Luigi Bisignani a IL TEMPO: In libro Veritas

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E’ sedeplenista, ma le sue osservazioni fanno riflettere.

di Luigi Bisignani

Nero su bianco i turbamenti vaticani (e la voglia di ribellione dei cardinali)

Caro direttore, ancora una volta è un libro a scuotere le disadorne stanze di Santa Marta, dove alloggia da cinque anni Papa Bergoglio. È una profonda riflessione sul Pontificato, non un libro scandalo, che esce nel giorno del quinto anniversario dall’elezione di Papa Bergoglio e sembra raccogliere i malumori di una curia e di un episcopato sempre più disorientati. A scriverlo,non un reporter alla ricerca di scandaletti   ma un giornalista di razza, Mauro Mazza, per anni al vertice delle testate Rai. “Bergoglio e pregiudizio” (Pagine editore,210 pagine) è stato scritto sulla base originaria di articoli e appunti d’occasione, successivamente assemblati o, più spesso, ampliati e riscritti. Un libro vergato da un cattolico coraggioso che lascia il lettore pieno di interrogativi. Nella sua impietosa carrellata tocca tutti i punti più controversi di questo quinquennio,dai divorziati agli omosessuali, dalle aperture in politica estera, soprattutto nei confronti degli ortodossi di Mosca, fino alle anomalie di alcuni centri di potere,come Comunione e Liberazione. Con la curiosità di un cronista e la visione di uno storico, Mazza non crede che possano arrivare, ma neanche esclude, eventuali dimissioni del Papa. «Era profondamente diversa», scrive Mazza,«la situazione vissuta con Benedetto XVI. Furono dimissioni clamorose e inattese. Eppure una sua rinuncia, pur con cosi pochi precedenti nella storia bi millenaria della Chiesa, era considerata realistica».

In realtà, le dimissioni di cui lo stesso Bergoglio aveva fatto cenno si sono scontrate con un fatto indiscutibile: la buona salute di cui gode il Papa Emerito. Se la coesistenza di due Papi (che alcuni importanti teologi vedono come parte integrante dello stesso ministero: uno orante, l’altro militante) è di per sé già un fatto surreale,quella di tre Papi rischia di diventare tragica. L’autore sottolinea come Francesco sia accusato di aver creato confusione nella dottrina e nei sacramenti – con due sinodi dei vescovi e con un’esortazione apostolica – in materia di comunione ai divorziati risposati. Allo stesso modo,gli viene attribuita la responsabilità di aver prodotto grave turbamento con quella sua domanda retorica «chi sono io per giudicare?» in tema di omosessualità. Ma l’accusa diventa quasi una condanna in tema di migrazione, quando si ricorda che «l’immigrazione fattasi invasione potrebbe cancellare l’identità dei popoli d’Europa e la civiltà un tempo cristiana». Mazza non gli risparmia nulla e ricorda come venga rimproverato a Francesco di «non aver saputo portare a termine nessuna delle riforme annunciate e di aver commesso una serie di errori affidando grandi responsabilità a personaggi non meritevoli,puntualmente rivelatisi inadeguati,incapaci e,talvolta,corrotti. Imputano a Bergoglio anche di avere affidato dosi massicce di potere, in Vaticano, a esponenti di curia ambiziosi, intolleranti e vendicativi che hanno instaurato un insano clima di paura». Viene sicuramente spontaneo chiedersi,al termine della lettura,chi saranno state le autorevoli voci che hanno accompagnato un intellettuale di rango nel suo percorso letterario. «Non sarà vero al cento per cento ma qualcosa dev’essere accaduto, sul finire del 2017, quando le pareti di casa Santa Marta pare abbiano vibrato per alcuni minuti durante un acceso faccia a faccia tra Francesco e un autorevole porporato che gli avrebbe rinfacciato errori e scelte sbagliate («Noi ti abbiamo eletto per riformare e non per distruggere tutto!»). Seguendo il filo conduttore del libro parrebbe addirittura che un crescente numero di cardinali,già convinti elettori di Bergoglio, avrebbe in animo di mettere in discussione alcune decisioni se non addirittura a invocare quelle dimissioni da lui stesso evocate nei primi mesi del pontificato, tra osanna ed entusiasmi popolari.

Tuttavia i disegni dello Spirito Santo sono imperscrutabili ma A Santa Marta saranno in tanti a chiedersi con chi si sia confrontato Mazza.

4 Risposte

  • Molto interessante la frase del porporato modernista: «Noi ti abbiamo eletto per riformare e non per distruggere tutto!». Non solo i moderati dunque ma anche i progressisti più astuti si sono accorti che Bergoglio vuole anticipare i tempi saltando le “finestre di Overton” ed ingenerando perciò lo sconcerto ed il rifiuto in quella parte del popolo «una cum» che ha mantenuto un minimo di senso cattolico. In pratica gli si sta dicendo che, se l’acqua si scalda troppo velocemente le rane, invece di bollire tranquille e beate come ad esempio ai tempi di Woytjla, saltano fuori dal pentolone diventando in qualche modo «non una cum» e quindi incontrollabili: lo dimostrano quei giornalisti e pubblicisti che da un po’ di tempo hanno cominciato a parlare di “falso papa” o di “non papa” (anche quelli che vogliono scriteriatamente ritornare a Ratzinger, il quale, per quanto moderato, è teologicamente alla base del problema). Si tratta di un qualche sedevacantismo, assolutamente impensabile anche solo pochi anni or sono, e che Bergoglio col suo progressismo esasperato “ante litteram” ha aiutato a rendere possibile e pensabile per il grande pubblico. Si capisce perciò come persino i suoi elettori stessi lo considerino un flagello per la loro setta.

  • Ratzinger però butta acqua sul fuoco (da “Avvenire”):
    __________
    «Plaudo a questa iniziativa – scrive Benedetto XVI in riferimento alla collana (“La Teologia di Papa Francesco”, pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana N.d.R.) – che vuole opporsi e reagire allo stolto pregiudizio per cui Papa Francesco sarebbe solo un uomo pratico privo di particolare formazione teologica o filosofica, mentre io sarei stato unicamente un teorico della teologia che poco avrebbe capito della vita concreta di un cristiano oggi». «I piccoli volumi – aggiunge Benedetto XVI – mostrano a ragione che Papa Francesco è un uomo di profonda formazione filosofica e teologica e aiutano perciò a vedere la continuità interiore tra i due pontificati, pur con tutte le differenze di stile e di temperamento».
    ____________

    La continuità tra i due (nell’eresia modernista) è un dato di fatto, la differenza (nel modo di presentare la medesima eresia) anche.

    Chissà, forse è un tentativo di limitare i danni.

  • Va detto che noi di Christus Rex abbiamo sempre parlato di perfetta continuità dottrinale modernista da parte di tutti i “papi conciliari” da Roncalli ad oggi. Ma di stili differenti. Allora, ad esempio, per esemplificare abbiamo: Roncalli il modernista bonaccione, Montini il modernista intellettuale, Luciani il modernista campagnolo, Wojtyla il modernista clown, Ratzinger il modernista conservatore, Bergoglio il modernista progressista.

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