Galantino accelera su Lutero: “Opera dello Spirito Santo”

Condividi su:

CHIESA/RELIGIONE CONCILIARE

Segnalazione di F.F.

Galantino parla della riforma di Lutero come di “un’opera dello Spirito Santo”. Le parole del segretario Cei che faranno discutere

di Francesco Boezi

Monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, ha esaltato Lutero e la sua riforma intervendo alla Pontificia Università Lateranense in un convegno, “Passione per Dio”.

Spiritualità e teologia della Riforma a 500 anni dal suo albeggiare”, promosso dall’ateneo vaticano, citando, per mezzo della lettura di un passo, l’autore della riforma: “Mi sono schierato contro tutti i papisti, contro il Papa e le indulgenze ma solo predicando la Parola di Dio. E quando io dormivo la parola di Dio operava tali cose che il Papa è caduto”. Una frase storicamente considerata come offensiva nei confronti del Papa.

Galantino si è poi soffermato sulla figura e sull’opera del riformatore: “La Riforma avviata da Martin Lutero 500 anni fa è stata un evento dello Spirito Santo“, ha sottolineato il segretario della Cei. Una novità quasi assoluta per la Chiesa cattolica, dato che il solco generato dalla riforma luterana è durato per 500 anni. Aggiunge, ancora, Monsignor Galantino: “Ecclesia semper reformanda numquam deformanda” (la Chiesa è sempre da riformare mai da deformare). Tuttavia, i contrari a questa tesi, potrebbero far notare che Lutero non ha riformato la Chiesa, ma ne ha creata una diversa e, in qualche modo, alternativa a quella cattolica.

Frasi storiche, dunque, probabilmente tese ad alleggerire le differenze tra la Chiesa cattolica e quella protestante. Quelle stesse differenze che il Concilio di Trento, proprio in funzione della riforma di Lutero, aveva rimarcato con decisione. Il Vaticano II, com’è noto, ha poi ridotto le distanze soprattuto riguardo al tema della salvezza per giustificazione per sola fede, mantenendo intatti però i distinguo sui sacramenti, sulla gerarchia ecclesiastica (tra cui il primato stesso del Papa che i luterani non riconoscono) sulla successione apostolica e, ancora, sulla salvezza delle anime, che per il cattolicesimo passa anche per mezzo delle opere.

Galantino, poi, ha ricordato il gesto di Papa Francesco a Lund, quando, nel pellegrinaggio in Svezia per i 500 anni della Riforma: “…ha firmato dichiarazione congiunta per superare i pregiudizi vicendevoli che ancora dividono cattolici e protestanti”. Sempre Bergoglio, poi, ha riconosciuto a Lutero il merito di “voler rinnovare la Chiesa, non dividerla”. E sul foglietto pubblicato dalle paoline per la messa dello scorso primo ottobre, inoltre, era apparso “un elogio a Martin Lutero e alla sua apertura allo straniero”, scrive Claudio Cartaldo in questo pezzo.

Dopo l’accelerata sullo Ius soli, insomma, Galantino sembra aver messo il piede sull’acceleratore anche per Lutero e la riqualificazione della sua riforma. Secondo gli accusatori di questa nuova visione sul luteranesimo, si starebbero minando le fondamenta dottrinali della Chiesa. Benedetto XVI, venerdì 23 settembre 2011, all’interno di un incontro con i rappresentanti del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania, ad Erfurt, si era così espresso su Lutero: “Ciò che non gli dava pace, era la questione su Dio, che fu la passione profonda e la molla della sua vita e dell’intero suo cammino. “Come posso avere un Dio misericordioso?”: questa domanda gli penetrava nel cuore e stava dietro ogni sua ricerca teologica e ogni lotta interiore”. E ancora: “Per Lutero la teologia non era una questione accademica, ma la lotta interiore con se stesso, e questo, poi, era una lotta riguardo a Dio e con Dio”. Nel discorso di Ratzinger, emergeva quindi la tensione cristocentrica di Lutero. Ma Benedetto XVI sottolineava anche che la diffusione di un cristianesimo “con un immenso dinamismo missionario, a volte preoccupante nelle sue forme” e l’assenza di Dio nella società contemporanea, la secolarizzazione e l’annacquamento della fede potevano minare le basi della comunione tra fede cattolica e fede protestante.

