali fanno ritenere come l’«inviato» dal Signore, ma ora non più per confermare la Sua Fede, ma per indottrinarci nella sua «resa demoniaca».

La guerra della più colossale impostura, da Giovanni 23 ad ora, è quella del «colosso conciliare», tutt’uno col mondo ma dai piedi d’argilla; esso crollerà di colpo, colpito da una piccola pietra che il Signore ’staccherà dal Monte Sacro della Sua Volontà di Bene e Verità, nell’ora che solo LUI conosce (cf Dn 2). Allora, trionferà sull’impostura il luminoso Regno dei Sacri Cuori.

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