Segnalazione di F.F.
di Maurizio Blondet
“La UE deve scalzare la omogeneità nazionali … società di migranti si adattano più prontamente a chi viene da un diverso mondo culturale … è cruciale per la crescita economica”. Come ho raccontato nell’articolo del 27 dicembre, è questa l’idea centrale di Peter Sutherland, l’uomo Bilderberg e Goldman Sachs che El Papa ha messo a capo del suo organo a favore delle migrazioni di massa.
Ovviamente è anche l’idea di “Francesco”; come della Boldrini, del senatore Manconi (“Accogliamoli tutti!”), dei Gad Lerner e di tutte le sinistre mediatico-umanitarie e dei misericordiosi neo-cattolici: il senso di appartenere ad una comunità storica da salvaguardare è un atteggiamento “egoista”, e peggio, un ostacolo all’aumento della prosperità; il rifiuto della commistione di popolazioni e “culture”, e dell’apertura senza limiti delle frontiere, oltre che un riflesso regressivo illusorio (perché “non c’è alternativa” alla globalizzazione), produce chiusure e quindi declino.
Robert Putnam
La prima opera fondamentale di Putnam riguarda molto da vicino noi e le nostre magagne: Making Democracy Work: Civic Traditions in Modern Italy, (Far funzionare la democrazia: tradizioni civiche nell’Italia moderna), dove dimostra che la prosperità delle regioni del Nord Italia dipende dalla loro storia di associazioni, gilde, scopi comuni condivisi, legami orizzontali reciproci, che ha indotto un maggiore coinvolgimenti civico e soluzione collettiva dei problemi. Mentre la società agraria del Meridione dominata dal latifondo è meno sviluppata – non solo in quanto ad economia, ma in quanto a vivacità democratica – perché ha meno “capitale sociale”, appunto inteso come quella “rete di norme e impegno civico che induce i membri di una comunità a fidarsi l’uno dell’altro, a contare genericamente di non essere fregato dal vicino.
La diversità etnica porta a chiudersi
Ebbene: la sua più recente ricerca sociologica fatta su 41 siti americani comprendenti 30 mila persone, Putnam l’ha cominciata condividendo l’utopia progressista “diversità porta arricchimento”, e allo scopo di confermarla “scientificamente”.
Ciò che ha scoperto, è il contrario. Che l’immigrazione e la diversità di culture non solo riducono il “capitale sociale” fra i gruppi etnici diversi, ma anche all’interno degli stessi gruppi “omogenei”: non solo non si fidano degli stranieri di diverso colore e religione, non si fidano più nemmeno dei loro simili. Di conseguenza, si riduce la fiducia anche verso il vicino del proprio colore, gli atti di altruismo e di cooperazione comunitaria si fanno più rari e così le amicizie. Dai quartieri di Chicago a Los Angeles fino al Sud Dakota contadino, deve riconoscere Putnam, “la gente che vive in ambienti etnicamente diversi si chiude (hunkerdown) come fanno le tartarughe” che si ritraggono nel carapace. E non basta: “si ritirano anche dagli amici vicini, tendono ad aspettarsi il peggio anche dalla propria comunità e dai suoi leaders, tendono a collaborare meno, a fare meno volontariato”; persino, hanno meno cura dei beni pubblici, come non sprecare acqua o tenere il giardinetto, o occuparsi della manutenzione della strada, perché pensa che, tanto, gli altri sprecano e non curano; non si aspetta che gli altri coopereranno spontaneamente a risolvere i problemi del quartiere.
E ancora non basta: “Si registrano meno per votare e votano meno, si agitano di più per “cambiare la società” ma con meno fiducia di poter davvero cambiare le cose, e finiscono per agglomerarsi, infelici, davanti alla tv”.
Ricorda qualcosa?
Ha scoperto l’acqua calsa? Ma scientificamente
Senza stupore, scopriamo così che l’idea “diversità = arricchimento” che ci viene imposta da tutte le sinistre è “ideologia”, nel senso deteriore: una anti-scientifica razionalizzazione di sentimenti e impulsi che essa ritiene “morali” proprio perché negano la realtà concreta, per le sinistre “bassa” ed egoistica.
Possiamo anche valutare l’ennesimo disastro sociale che l’ennesima ideologia adottata dal progressismo totalitario imperante sta producendo su una società, quella italiana, dove già è tragicamente scarso il “capitale sociale” . I governi, le entità sovrannazionali globalizzatrici, ed adesso El Papa ci stanno imponendo una “diversità” “accoglienza” e “riduzione delle omogeneità” che non possono che aggravare il generale “hunkering down”, ritrarsi a tartaruga, la non-partecipazione politica, la paura e diffidenza del vicino, il rarefarsi della collaborazione spontanea, e la sfiducia (impotente) nei governanti e governanti di ogni livello.
Si dovrebbero trarre le conclusioni sulla evidente pericolosità sociale essenziale dell’essere “di sinistra”: appena compare una ideologia, la sinistra la adotta e la impone agli altri con la superiorità moralistica che la rende inflessibile: l’ha fatto col marx-leninismo, ora lo fa col gender, coi “diritti gay”, con l’accoglienza degli immigrati, con “abbattiamo ogni confine”, con l’adesione al globalismo voluto dal grande capitale finanziario – sempre senza riconoscere i disastri umani che le ideologie producono nella compagine sociale concreta, realmente esistente.