Due visioni diverse dunque, quella di Papa Benedetto XVI e di Monsignor Galantino, seppure in continuità sotto il punto di vista della necessità del dialogo interreligioso. Il primo risulta essere più attento ai rischi derivanti da quel proselitismo che tanto opera in Sud America e che Papa Francesco ha definito una “solenne sciocchezza”, più aperturista e conciliante quello di Galantino, che è arrivato a definire la riforma luterana: “Opera dello Spirito Santo”.

Fonte: http://www.ilgiornale.it/news/cronache/galantino-accelera-su-lutero-opera-dello-spirito-santo-1454696.html

13 Risposte

  • Cristianamente parlando , penso che lo stato di malattia mentale abbia molte più contiguità con l a possessione diabolica , di quanto si ammetta .

  • Se Martin Lutero , il morto suicida, fosse stato in pace non avrebbe modificato le credenze stabilite nei secoli dalla chiesa che era Una sola !
    Ed i protestanti reciterebbero lo stesso Credo !
    Invece anche Ratzinger, altro “papa” pseudocattolico, ovvero il teologo del Tubinga, ci mette il suo fiato per emettere sciocchezze come quella che “il bue e l’asinello sono solo una tradizione letteraria”.
    Perchè il famoso “teologo” del tubinga, tanto osannato da alcuni, dopo la sua rinuncia, considerava, evidentemente, San Giuseppe come un povero scemo che fece fare alla sua sposa Maria Santissima, tanti chilometri a piedi, non a dorso di asino !!!! E con questo, credo di aver delineato la figura di Ratzinger..

  • Se gli piace andare all’Inferno con Lutero vada pure ma da solo. Continuare ad ascoltare questi falsi cattolici è tempo perso. Uscire da queste mura occupate da bestemmiatori, eretici e scismatici è dovere di ogni buon Cattolico Apostolico Romano. Profeti, furono, Mons. Marcel Lefbvre, Mons. de Castro Mayer, Mons. Pier Martin Ngo Thuc e pochi altri. Grazie a loro oggi possiamo, nel mondo, trovare ancora piccoli gruppi seguire la Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Fu il coraggio di Mons. Lefebvre nel consacrare 4 vescovi il 30 giugno 1988 a darci questa grande possibilità. Grazie a questo eroico e lungimirante Vescovo, i suoi veri seguaci, non seguono più la Grande Meretrice, scacciati dalle chiese, che furono dei Cattolici, professano la Fede Cattolica Apostolica Romana tramandata e professata per quasi 20 secoli, in locali costruiti con propri mezzi. Aspettando il trionfo di Maria promesso nelle profezie che certamente non mancherà.

  • @Staff Christus Rex :avete ragione , è se non il Problema , uno dei problemi del mondo Tradionalista .

  • @Ranieri, accomunare Mons. Lefebvre (ufficialmente sedeplenista fino alla morte) con Mons. de Castro Mayer e Mons. Pier Martin Ngo Thuc (ufficialmente sedevacantisti) è un azzardo che noi di Christus Rex non condividiamo. Il vero coraggio fu, ad esempio, la “dichiarazione di Monaco” fatta da Mons. Thuc già nel 1982. E’ bene ricordare che l’albero buono (con questo non vogliamo certamente sostenere che Mons. Lefebvre abbia compiuto solo errori, anzi) si riconosce dai frutti. Se oggi abbiamo ancora vescovi e sacerdoti INTEGRALMENTE Cattolici, che non scendono a compromessi di alcun genere con la Roma modernista lo dobbiamo a questo vituperato e controverso, “piccolo” vescovo orientale. Mons. De Castro Mayer, sulla base dei documenti e delle testimonianze storiche fu molto più eroico e lungimirante di Mons. Lefebvre. Ebbe, infatti, minori disponibilità e mediaticità. Ma non possiamo, sul piano storico e teologico, accomunare questi tre vescovi come se fossero stati entrambi sulle stesse posizioni ed avessero lasciato la stessa eredità spirituale. Questo sarebbe scorretto.

