“Queering the Bible”: il college americano insegna a “storpiare la Bibbia”

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Segnalazione dell’Osservatorio gender

di Rodolfo de Mattei

“Queering the Bible” ovvero “storpiando la Bibbia”, questo è l’emblematico titolo di un corso al quale potranno iscriversi gli studenti di un prestigioso college privato statunitense di studi umanistici che si pone il dichiarato obiettivo di “destabilizzare gli assunti di di lunga data” sulla fede cristiana. In altre parole di smontare pezzo per pezzo l’insegnamento cristiano in fatto di sessualità a proprio uso e consumo.

Come si legge infatti sul sito del Swarthmore College, questo il nome dell’istituto universitario d’elité, nei dintorni di Filadelfia, fondato nel 1864 da un gruppo di quaccheri, il corso, previsto per il semestre autunnale del 2018, esaminerà le “letture queer e trans * di testi biblici“, introducendo gli studenti alla “complessità delle costruzioni di sesso, genere e identità attraverso uno delle più influenti opere letterarie prodotte nell’antichità“.

Gwynn Kessler

Il corso, tenuto da Gwynn Kessler, dottoressa di ricerca in studi rabbinici presso il Jewish Theological Seminary di New York, promette dunque ai suoi partecipanti di offrire una “innovativa” chiave di lettura dell’Antico Testamento in fatto di gender e sessualità: “Leggendo la Bibbia attraverso un approccio teoretico queer e trans*, la classe destabilizzerà gli assunti di lunga data riguardo a ciò che la Bibbia e la religione affermano su gender e sessualità”.

Non stupisce che la docente Kessler sia notoriamente lesbica, dal 2004 unita in “matrimonio” conTamara Ruth Cohen, come riportato a suo tempo dal New York Times nella sua sezione dedicata a matrimoni e celebrazioni.

“Queering the Bible” non è tuttavia l’unico programma “formativo” offerto dal dipartimento di religione di Swarthmore. Oltre a tale corso gli studenti dello storico college della Pennsylvania potranno infatti frequentare  anche “Queering God: Feminist and Queer Theology”, un corso che “esamina gli scritti femministi e bizzarri su Dio, esplora le tensioni tra teologia femminista e queer e cerca di estendere i limiti della sessualizzazione del divino”.

CRISTIANESIMO E OMOSESSUALITA’ ?

Le teorie divulgate dalla Kessler costituiscono l’improbabile tentativo di conciliare cristianesimo e, nel caso della docente del Swarthmore Collegeebraismo e omosessualità. Uno sforzo in Italia portato avanti alacremente dal progetto Gionata, membro a livello internazionale dell’European Forum of lesbian, gay, bisexual & transgender christian groups (Forum europeo dei gruppi cristiani di Lesbiche, gay, bisessuali & transgender) che, come si legge sul loro sito, si pone l’obiettivo di  “far conoscere il cammino che i credenti omosessuali fanno ogni giorno nelle loro comunità e nelle varie Chiese”.

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Nella loro sezione dedicata al tema “Bibbia Queer” una breve introduzione spiega come tale ossimorostia a significare un “necessario” cambio di prospettiva nella lettura dell’Antico Testamento:

“Parlare di un Dio queer significa parlare di una trascendenza foriera di trasformazione, di una fonte immanente di scompaginazione rivoluzionaria, per far emergere ciò che contraddice lo status quo, e dunque anche le norme che regolano la sessualità e il potere che ne deriva. Proprio i testi biblici che sono stati utilizzati per stigmatizzare le persone LGBT sono testi che, rileggendoli con attenzione, lottano contro la presunzione umana così rapida nel classificare, giudicare e condannare, percheé vogliono far riscoprire ai credenti che ci troviamo tutti nella stessa posizione di fronte a Dio, che tutti possiamo beneficiare della sua grazia. Ti va di rileggere queste pagine bibliche da una prospettiva queer?”

In uno dei testi pubblicati intitolato La Bibbia parla di Adamo ed Eva, perciò il matrimonio è solo tra un uomo e una donna?, tratto da Queer Grace – Encyclopedia per Cristiani LGBTQ (USA), viene dato un esempio di tale rilettura queer del passaggio della Genesi 2:18-25: 

“Questo testo della seconda creazione che si trova nella Genesi racconta la storia di Dio che cerca un aiuto adeguato per la prima creatura umana, Adamo. Dio lo vede e dice: “Non è bene che l’uomo sia solo”. Si narra di Dio che soddisfa il bisogno umano di compagnia e intimità. (…) Alcuni studiosi biblici sia cristiani che ebrei interpretano il testo di Genesi 2:20-25 quale affermazione che le relazioni eterosessuali sono le uniche ad essere naturali perché create da Dio. Quando è stato creato un aiuto/partner adatto per Adamo (un uomo), la sola persona adatta a questa intimità è stata Eva (una donna). Spesso si usa questo testo come una dichiarazione in favore dell’eterosessualità e, per estensione, contro l’omosessualità. Ad Adamo non è stato dato un partner maschio, ma uno femmina. Dio ha voluto le relazione maschio/femmina e non quelle omosessuali, quindi queste ultime sono innaturali.

Altri studiosi interpretano questo testo come un bisogno di compagnia e di intimità che però non dipende dal genere. Dio non ha creato una relazione eterosessuale: ha semplicemente creato una relazione. Questi studiosi affermano che Eva è stata creata come partner adatto per Adamo perché entrambi sono eterosessuali (o comunque attratti da un individuo di sesso opposto). Se Adamo fosse stato un uomo gay, l’unica scelta logica sarebbe stato un aiuto/partner maschio. Se fosse stata creata prima Eva, e fosse stata bisessuale, il suo partner avrebbe potuto essere di entrambi i generi. In questa interpretazione, la creazione di Eva non è un avallo all’eterosessualità, ma piuttosto la storia di come Dio soddisfa il bisogno che hanno le persone di compagnia e intimità”.

ESEGESI GENDER FRIENDLY

Alla luce di tali parole ci sembra azzeccato il titolo del “Queering the Bible” in quanto si tratta evidentemente di una esegesi biblica ideologica, volta unicamente a “storpiare” il significato autentico dei testi sacri limpidamente raffigurato dal celebre episodio delle città di Sodoma e Gomorra (Gen. 18, 20; 19, 12-13; 19, 24-28) incenerite da Dio a causa dei peccati contro natura di loro abitanti.

Se, nel corso dei secoli, la società ha mutato il suo giudizio e atteggiamento nei confronti dell’omosessualità, lo stesso non è avvenuto per la Chiesa cattolica, la quale fedele al suo Magistero dottrinale, non ha mai variato, nel corso di duemila anni, il suo insegnamento in materia  giudicando la pratica dell’omosessualità come un vizio contro natura, che provoca non solo la corruzione spirituale e la dannazione eterna degli individui, ma anche la rovina morale della società, colpita da un germe mortale che avvelena le radici stesse della vita civile. Nel corso dei secoli tale insegnamento è stato trasmesso e confermato interrottamente dalla Sacra Scrittura, dai Padri della Chiesa, dai santi Dottori e dai Pontefici.

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