Questa pericolosità è dimostrata dallo stesso Putnam, che è ovviamente un progressista (e si è pure convertito all’ebraismo della sua consorte): giunto alla prova scientifica (secondo i criteri popperiani), ossia avendo “falsificato” la teoria cui credeva, egli ha ritardato anni a pubblicare lo studio che dimostrava gli effetti (per lui) sorprendentemente negativi della “diversità”, perché “temeva” (parole sue) che potessero portare acqua al mulino dei contrari nel “dibattito pubblico sull’immigrazione”. Insomma aveva sottratto al dibattito pubblico elementi di verità. Di fronte alle proteste dei colleghi sociologi, che gli chiedevano se ritenesse etico, come docente e scienziato, sopprimere dati che gli erano sgradevoli, ha detto al Financial Times che aveva ritardato la pubblicazione delle sue scoperte fino a quando non avesse elaborato “proposte per compensare gli effetti negativi della diversità”, ossia di cucinare qualche giustificazione ideologica cosmetica. Infatti, dovendo alla fine pubblicare (la ricerca era costata un occhio all’Università di Harvard) ha aggiunto alla pubblicazione un finale che ha titolato “Becoming Comfortable with Diversity”, ossia “sentirsi a proprio agio nella diversità”. Imperdonabile, ammette in una nota che “gli effetti reali della diversità sul ritrarsi sociale può essere stato sottostimato”. In Nota.
(vedere qui: https://www.ft.com/content/c4ac4a74-570f-11db-9110-0000779e2340#axzz24HMFQrIc
(Per lo studio di Putnnam finalmente pubblicato: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/j.1467-9477.2007.00176.x/abstract;jsessionid=7EFB9384BA3
D4B2CDA2F95621443F976.f04t02
E’ morale non diffondere dati che smentiscono la ideologia dominante? Per uno scienziato, no. Ma per un ideologo sì – e ciò dimostra ancora una volta perché il dominio politico-culturale delle sinistre non solo sbocca, ma fin dall’inizio volge al totalitarismo: ne è essenziale la soppressione della verità, non tollera antagonismi alla sua ideologia, l’ultima di moda che ha adottato. Il linguaggio politicamente corretto che impone è già uno strumento totalitario, perché punta a vietare l’espressione di idee antagoniste alla propria.
Se l’ideologo totalitario è anche Papa (si fa per dire…n.d.r.)
Per contro, loro, gli ideologi, si permettono qualunque offesa alle altrui convinzioni. Lo stesso Sutherland, in una intervista all’ufficio stampa dell’ONU, ha deriso e schernito la nozione stessa di sovranità nazionale. I governi devono riconoscere che “la sovranità è una illusione, una illusione assoluta che dobbiamo lasciarci alle spalle. I tempi in cui ci si riparava dietro confini e steccati sono da lungo tempo finiti”.
Con un salto logico tipico (lo stesso argomento ha usato anche Gad Lerner), Sutherland ha accusato gli Stati che in Europa pongono un tetto al numero delle ammissioni di immigrati di “ricordare direttamente il tipo di tetto che il Terzo Reich pose alla popolazione ebraica”. Da qui all’accusa a Orban di compiere un Olocausto, manca un passo. Che sarà sicuramente compiuto. A dimostrazione ulteriore che “la Sinistra fa sempre il gioco del grande capitale, a volte perfino senza saperlo” (Oswald Spengler).
Bergoglio con il banchiere dell’accoglienza senza limiti
La comparsa rumorosa e senza precedenti di un Papa ideologico, di sinistra libertaria, applaudito dal mondo, pone un ordine di problemi persino più gravi della pura e semplice imposizione del totalitarismo laicista. Il perché lo spiega un mio lettore ed amico, Stefano, docente di filosofia tomistica in una università europea. Commentando lo sproloquio di Bergoglio “Gli europei non sono una razza nata qui, hanno radici migranti”
Stefano mi scrive cosa si nasconde, filosoficamente, nell’odio di Francesco alla cultura dei popoli europei. Gli lascio la parola:
Una cattolica in carcere. In Canada.
Come ha ricordato Mary Wagner in cella: “Non pensavo di poter continuare su questa strada e non so se l’avrei mai imboccata, senza il dono della fede e la grazia che Dio, grazia su grazia, che Lui mi ha dato”. A dire che da quando quel Bambino è nato la povertà e la sconfitta sono diventate solo apparentemente tali, nascondendo il sé un potere sul mondo che nessun altro credo conosce.
Benedetta Frigerio, “L’apparente contraddizione del Natale”, la Nuova Bussola Quotidiana
http://www.lanuovabq.it/it/lapparente-contraddizione-del-natale
Fonte: http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV2285_Blondet_Societa_multi-etnica.html
Articolo pubblicato sul sito dell’Autore
Da ora in poi cerchero’ di ricordare Mary Wagner !
deprecazione e disprezzo,invece, per gli agenti che la custodiscono, servi del Potere ! Degli altri che condannano non mi esprimo, se non augurando loro ogni punizione materiale e spirituale..