  • Si possono fare tante discussioni in merito, resta il fatto inconvertibile che senza vescovi non si consacra sacerdoti e Mons. Marcel Lefebvre ne ha consacrati 4, uno in più del programmato. Consacrare Vescovi contro la volontà di Roma, vale più di un proclamo. Ricevette la scomunica a divinis. Non voglio togliere niente a nessuno, a ciascuno il suo. Mons. Lefebvre, considerando i tempi e il magistero acattolico silente, quanto accanito contrario e demolitore dell’opera , è da considerarsi un eroe. Ho potuto visitare la sua grande opera costruita contro la volontà romana. Certo senza mezzi non si costruisce neppure una cappellina, ne sono alle prove. Se ha avuto degli aiuti significa che i benefattori lo stimavano e avevano fiducia in Lui. Oggi veri sedevacantisti sono pochissimi nonostante il moltiplicarsi delle bestemmie, eresie da parte di Francesco I.
    Fra poco verrà sostituita la Santa Messa con la ” cena ricordo “. Constatiamo che i fedeli e il magistero restano ancorati alla contro-Chiesa.Siamo purtroppo pochissimi a sostenere una linea intransigente a favore della Verità a fronte di modernisti eretici agguerriti e sostenuti, anche finanziati, da forze occulte potentissime. Cerchiamo di combattere uniti per la Verità.

  • Rispondo allo Staff “Christus Rex”. Si possono fare tante discussioni in merito, resta il fatto inconvertibile che senza vescovi non si consacra sacerdoti e Mons. Marcel Lefebvre ne ha consacrati 4, uno in più del programmato. Consacrare Vescovi contro la volontà di Roma, vale più di un proclamo. Ricevette la scomunica a divinis. Non voglio togliere niente a nessuno, a ciascuno il suo. Mons. Lefebvre, considerando i tempi e il magistero acattolico silente, quanto accanito contrario e demolitore dell’opera , è da considerarsi un eroe. Ho potuto visitare la sua grande opera costruita contro la volontà romana. Certo senza mezzi non si costruisce neppure una cappellina, ne sono alle prove. Se ha avuto degli aiuti significa che i benefattori lo stimavano e avevano fiducia in Lui. Oggi veri sedevacantisti sono pochissimi nonostante il moltiplicarsi delle bestemmie, eresie da parte di Francesco I.
    Fra poco verrà sostituita la Santa Messa con la ” cena ricordo “. Constatiamo che i fedeli e il magistero restano ancorati alla contro-Chiesa.Siamo purtroppo pochissimi a sostenere una linea intransigente a favore della Verità a fronte di modernisti eretici agguerriti e sostenuti, anche finanziati, da forze occulte potentissime. Cerchiamo di combattere uniti per la Verità.

  • Egregio Sig. Ranieri, su questo punto occorre massima chiarezza, per questo ci teniamo e rispondiamo ancora una volta. Consacrare vescovi senza il permesso di chi si considera ufficialmente il legittimo Sovrano Pontefice è un atto scismatico. Non lo diciamo noi, ma il Diritto. Consacrare vescovi, dopo aver dichiarato eroicamente la Sede Vacante, anche da solo come ha fatto Mons. Thuc nel 1982 (Mons. Lefebvre aveva con lui Mons. de Castro Mayer, che l’avrebbe seguito tranquillamente, e sarebbero stati in due…) è un atto dovuto per grave stato di necessità (l’assenza della massima autorità nella Chiesa). Quindi non si tratta della necessità di un proclama – come dicono i lefebvriani giustificazionisti dell’ingiustificabile! – ma di un “atto dovuto” per poter procedere alle consacrazioni in stato di grave necessità. Questo non è stato fatto per motivi diplomatici. Per non rompere del tutto con la Roma modernista. Rottura che non avvenne neppure dopo il 1988. Questo atteggiamento diplomatico che ha portato ad un atto, di per sè, scismatico, ha prodotto DIVISIONI, SCISSIONI o la CACCCIATA dei sedevacantisti dichiarati e risaputi dalla FSSPX e i cosiddetti accordisti o infiltrati ai vertici. Quest’ultimi hanno trascinato, dopo la morte di Mons. Lefebvre, a piccoli passi, quest’opera, nata nel 1971 con l’assenso di Montini, verso il baratro dell’abbraccio mortale con i conciliari. Tutto sempre clericalmente de facto, per non dare nell’occhio e per ingannare i buoni e i semplici. Nella sostanza, riteniamo, sulla base dei dati storici, che Mons. Lefebvre avesse in mano un forziere con dentro un tesoro che la sua pavidità e il suo atteggiamento diplomatico hanno trattato come un sacco con dentro le patate.
    Ricordi, in senso generale, che per quanto riguarda i fondi ci sono due tipi di persone: 1) Gli uomini di vera Fede, che lavorano, secondo il loro stato, nella Vigna del Signore e raccolgono i frutti che la Provvidenza non gli fa mancare. 2) Gli uomini che usano mezzi quali il compromesso, la diplomazia, la politica politicante, se non peggio, per ottenere ciò che vogliono. Sempre in generale, attenzione ai lupi travestiti da agnelli!
    Quindi stiamo tutti uniti nella Verità, ma scaltri come i serpenti e attenti alle mele marce.

