di Lucia Rezzonico
Un autentico successo di qualità e pubblico per la conferenza di ieri sera a Verona presso la palazzina comunale locata al Gruppo Sportivi Veterani Veronesi, di cui i militanti di “Christus Rex-Traditio” sono Soci dall’Agosto del 2016 e da Gennaio 2017 esprimono due membri nel Direttivo.
E’ proprio Pierluigi Tisato, Presidente del G.S.V.V. a fare gli onori di casa, con un breve saluto ed un ringraziamento al Circolo, che come da statuto dei Veterani, porta un surplus di cultura all’interno della palazzina, già sede INAIL negli anni trenta.
Poi il Responsabile Matteo Castagna ha introdotto il relatore, neo-militante di “Christus Rex – Traditio” Giacomo Bergamaschi, che ha letto il commovente messaggio di Alberto Guareschi, figlio di Giovannino, troppo spesso dimenticato perché figura che prude alla nomenklatura. Poi, Castagna ha comunicato i saluti pervenuti dall’Amministrazione Comunale scaligera, assieme agli auguri di buon Natale e Felice anno nuovo, tramite l’Assessore allo Sport e tempo libero Filippo Rando e il Consigliere Comunale Avv. Andrea Bacciga.
Di fronte ad una sala piena di militanti e simpatizzanti, Giacomo Bergamaschi ha ricordato i tratti principali della figura di Giovannino Guareschi, del suo “don Camillo e Peppone” che vuole rappresentare una dicotomia tipica dell’uomo, tra fede e sofferenza, in un percorso di purificazione dell’anima che deve rigettare ogni forma di modernismo e materialismo. Bergamaschi delinea i tratti de “Il Mondo Piccolo”, di un Guareschi segnato dalla prigionia nei lager nazisti, per essersi rifiutato di seguirli dopo l’8 settembre ’43 per una scelta intima e personale di una promessa fatta a Dio di non voler cedere agli errori anticattolici dell’ideologia nazista. Proprio lui, che fu fascista durante il Regime e stimato umorista, sagace soprattutto nei confronti degli eccessi della propaganda di Starace, ma che non venne mai neppure sfiorato da alcuna forma di censura. Cosa che, invece, avvenne nel 1948 con il democratico leader D.C. Alcide De Gasperi, che lo denunciò per diffamazione per averlo accusato di aver favorito il bombardamento di Roma da parte degli Alleati e Giovannino si fece 400 giorni di prigione.
Un messaggio sempre attuale, quello di Giovannino Guareschi – ha concluso Bergamaschi, il cui nonno era amicissimo del grande scrittore – che incarna l’anti-intellettualismo e ne fa la sua forza attraverso la concretezza di una Fede profonda e personale, ancorata nella Tradizione, nell’anti-modernismo e nel netto rifiuto del materialismo, fatta soprattutto di coraggio e di lotta. Non era un teologo, neppure un letterato, ma riusciva a trasmettere la fede cattolica incorrotta e ad utilizzare l’ironia verso i suoi nemici, considerando certamente peggiori i modernisti, ovvero i farisei e gli ipocriti del cristianesimo ancor più dei materialisti. Splendida è l’immagine del vero sacerdote, come “Alter Christus”, uomo di Fede e Carità, non di interessi personali, menzogne e falsità.
Questa semplicità, abbinata alla sagacia fecero di lui un autentico cristiano impegnato pubblicamente, che pagò lo scotto peggiore per le sue opinioni non solo sotto un regime dittatoriale, ma soprattutto sotto quello democratico che già guardava a sinistra, con la contrarietà di Sua Santità Pio XII. Il suo successo è caratterizzato da 20 milioni di libri venduti e dal fatto d’essere lo scrittore italiano più tradotto in assoluto. Alla faccia dell’oblio in cui è stato relegato, a partire dalla scuola, perché scomodo e controcorrente.
Altre foto e un breve video sulla pagina Facebook Christus Rex – Traditio: