L’ISTAT rivela che il femminicidio non esiste

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Segnalazione di Redazione BastaBugie

Parlare di femminicidio in tv e sui giornali serve solo a svilire la figura maschile, dipingendola come violenta e pericolosa, con l’intento di andare a intaccare il legame uomo/donna e distruggere dall’interno la famiglia
di Alba Mustela

(LETTURA AUTOMATICA)
Il problema del femminicidio, così come ce lo hanno dipinto, non esiste. Esiste l’omicidio, che è un’azione gravissima a prescindere dal fatto che porti alla morte di un uomo oppure di una donna.
Il cosiddetto “femminicidio”, che ha meritato pure l’introduzione di un neologismo coniato da Maria Marcela Lagarde, è un fenomeno massmediatico creato ad hoc: si parla con insistenza di un argomento, al fine di far credere alla gente che sia un’urgenza nazionale. E solitamente la gente ci crede. È lo stesso stratagemma utilizzato con le vaccinazioni: bisogna convincere li italiani dell’urgenza di introdurre i vaccini obbligatori? Parliamo a più riprese di persone che contraggono il morbillo o simili…

I REALI CONFINI DEL FENOMENO
Sulle colonne di ProVita abbiamo parlato molto del femminicidio, chiarendo i reali (… numerici!) confini del fenomeno e specificando come il numero degli omicidi riguardasse per circa i due terzi uomini – talvolta anche uccisi da donne, ma il “maschicidio” pare non abbia appeal mediatico… – e come, al tempo stesso, non tutti gli omicidi compiuti nei confronti di donne potessero rientrare nella fattispecie del “femminicidio” compiuto per mano violenta di un partner o ex partner che lo fa per motivi legati al sesso di appartenenza.
Forse per molti, nel fare questo, eravamo degli insensibili visionari, poco inclini alle quote rosa. Eppure in questi giorni sono stati pubblicati i numeri dell’Istat e, ohibò!, avevamo ragione.
Già l’UNODC (United Nations Office on Drugs and Crime), nell’ambito del Global Study on Omicide, nel 2005 le donne uccide erano state “solo” il 22,3% del totale e, nel complesso, l’Italia è tra le nazioni più sicure per il gentil sesso.
I dati Istat ci dicono che nel 2012 le donne vittime di omicidio erano state il 30,3%; nel 2013 il 35,7%; nel 2014 il 31,1% e nel 2015 il 30,1%. La percentuale, comunque sempre attorno a un terzo del totale, è dunque in calo. Entrando ancora più nel dettaglio, nel 2015 le donne uccise sono state 156.

LE MOTIVAZIONI
Se poi si va a vedere le motivazioni alla base dell’omicidio e chi ne è stato l’autore, si scopre che a poter rientrare nella categoria del femminicidio sono 74 casi. Sono tanti, non dovrebbero assolutamente esserci, ma sono un numero pari al 15% del totale degli omicidi compiuti in Italia nel corso dell’anno 2015. Quindi perché parlare con così tanta insistenza del fenomeno femminicidio?
Quel che si vede è un continuo tentativo di svilire la figura maschile, dipingendola come violenta e pericolosa, con l’intento di andare a intaccare il legame uomo/donna. Divide et impera, come ci insegna la storia da qualche secolo a questa parte. Si crea una società di persone sole, isolate, che non si fidano l’una dell’altra. Una persona singola è maggiormente “manovrabile”, consuma di più, ma soprattutto è innocua, non può fare nulla di incisivo.
Di fronte a questo occorre tornare a puntare sulla famiglia, prima e vera comunità educante che aiuta e sostiene i cittadini del domani a diventare veri uomini e vere donne.

Nota di BastaBugie: per approfondire il tema del femminicidio clicca qui.

Titolo originale: Femminicidio: l’ISTAT svela il fenomeno massmediatico?
Fonte: Notizie Provita, 07/07/2017

4 Risposte

  • ” Quel che si vede è un continuo tentativo di svilire la figura maschile, dipingendola come violenta e pericolosa, con l’intento di andare a intaccare il legame uomo/donna. Divide et impera, come ci insegna la storia da qualche secolo a questa parte. Si crea una società di persone sole, isolate, che non si fidano l’una dell’altra. ” PERFETTO ! “… Una persona singola è maggiormente “manovrabile”, consuma di più, ma soprattutto è innocua, non può fare nulla di incisivo. ” DISSENTO totalmente poiche’ una persona singola, se uomo, e’ libero di agire indistrubato senza ricatti su figli o moglie. Quindi puo’ agire come soldato o “martire” senza render conto a nessuno, se non a Dio !

  • Solo dei mentecatti potrebbero parlare di FEMMINICIDIO senza parlare anche di MASCHICIDIO: o li si cita e li si condanna entrambi nella stessa misura o SI TACE!
    https://www.messinamagazine.it/2018/02/28/oppido-mamertina-rc-una-donna-ha-ucciso-ieri-il-marito-nel-sonno/
    Perché i telegiornali e i politicanti buonisti non hanno tuonato contro questo vergognoso OMICIDIO definendolo un caso di maschicidio?
    Altrettanto stupidi sono coloro che dicono che bisogna combattere la violenza CONTRO LE DONNE!
    Perché specificare? La violenza contro gli uomini è forse meno grave?
    Si dovrebbe dire “COMBATTERE LA VIOLENZA” o “COMBATTERE LA VIOLENZA CONTRO LE PERSONE”…oppure ci vorrebbero dei giornalisti e dei telegiornalisti che controbilanciassero il tutto: c’è chi parla solo della violenza contro le donne? Allora ci vuole anche chi parli solo delle violenza contro gli uomini!
    Invece si sente condannare la violenza contro le DONNE, quella contro i BAMBINI, quella contro gli ANIMALI, quella contro l’AMBIENTE, ecc.: ma di quella contro gli UOMINI non si parla mai…alla faccia delle “pari opportunità” e dell’uguaglianza dei diritti: non sarà forse perché Dio si è fatto UOMO e che per distruggere la tanto odiata società patriarcale (e quindi cattolica) e tutte le Leggi divine c’è bisogno di demonizzare e di svilire la figura maschile?

  • Si esalta la donna perché?
    Chiedere ai Padri della Chiesa , loro sapevano .

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