  • Egregio Sig. Ranieri, su questo punto occorre massima chiarezza, per questo ci teniamo e rispondiamo ancora una volta. Consacrare vescovi senza il permesso di chi si considera ufficialmente il legittimo Sovrano Pontefice è un atto scismatico. Non lo diciamo noi, ma il Diritto. Consacrare vescovi, dopo aver dichiarato eroicamente la Sede Vacante, anche da solo come ha fatto Mons. Thuc nel 1982 (Mons. Lefebvre aveva con lui Mons. de Castro Mayer, che l’avrebbe seguito tranquillamente, e sarebbero stati in due…) è un atto dovuto per grave stato di necessità (l’assenza della massima autorità nella Chiesa). Quindi non si tratta della necessità di un proclama – come dicono i lefebvriani giustificazionisti dell’ingiustificabile! – ma di un “atto dovuto” per poter procedere alle consacrazioni in stato di grave necessità. Questo non è stato fatto per motivi diplomatici. Per non rompere del tutto con la Roma modernista. Rottura che non avvenne neppure dopo il 1988. Questo atteggiamento diplomatico che ha portato ad un atto, di per sè, scismatico, ha prodotto DIVISIONI, SCISSIONI o la CACCCIATA dei sedevacantisti dichiarati e risaputi dalla FSSPX e i cosiddetti accordisti o infiltrati ai vertici. Quest’ultimi hanno trascinato, dopo la morte di Mons. Lefebvre, a piccoli passi, quest’opera, nata nel 1971 con l’assenso di Montini, verso il baratro dell’abbraccio mortale con i conciliari. Tutto sempre clericalmente de facto, per non dare nell’occhio e per ingannare i buoni e i semplici. Nella sostanza, riteniamo, sulla base dei dati storici, che Mons. Lefebvre avesse in mano un forziere con dentro un tesoro che la sua pavidità e il suo atteggiamento diplomatico hanno trattato come un sacco con dentro le patate.
    Ricordi, in senso generale, che per quanto riguarda i fondi ci sono due tipi di persone: 1) Gli uomini di vera Fede, che lavorano, secondo il loro stato, nella Vigna del Signore e raccolgono i frutti che la Provvidenza non gli fa mancare. 2) Gli uomini che usano mezzi quali il compromesso, la diplomazia, la politica politicante, se non peggio, per ottenere ciò che vogliono. Sempre in generale, attenzione ai lupi travestiti da agnelli!
    Quindi stiamo tutti uniti nella Verità, ma scaltri come i serpenti e attenti alle mele marce.

  • Vi ringrazio per le vostre risposte, fortemente gradite. L’argomento è di estrema importanza per capire la strada da seguire per un vero Cattolico Apostolico Romano. La Chiesa costituita da Cristo non può essere che: “Una, Santa, Cattolica e Apostolica”. Roma ha perso la Fede non è più Cattolica. I lefebvriani che cercano accordi con Roma apostata e i lefebvriani che vedono Roma come la Meritrice. Tre chiese diverse (spero non ne siano delle altre). Ora una sola può essere la Chiesa di Cristo, nonostante gli errori di Mons, Lefebvre. Nessuna delle tre è impossibile altrimenti le porte degli inferi avrebbero vinto. Quale delle tre?

  • La Chiesa nei suoi caratteri visibili: “Una, Santa, Cattolica e Apostolica”. Là c’è la Chiesa. Senza dubbio alcuno, per il dogma dell’indefettibilità fino alla fine dei tempi.
    E’ contraddittorio, per i motivi già esplicitati, definirsi lefebvriano e vedere Roma come Meretrice. Poiché la Roma occupata dai modernisti è Meretrice, restiamo Cattolici Apostolici Romani integrali q quindi non possiamo essere al contempo lefebvriani, poiché Mons. Lefebvre aveva una posizione pubblica e ufficiale gallicana e fallibilista.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *